giovedì 27 gennaio 2011

Manuale di bon ton.

Ieri sera, ore 23.00 circa: il TG3 (servizio pubblico!) riporta una intercettazione telefonica tra la sig.na Nicole Minetti ed una sua amica, una incredibile serie di parolacce, volgarità da far scandalizzare chiunque. Ancora più impressionanti perchè a pronunciarle era una bella e giovane donna, per di più consigliere regionale PdL alla Regione Lombardia, eletta nella lista dell'on. Formigoni, figlio spirituale di un profeta dei tempi nostri, Luigi Giussani. Per una singolare circostanza oggi 27 gennaio la Chiesa ricorda una donna, lombarda come la Minetti, bresciana, per l'esattezza, specialista nella educazione delle ragazze traviate...

Angela Merici (1)

(ca. 1474-1540)
testimone

http://www.smsd.it/smsd/allegati/1152/S.%20Angela.jpg

Nel 1540 si spegne a Brescia Angela Merici, fondatrice della Compagnia di sant'Orsola.
Nata a Desenzano sul Garda attorno al 1474, Angela aveva ricevuto un'educazione religiosa dal padre, ma era rimasta orfana in giovane età.
Sin da ragazza provò il desiderio di una intensa vita di preghiera e di carità, ma i monasteri del suo tempo non erano ai suoi occhi i luoghi adatti per vivere la vita a cui si sentiva portata, ed era inoltre necessario recare una forte dote per potervi entrare.
Angela, nella sua ricerca, divenne dapprima terziaria francescana; si trasferì poi a Brescia, attorno ai quarant'anni, e con la sua radiosa presenza evangelica attirò a sé moltissime persone, acquisendo una profonda influenza spirituale sugli abitanti di quella città.
Il momento decisivo della sua ricerca vocazionale fu attorno al 1530, quando si stabilì presso la chiesa di Sant'Afra. Angela diede allora inizio a una compagnia di donne, che si proponeva di riattualizzare l'esperienza delle primitive comunità cristiane. Essa si preoccupò di dare alle ragazze del suo tempo un'istruzione, a cui non avevano normalmente accesso, e cercò di inculcare in quante desideravano praticare la carità evangelica il desiderio e la prassi di un'intensa vita di preghiera.
Alla sua morte, la sua fama era giunta ben al di là del territorio bresciano. Iniziava però anche una lunga lotta per impossessarsi delle sue spoglie e della sua eredità spirituale.

TRACCE DI LETTURA
Sorelle, vi supplico che vogliate tener conto, e aver scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figlie, a una a una; non solamente i loro nomi, ma anche la condizione, la natura, e ogni loro stato ed essere. Il che non vi sarà difficile, se le amerete con viva carità. Infatti, si osserva nelle madri secondo la carne che, se avessero mille figli e figlie, li avrebbero tutti totalmente presenti nell'animo, a uno a uno, perché così opera il vero amore. Anzi, pare che quanti più figli si hanno, tanto più l'amore e l'interessamento crescano a ogni figlio. Le madri spirituali possono e devono far questo in misura maggiore, in quanto l'amore spirituale è senza alcun paragone più potente dell'amore fisico. Sicché, mie cordialissime madri, se amerete queste vostre figlie con viva e viscerale carità, non sarà possibile che non le abbiate tutte particolarmente dipinte nella memoria e nel vostro animo.
Angela Merici, Secondo legato
PREGHIERA
O Dio, Padre misericordioso,
che in
sant'Angela Merici
hai dato alla tua chiesa
un modello di carità sapiente e coraggiosa,
per il suo esempio e la sua intercessione
donaci di comprendere e testimoniare
la forza rinnovatrice dell'Evangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


(1): Ricordare s. Angela Merici rimanda subito alla attuale "emergenza educativa". Dalla agenzia "Zenit" ricevo e volentieri pubblico su questo blog:

Più del caso Ruby può il degrado morale in Italia


Il commento di mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo Ausiliare de L’Aquila

ROMA, giovedì, 27 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Ciò che preoccupa di più nel caso Ruby è spesso la reazione della gente che riflette il degrado morale in atto in Italia e la perdita di punti di riferimento per i giovani. E' questa la riflessione di mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo Ausiliare de L’Aquila e membro della Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della CEI, in un articolo apparso sul settimanale “Il Punto” in edicola giovedì.
Lo scandalo è scoppiato il 18 gennaio scorso, quando su alcuni giornali sono state pubblicate le intercettazioni telefoniche di Karima el Marough detta Ruby, in cui la ballerina di origine marocchina rivela di aver partecipato ad alcune feste in casa del capo del governo, Silvio Berlusconi, fin da quando aveva 16 anni. Secondo gli inquirenti Berlusconi avrebbe pagato Karima el Marough, all'epoca dei fatti minorenne, per avere rapporti sessuali nella sua villa di Arcore.
Nella primavera del 2010, inoltre, il premier, sempre secondo le indagini, avrebbe telefonato alla Questura di Milano per chiedere alla polizia di rilasciare la ragazza che era stata fermata per furto. Nelle intercettazioni, Ruby dice di aver chiesto cinque milioni di euro a Berlusconi per mantenere il silenzio sull'intera vicenda.
Per questo il presidente del Consiglio è ora indagato dalla Procura di Milano per prostituzione minorile e concussione.
Nel commentare le tante ricostruzioni e smentite che dominano le prime pagine di tutti i quotidiani, mons. Giovanni D’Ercole afferma che, “a parte la estenuante diatriba politica, che qui meno mi interessa, sono i commenti della gente che mi preoccupano”.
Il Vescovo Ausiliare de L’Aquila si dice infatti ancora più preoccupato nel “vedere 'smarriti' ragazzi, adolescenti e giovani, con i quali non sai più come impostare un discorso educativo. Mi preoccupano le famiglie che si trovano spiazzate nel loro già difficile compito formativo”.
“Certo, sarebbe ingiusto fermarsi semplicemente alle vicende del premier – ha sottolineato –. Il discorso è ben più vasto ed abbraccia un insieme di situazioni che fanno apparire chiaramente il degrado culturale e morale nel quale ci troviamo, un degrado che qualcuno ritiene come prodromo della caduta della nostra civiltà”.
“La perdita del senso morale per cui non sai più cosa sia bene e cosa sia male, perché tutto diventa indifferente ed accettabile, porta con sé la perdita di riferimenti certi – ha poi aggiunto – . Si ritiene la nostra una società libera e invece ci si sente fortemente condizionati. Si finisce per ritener tutto permesso se fattibile e funzionale al guadagno da conseguire senza troppa fatica, come molti modelli pubblicitari fanno credere”.
Mons. D'Ercole ha quindi accennato a questo punto ai tanti “miti e paradisi artificiali” i tanti “miraggi di un facile successo e guadagno” che fanno vittime tra i giovani sfociando “in drammi personali con sconfitte umilianti”.
“Penso – ha continuato – anche a quei ragazzi e a quelle ragazze, che si vedono scavalcare da loro coetanei più 'furbi, solo perché si rifiutano di accettare proposte – diciamo – 'compiacenti' cedendo a veri ricatti morali. Il risultato è che loro rimangono a 'piedi', mentre gli altri, più furbi o più disinvolti, hanno 'svoltato' in cerca di successo e notorietà”.
Di fronte a questa vera “emergenza” educativa, il Vescovo propone “una vera 'rivoluzione' silenziosa del bene”: “non riusciremo forse a convincere tutti ed anzi molti giovani e adulti finiranno per lasciarsi incantare dalle pericolose sirene di un edonismo consumista che addormenta le coscienze e spegne la capacità critica”.
“Alla deriva del lassismo etico e morale si risponde non con dichiarazioni e lamenti, bensì con l’eroismo della coerenza – ha affermato –. E in questo cristiani e uomini di buona volontà di ogni fede possono stringere una provvidenziale 'santa' alleanza”.
“Ecco un’opportunità da cogliere e una missione da non disertare”, ha quindi concluso.



Gli altri santi di oggi:
Nino
(ca. 276-ca. 340)
testimone
La chiesa georgiana ricorda oggi Nino, evangelizzatrice della Georgia.
Nino nacque in Cappadocia attorno al 276, in una ricca e nobile famiglia di lingua greca. Recatasi a Gerusalemme assieme ai genitori quando aveva dodici anni, essa fu abbandonata dal padre che si fece monaco nel deserto di Giuda, e rimase diversi anni nella Città Santa assieme alla madre.
Secondo le Vite scritte alcuni secoli dopo la sua morte, Nino raggiunse la Georgia alla ricerca della tunica di Gesù, che si riteneva fosse stata portata in quella terra. Più verosimilmente, essa vi fu deportata assieme ad altre donne ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano o di Massimiano.
A Mcketa, la capitale del regno degli Iberi, Nino iniziò a diffondere l'Evangelo di Cristo con un'intensa attività di predicazione; entrata nei favori della famiglia reale, condusse alla fede cristiana i due sovrani, ed è per questo ricordata come «uguale agli apostoli e illuminatrice della Georgia».
Prima di morire, Nino cercò di evangelizzare anche le popolazioni del Caucaso e della Kachezia. Si spense nel piccolo paese di Bobdé, sperduto tra le montagne, attorno al 340.

TRACCE DI LETTURA
Al tempo della conversione dell'Etiopia anche la popolazione degli Iberi, che abitava una zona estesa sotto il cielo del Ponto, ebbe modo di abbracciare l'alleanza della Parola divina e la fede nel Regno futuro. A dare inizio alla prima origine di questo dono così grande fu una donna, schiava di condizione. Mentre si trovava tra quel popolo, conduceva una vita fedele, morigerata e casta, e poiché tutti i giorni e tutte le notti rivolgeva a Dio lunghe preghiere, questa stessa sua condotta insolita divenne motivo di ammirazione per quei barbari, e la gente si domandava con molta curiosità che cosa tutto questo potesse significare. Ed essa, com'era naturale, confessava semplicemente che in quel modo intendeva adorare il Cristo come Dio.
Rufino, Storia della chiesa 1,11
PREGHIERA
Collaboratrice dei servi della parola di Dio,
strumento della predicazione di Andrea,
Apostola dei georgiani
e arpa dello Spirito santo,
santa Nino,
prega Cristo Dio per la salvezza delle nostre anime.


Sava I di Serbia
(1175-1235)
pastore
Lo stesso giorno in cui i georgiani ricordano Nino, la Chiesa serba ricorda Sava, primo suo arcivescovo.
Figlio dello zupan (capo patriarcale) serbo Stefano Nemanja, il giovane Rastko si recò nel 1192, appena diciassettenne, al monte Athos, e si fece monaco con il nome di Sava al monastero russo di San Panteleimon, contro il volere dei propri familiari. Tuttavia alcuni anni più tardi fu raggiunto dal padre, che nel frattempo aveva abdicato al trono.
Sava è considerato il fondatore, per concessione dell'imperatore di Costantinopoli, del monastero serbo di Hilandar, di cui redasse il typikón.
Nel 1204, il saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati mutò l'intero quadro in cui si muovevano le nascenti chiese balcaniche. Sava abbandonò allora l'Athos e si stabilì a Studenica, dove fu nominato igumeno del locale monastero. Nel 1219 venne consacrato arcivescovo dei serbi da Manuele, patriarca di Costantinopoli, divenendo così di fatto il primate di una nuova chiesa autocefala.
Stabilitosi a Z*PPic*POa, si impegnò profondamente per dare solide basi spirituali e canoniche alla chiesa serba. Si deve a lui, tra l'altro, la revisione della vita liturgica nella sua chiesa, operata grazie alla grande cultura e alle conoscenze che egli aveva maturato nei suoi viaggi nell'oriente bizantino.
Sava morì il 14 gennaio del 1235 a Tarnovo, allora capitale della Bulgaria. I suoi resti mortali, trasportati in Serbia, saranno bruciati dai turchi alla fine del XVI secolo.

TRACCE DI LETTURA
La fedeltà della sua condotta all'Evangelo fu per tutti i serbi il solo, vero modello ed espressione di vita di fede, oltre che di vita politica e culturale. Come accade per ogni grande uomo che ispiri le generazioni successive a sempre più alti livelli di vita civile ed ecclesiale, così fu anche per Sava: il suo ideale sollecitò la Serbia, nel XIII e XIV secolo, a divenire uno dei regni più splendidi che il mondo abbia mai conosciuto. La vita religiosa si elevò notevolmente: i monasteri di Serbia erano affollati di monaci che spingevano i connazionali alle più alte vette dell'umiltà e li guidavano a rivelare il tratto che più li faceva e ancor oggi li fa riconoscere: l'ospitalità.
Daniel Rogic, dal Paterikon serbo
PREGHIERA
Guida dell'ortodossia
e benedetto maestro di virtù,
purificatore e illuminatore della tua terra,
bellezza dei monaci,
sapientissimo padre Sava:
con l'insegnamento hai illuminato il tuo popolo.
O flauto dello Spirito,
prega Cristo nostro Dio per le nostre anime.