venerdì 28 gennaio 2011

Studere studere... post mortem quid valere?

Oggi 28 gennaio noi cattolici facciamo memoria di:



http://www.mori.bz.it/lettore1.jpg

Tommaso d'Aquino, patrono degli studenti...
(1224/1225-1274)
presbitero
Nel 1274, mentre si sta recando al concilio di Lione, muore nei pressi dell'abbazia di Fossanova Tommaso d'Aquino, frate domenicano.
Nato nei pressi di Aquino, vicino a Napoli, Tommaso entrò a circa diciotto anni nell'Ordine dei predicatori. Discepolo di Alberto Magno a Colonia e a Parigi, egli insegnò in queste città e poi a Roma, Bologna e Napoli. Tommaso fu autore di una considerevolissima opera teologica, che lasciò incompiuta, e fu con Bonaventura il più grande pensatore cristiano d'occidente del XIII secolo.
La sua originalità sta soprattutto nel modo in cui seppe esprimere la fede della chiesa nella cultura del suo tempo, specie per ciò che concerne la teologia della creazione e della libertà dell'uomo, partendo dalla Scrittura e dai padri della chiesa, e accogliendo la allora recente riscoperta del pensiero aristotelico.
Umile e sapiente, egli seppe unire uno spirito speculativo alla prudenza di uno spirito pratico, il dominio di un temperamento violento alla tenera devozione per Cristo crocifisso e al dialogo continuo con Dio.
Tommaso fu proclamato dottore della chiesa da papa Pio V nel 1567, e la sua teologia ebbe un ruolo di primissimo piano nei secoli successivi, soprattutto al concilio di Trento, dove alla sua Summa theologiae fu accordato un onore senza precedenti nella storia delle chiese d'oriente e d'occidente.

TRACCE DI LETTURA
L'insegnamento cristiano fa uso anche della ragione umana, non però per dimostrare la fede - in tal modo si disconoscerebbe il merito proprio della fede -, ma per chiarire alcuni punti che si tramandano nell'insegnamento stesso. poiché infatti la grazia non distrugge la natura, ma anzi la porta a compimento, è bene che la ragione si ponga al servizio della fede, allo stesso modo in cui l'inclinazione naturale della volontà asseconda la carità. Per questo l'Apostolo afferma: «Rendete ogni intelligenza soggetta all'obbedienza di Cristo» (Tommaso d'Aquino, dalla Summa theologiae).

PREGHIERA
Dio eterno,
che hai arricchito la tua chiesa
con l'insegnamento e la santità
del tuo servo Tommaso d'Aquino:
concedi a tutti coloro che ti cercano
una mente umile e un cuore puro,
perché possano riconoscere
il tuo Figlio Gesù Cristo
come la via, la verità e la vita.
Egli vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un solo Dio, ora e sempre.

La seconda lettura dell'Ufficio di oggi è la seguente:

Nessun esempio di virtù è assente dalla croce

Dalle «Conferenze» di san Tommaso d'Aquino, sacerdote
(Conf. 6 sopra il «Credo in Deum»)

Fu necessario che il Figlio di Dio soffrisse per noi? Molto, e possiamo parlare di una duplice necessità: come rimedio contro il peccato e come esempio nell'agire.
Fu anzitutto un rimedio, perché è nella passione di Cristo che troviamo rimedio contro tutti i mali in cui possiamo incorrere per i nostri peccati.
Ma non minore è l'utilità che ci viene dal suo esempio. La passione di Cristo infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita.
Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun esempio di virtù infatti è assente dalla croce.
Se cerchi un esempio di carità, ricorda: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13).
Questo ha fatto Cristo sulla croce. E quindi, se egli ha dato la sua vita per noi, non ci deve essere pesante sostenere qualsiasi male per lui.
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. La pazienza infatti si giudica grande in due circostanze: o quando uno sopporta pazientemente grandi avversità, o quando si sostengono avversità che si potrebbero evitare, ma non si evitano.
Ora Cristo ci ha dato sulla croce l'esempio dell'una e dell'altra cosa. Infatti «quando soffriva non minacciava» (1 Pt 2, 23) e come un agnello fu condotto alla morte e non apri la sua bocca (cfr. At 8, 32). Grande è dunque la pazienza di Cristo sulla croce: «Corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli, in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia» (Eb 12, 2).
Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte: «Come per la disobbedienza di uno solo, cioè di Adamo, tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5, 19).
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori, «nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2, 3). Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele.
Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché «si sono divise tra loro le mie vesti» (Gv 19, 24); non gli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr. Mc 15, 17); non ai piaceri, perché «quando avevo sete, mi han dato da bere aceto» (Sal 68, 22).
San Tommaso è autore di alcuni bellissimi inni che ritroviamo nella Liturgia:

INNI EUCARISTICI

Lauda Sion

Sion, loda il Salvatore, la tua guida, il tuo pastore con inni e cantici.
Impegna tutto il tuo fervore: egli supera ogni lode, non vi è canto che sia degno.
Pane vivo, che dà vita: questo è tema del tuo canto, oggetto della lode.
Veramente fu donato agli apostoli riuniti in fraterna e sacra cena.
Lode piena e risonante, gioia nobile e serena sgorghi oggi dallo spirito.
Questa è la festa solenne nella quale celebriamo la prima sacra cena.
È il banchetto del nuovo Re, nuova Pasqua, nuova legge; e l'antico è giunto a termine.
Cede al nuovo il rito antico, la realtà disperde l'ombra: luce, non più tenebra.
Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena: noi lo rinnoviamo.
Obbedienti al suo comando, consacriamo il pane e il vino, ostia di salvezza.
È certezza a noi cristiani: si trasforma il pane in carne, si fa sangue il vino.
Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura.
È un segno ciò che appare: nasconde nel mistero realtà sublimi.
Mangi carne, bevi sangue; ma rimane Cristo intero in ciascuna specie.
Chi ne mangia non lo spezza, né separa, né divide: intatto lo riceve.
Siano uno, siano mille, ugualmente lo ricevono: mai è consumato.
Vanno i buoni, vanno gli empi; ma diversa ne è la sorte: vita o morte provoca.
Vita ai buoni, morte agli empi: nella stessa comunione ben diverso è l'esito!
Quando spezzi il sacramento non temere, ma ricorda: Cristo è tanto in ogni parte, quanto nell'intero.
È diviso solo il segno non si tocca la sostanza; nulla è diminuito della sua persona.
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev'essere gettato.
Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell'agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.
Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nùtrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.


Pange lingua

Canta, o lingua il mistero del Corpo glorioso, e del prezioso Sangue che quale prezzo del mondo, frutto di un nobile grembo, il Re delle genti effuse.
Nato per noi, dato a noi da una vergine intatta, dopo essere vissuto nel mondo, sparso il seme della parola, pose fine alla sua dimora in modo mirabile.
Nella notte dell'ultima cena, sedendo a mensa con i fratelli, dopo aver fedelmente osservata la legge nei cibi prescritti, come cibo al gruppo dei dodici dà se stesso con le sue mani.
La Parola fatta carne con una parola cambia il pane in carne, e il vino diventa il Sangue di Cristo, e se il senso viene meno, per confermare un cuore sincero basta la sola fede.
Un così grande sacramento dunque veneriamo prostrati: e l'antica prescrizione faccia posto al nuovo rito: supplisca la fede alla deficienza dei sensi.
Al Padre e al Figlio lode e giubilo, salute, onore, virtù e benedizione: e a Colui che da entrambi procede sia la medesima lode. Amen.

Verbum supernum

Il Verbo che viene dall'alto, senza lasciare la destra del Padre, nel compiere la sua missione giunse al termine della sua vita.
Sul punto di essere consegnato dal traditore ai complici per essere ucciso, donò dapprima se stesso come cibo di vita ai discepoli.
Ad essi diede sotto una duplice specie la Carne e il Sangue; così che con la duplice sostanza cibasse l'uomo tutto intero.
Nascendo diede se stesso come compagno, sedendo a mensa insieme come cibo, morendo come prezzo, regnando come premio.
Vittima di salvezza che apri le porte del cielo! Ostili guerre premono, donaci forza e aiuto.
Al Dio Uno e Trino sia sempiterna gloria; e vita senza termine doni a noi nella Patria. Amen.

PREGHIERE VARIE di San Tommaso d'Aquino
in particolare quella che ho riportato in neretto, "Per regolare la vita con sapienza".


O Sacro Convito

O Sacro Convito, in cui Cristo è nostro cibo, si perpetua la memoria della sua Pasqua, l'anima è ripiena di grazia e a noi è donato il pegno della gloria futura!

Ci hai dato un pane disceso dal cielo.
Che ha in sé ogni dolcezza.

PREGHIAMO
Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Passione, fa' che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Prima della Comunione

Dio onnipotente ed eterno, mi accosto al Sacramento del tuo Unigenito Figlio il Signore nostro Gesù Cristo.
Mi accosto come infermo al medico della vita; come immondo alla fonte della misericordia; come cieco alla luce dell'eterna chiarezza; come povero e miserabile al Signore del cielo e della terra.
Imploro pertanto l'abbondanza della tua immensa larghezza perché tu voglia guarire la mia infermità, lavare le mie sozzure, illuminare la mia cecità, arricchire la mia povertà, coprire la mia nudità, per cui riceva il Pane degli Angeli, il Re dei re, il Signore dei signori, con tale riverenza e umiltà, con tale purezza e fede quale si richiede per la salvezza della mia anima.
Concedimi, ti prego, di ricevere non solo il Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, ma anche la realtà e la virtù di questo Sacramento.
Dolcissimo Dio, fa' che io riceva il Corpo del tuo Unigenito Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo che egli prese nel seno della Vergine Maria, in modo da essere unito al suo corpo mistico e annoverato fra i suoi membri.
Concedimi, Padre amorosissimo, di contemplare infine apertamente e per sempre il Figlio tuo diletto, che ora mi propongo di ricevere adombrato sotto i veli eucaristici. Tu che vivi e regni, o Dio, insieme con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Dopo la Comunione

Ti ringrazio, Signore, Padre onnipotente, eterno Dio, che non per mio merito, ma per sola degnazione della tua misericordia, ti sei degnato di saziare col prezioso Corpo e Sangue del tuo Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, me peccatore e servo indegno. Ti supplico perché questa Comunione non sia per me motivo di castigo, ma piuttosto pegno salutare di perdono; mi sia armatura di fede e scudo di buona volontà; liberazione dai miei vizi, distruzione della concupiscenza e dissolutezza, aumento di carità e di pazienza, di umiltà, di obbedienza e di tutte le virtù. Sia mia salda difesa contro le insidie di tutti i nemici sia visibili sia invisibili, quiete perfetta delle passioni carnali e spirituali; con te, unico e vero Dio, stabile unione e possesso beato del mio fine.
Degnati, ti prego, di ammettere me peccatore a quell'ineffabile convito, dove tu col tuo Figlio e con lo Spirito Santo sei luce vera, sazietà piena, gaudio sempiterno, giocondità completa e felicità perfetta.
Per lo stesso Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

Dopo la Comunione

II- Il tuo sacratissimo Corpo e Sangue, dolcissimo Gesù, sia per l'anima mia dolcezza e soavità, salvezza e forza in ogni tentazione, gioia e pace in ogni tribolazione, luce e protezione finale al momento della morte. Amen.

Per ottenere il perdono dei peccati

A te, Dio, fonte di misericordia, mi accosto io peccatore. Degnati dunque di lavare me immondo.
Sole di giustizia, illumina chi è cieco; eterno medico, guarisci chi è ferito; Re dei re, rivesti chi è nudo. Mediatore fra Dio e gli uomini, riconcilia chi è colpevole; buon pastore, riconduci chi è errante.
Concedi, o Dio, misericordia al misero, perdono al reo, vita a chi è morto, giustificazione all'empio, e di riconoscere te mio Signore e di ringraziarti sempre di tutti i benefici elargitimi da te, e di fare questo con somma gratitudine di cuore.
Accordami anche di benedirti sempre, di lodarti e di magnificarti in ogni cosa, e di fare questo con sommo giubilo e tripudio del cuore.
E obbedendo a te in tutto ed essendoti sottomesso, sia sempre ricreato dalla tua dolcissima e ineffabile soavità, stando alla tua mensa con i tuoi santi angeli e gli apostoli, sebbene del tutto indegno e ingrato.
Tu che con il Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni, Dio, benedetto nei secoli. Amen.

Per rendere grazie

Lodo, glorifico, benedico te, Dio mio, per gli immensi benefici elargiti a me, indegno. Lodo la tua clemenza che mi aspetta a lungo, la tua dolcezza che finge soltanto di castigare, la tua pietà che chiama, la benignità che accoglie, la misericordia che rimette i peccati, la bontà che ricompensa al di là dei meriti, la pazienza che non ricorda l'offesa, la condiscendenza che consola, la longanimità che protegge, l'eternità che conserva, la verità che rimunera.
Che dire, Dio mio, della tua ineffabile generosità?
Tu infatti mi chiami quando fuggo, mi accogli al ritorno, mi aiuti nel dubbio, mi allevii nella disperazione, mi stimoli quando sono negligente, mi armi quando combatto, mi coroni quando trionfo. Non mi disprezzi, peccatore qual sono, dopo la penitenza e non ricordi l'offesa.
Liberi da molti pericoli, addolcisci il cuore e lo volgi alla penitenza. Atterrisci con i supplizi, attiri con le promesse, castighi con i flagelli.
Custodisci con il ministero degli angeli, procuri i beni temporali, riservi per noi i beni eterni. Esorti con la bellezza della creazione, inviti con la clemenza della redenzione, prometti i premi della ricompensa celeste. Per tutti questi beni non sono capace di lodarti degnamente. Rendo grazie alla tua maestà per la sovrabbondanza della tua immensa bontà, affinché tu moltiplichi sempre in me la grazia e, moltiplicatala, la conservi, e, conservatala, la ricompensi. Amen.

Per ottenere le virtù

Dio onnipotente, che sai tutto, che non hai principio né fine, che doni e conservi le virtù, degnati di stabilirmi sul solido fondamento della fede, di difendermi con lo scudo inespugnabile della speranza e di ornarmi con la veste nuziale della carità.
Concedimi di esserti sottomesso con la giustizia, di guardarmi dalle insidie del diavolo con la prudenza, di tenere il giusto mezzo con la temperanza, di sopportare pazientemente le avversità con la fortezza.
Accordami di chiedere con umiltà il bene che non ho a chi lo ha, di accusare con verità il male delle colpe che ho commesso, di sostenere con equanimità il male della pena che sopporto, di non invidiare il bene del prossimo, di ringraziarti sempre dei tuoi benefici.
Fa' che sia sempre composto nel vestire, nel camminare e nel mio agire.
Aiutami a evitare discorsi vani, a trattenere i miei piedi, a raccogliere lo sguardo incapace di contenersi, a chiudere gli orecchi ai vani rumori, a inclinare umilmente il volto, a elevare l'intelletto alla considerazione delle cose celesti, a disprezzare i beni transitori e a desiderare soltanto te, a dominare la carne e a purificare la coscienza, a onorare i santi e a lodare te degnamente, a progredire nel bene e a terminare gli atti buoni, con un fine santo.
Signore, pianta in me le virtù, perché io mi senta attratto per le cose divine; sia provvido circa i doveri umani, e non di peso a nessuno circa l'uso del mio corpo.
Signore, dammi una contrizione fervente, una confessione pura, una soddisfazione perfetta.
Dégnati di ordinare le mie intime inclinazioni, per mezzo di una buona vita, perché faccia quello che è decoroso, quello che serve di merito a me e di esempio al prossimo.
Concedimi di non vagheggiare mai di compiere azioni senza saggezza, e di provare riluttanza per tutto quello che si fa per pigrizia. Non sorga in me il desiderio d'incominciare qualche opera anzitempo; né, una volta intrapresa, io l'abbandoni prima di averla condotta a termine. Amen

Per regolare la vita con sapienza
Concedimi, Dio misericordioso, di desiderare ardentemente ciò che piace a te, di ricercarlo con saggezza, di riconoscerlo con verità e di compierlo con perfezione a lode e gloria del tuo nome.

Metti ordine, mio Dio, nella mia vita: fa' che sappia ciò che mi richiedi di fare e concedimi di eseguirlo come è necessario e come giova alla mia anima.
Accordami, Signore mio Dio, di non venire meno nelle prosperità e nelle avversità, perché in quelle non mi esalti e in queste non mi abbatta. Di nessuna cosa io mi rallegri o mi dolga se non di ciò che conduce a te o lontano da te. A nessuno desideri piacere o tema di dispiacere se non a te. Perda valore per me, Signore, tutto ciò che è effimero e mi sia caro tutto ciò che è tuo. Mi rincresca la gioia senza dite, né desideri altro fuori di te. Mi diletti, Signore, una fatica sostenuta per te e mi sia molesto ogni riposo senza di te.
Concedimi, Signore, di rivolgere frequentemente il cuore a te e, quando cado, di dolermi ogni volta con il fermo proposito di emendarmi.
Rendimi, Signore mio Dio, obbediente senza contraddizione, povero senza avvilimento, casto senza corruzione, paziente senza mormorazione, umile senza finzione, lieto senza dissipazione, triste senza abbattimento, maturo senza pesantezza, pronto senza leggerezza, timorato senza disperazione, veritiero senza doppiezza, operatore di bene senza presunzione; concedimi di correggere il prossimo senza orgoglio e di edificarlo, con la parola e con l'esempio, senza simulazione.
Dammi, Signore Dio mio, un cuore sempre vigile, che nessun pensiero vano porti lontano da te, dammi un cuore nobile, che nessun indegno affetto trascini in basso, dammi un cuore retto, che nessuna cattiva intenzione faccia deviare, un cuore saldo, che nessuna tribolazione spezzi, un cuore libero, che nessuna passione violenta soggioghi.
Donami, Signore Dio mio, un intelletto che ti conosca, una diligenza che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, uno stile di vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che ti abbracci alla fine.
Concedimi di essere afflitto in questo mondo dalle tue pene per la penitenza, di godere, durante il cammino, dei tuoi benefici per la grazia, di esultare nella patria celeste delle tue gioie per la gloria.
Tu che vivi e regni, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

A Gesù Cristo crocifisso


Liberami, Signore Gesù Cristo, con la forza ardente del tuo soave amore, dai vincoli che mi legano alle cose di quaggiù. Possa così io morire per amore del tuo amore, come tu, per amore del mio amore, ti sei degnato di morire sulla croce.

Per ottenere il dono della purezza

Buon Gesù, so che ogni dono perfetto, e in particolare quello della castità, non può dipendere che dall'aiuto della tua onnipotente provvidenza e che nessuna creatura può ottenere qualcosa da se stessa senza il tuo soccorso. Per questo ti chiedo umilmente di conservare la purezza e l'innocenza della mia anima e del mio corpo con l'assistenza della tua grazia. E se una passione impura dovesse tentare la purezza della mia innocenza, tu solo, Signore, che guidi tutti i miei passi, allontanala, perché io possa, con cuore immacolato, progredire nel tuo amore e nel tuo servizio, offrendomi per tutti i giorni della mia vita come vittima sull'altare purissimo della tua divinità. Amen.

Prima dello studio

Creatore ineffabile, che dai tesori della tua sapienza hai scelto le tre gerarchie degli Angeli e le hai collocate con ordine mirabile sopra il cielo empireo e disposto le parti dell'universo con somma arte: tu, dico, che sei chiamato vera fonte della luce e della sapienza e principio supremo, degnati di far penetrare nelle tenebre del mio intelletto un raggio della tua luce, allontanando da me le doppie tenebre in mezzo alle quali sono nato, quelle del peccato e quelle dell'ignoranza.
Tu che rendi eloquenti le lingue dei bambini, istruisci la mia lingua e versa sulle mie labbra la grazia della tua benedizione. Dammi acutezza nel comprendere, capacità di ritenere, metodo e facilità nell'imparare, sottigliezza nell'interpretare, grazia copiosa nel parlare.
Ispira l'inizio, guida il progresso, corona la fine: tu che sei vero Dio e vero uomo e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera alla Madonna

Beatissima e dolcissima Vergine Maria, madre di Dio, tutta piena di bontà, figlia del Re dei cieli, signora degli Angeli e madre dei credenti: oggi e per tutti i giorni della mia vita ripongo nelle tue mani pietose il mio corpo e la mia anima, e tutti i miei atti: pensieri, volontà, desideri, parole e opere, tutta la mia vita e la mia morte, affinché, per tua intercessione, siano ordinati al bene, conforme alla volontà del tuo diletto Figlio e Signore nostro Gesù Cristo; e tu, Signora mia santissima, sii per me aiuto e conforto contro le insidie e le astuzie dell'antico avversario e di tutti i nemici della mia anima.
Dal tuo diletto Figlio e Signore nostro Gesù Cristo, degnati di ottenermi la grazia con cui possa resistere alle tentazioni del mondo, della carne e del demonio, e mantenere sempre fermo il proposito di non più peccare, e di perseverare invece nel servizio tuo e del tuo diletto Figlio.
Ti supplico pure, Signora mia santissima, di impetrarmi una vera obbedienza e una vera umiltà di cuore, perché mi riconosco misero e fragile peccatore, incapace non solo di compiere qualsiasi opera buona, ma anche di resistere alle ricorrenti tentazioni, senza la grazia e l'aiuto del mio Creatore e le tue sante preghiere.
Ottienimi, Signora mia dolcissima, una costante castità di mente e di cuore, perché possa con cuore puro e corpo casto servire al tuo Figlio e a te, nel tuo diletto Ordine.
Ottienimi da Lui una volontaria povertà con pazienza e tranquillità di spirito perché possa sostenere gli impegni del mio stato, e lavorare per la salvezza mia e del mio prossimo.
Ottienimi ancora, Signora dolcissima, una verace carità, perché ami con tutto il cuore il tuo sacratissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo; e te, dopo di Lui, sopra ogni altra creatura; e il prossimo in Dio e per Dio, sì da godere del suo bene, soffrire del suo male, non disprezzare né giudicare temerariamente alcuno, né preferirmi ad alcuno nel segreto del mio cuore.
Fa' ancora, Regina del cielo, che custodisca sempre nel mio cuore l'amore e il timore del tuo dolcissimo Figlio; che di continuo renda grazie per i tanti benefici concessimi non per mio merito, ma per sua bontà; che faccia una confessione pura e sincera e una vera penitenza dei miei peccati, per meritare la sua misericordia e la sua grazia.
Infine, ti prego perché al termine della mia vita, tu che sei madre impareggiabile, porta del cielo e avvocata dei peccatori, non permetta che io, indegno tuo servo, possa deviare dalla fede cattolica; ma soccorrimi con la tua grande bontà e misericordia, difendimi dagli spiriti del male e infondimi speranza nella gloriosa Passione del tuo Figlio benedetto; ottienimi anche con la tua intercessione il perdono dei miei peccati e, concedendomi di spirare nel tuo e nel suo amore, dirigimi sulla via della salvezza e della gloria eterna. Amen. Per ottenere la contemplazione invoco te, Dio di ogni consolazione, che non vedi nulla in noi tranne i tuoi doni, affinché ti degni di elargirmi, dopo il termine di questa vita, la conoscenza della verità prima e il godimento della maestà divina.
Da' anche al mio corpo, o rimuneratore generosissimo, la bellezza della luminosità, la prontezza dell'agilità, la forza di penetrazione della sottigliezza, la fortezza dell'impassibilità. Aggiungi a questi doni la sovrabbondanza delle ricchezze, il torrente delle delizie, la profusione dei beni perché possa godere: in alto, della consolazione che proviene da te, in basso, della bellezza del luogo, nel mio intimo della glorificazione del corpo e dell'anima, attorno a me della dilettevole compagnia degli angeli e degli uomini.
Presso di te, Padre clementissimo, il mio spirito ottenga lo splendore della sapienza, la mia sensibilità il conseguimento di tutto ciò che è desiderabile, la mia combattività la gloria del trionfo: presso di te è la liberazione dai pericoli, la varietà delle dimore, la concordia delle volontà; presso di te è la bellezza della primavera, il fulgore dell'estate, la fecondità dell'autunno e il riposo dell'inverno.
Concedimi, Signore Dio, la vita che è senza morte, la gioia che è senza dolore là dove regnano libera sicurezza, sicura tranquillità, gioiosa felicità, felice eternità, eterna beatitudine, visione e lode della verità, o Dio! Amen.