venerdì 4 febbraio 2011

Cercami, trovami, prendimi in braccio, portami



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Propongo per la serata un testo meraviglioso di sant'Ambrogio, tratto da Expositio in psalmum 118, Tau, 28-30.32. Ambrogio commenta Sal.118,176, che dice così:

Come pecora smarrita vado errando; †
cerca il tuo servo, *
perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti
.


«Cerca il tuo servo», dice [il salmo], «poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti».

Vieni, dunque, Signore Gesù, cerca il tuo servo, cerca la tua pecora sfinita, vieni, pastore, cerca Giuseppe come un gregge.


È andata errando la tua pecora, mentre Tu indugiavi, mentre Tu ti trattenevi sui monti.



Lascia le tue novantanove pecore e vieni a cercare quell’una che è andata errando.


Vieni Tu senza i cani, vieni Tu senza cattivi operai, vieni Tu senza il mercenario che non sa entrare attraverso la porta.



Vieni Tu senza aiutante, Tu senza intermediari, già da molto tempo aspetto che Tu venga; so infatti che stai per venire, «poiché non ho dimenticato i tuoi comandamenti».


Vieni non con il bastone, ma con carità e spirito di clemenza.


Non esitare a lasciare sui monti le tue novantanove pecore, perché finché stanno sui monti i lupi feroci non le possono assalire.


Nel paradiso una sola volta il serpente ha potuto nuocere; ma nel farlo ha perso l’esca, dopo che Adamo è stato da lì cacciato; e lì non potrà più nuocere.


Vieni a me, che sono afflitto dall’assalto dei lupi feroci.


Vieni a me, che, cacciato dal paradiso, sono da tempo messo alla prova dai veleni nella piaga provocata dal serpente, io che mi sono allontanato dal tuo gregge che sta sui monti.


Infatti Tu avevi messo là anche me, ma il lupo venuto di notte mi ha strappato dai tuoi ovili.


Cerca me, perché io ho bisogno di Te, cercami, trovami, prendimi in braccio, portami.


Tu puoi trovare chi ricerchi, ti degni di prendere in braccio chi hai trovato, di caricarti sulle spalle chi hai preso in braccio.


Non ti è di fastidio un peso di amore, non ti è di peso un trasporto di giustizia.


Vieni dunque, Signore, perché, anche se ho errato, tuttavia «non ho dimenticato i tuoi comandamenti», conservo la speranza di essere sanato.


Vieni, Signore, perché Tu sei il solo che puoi far tornare indietro la pecora smarrita senza render tristi quelli che avrai lasciato; anch’essi infatti si rallegreranno del ritorno del peccatore.


Vieni, per operare in terra la salvezza, in cielo la gioia.


Vieni, dunque, e cerca la tua pecora non per tramite dei servitori, non per tramite dei mercenari, ma Tu di persona! Prendimi nella carne che ha peccato in Adamo.


Prendimi non da Sara, ma da Maria, vergine inviolata, vergine preservata per grazia da ogni macchia di peccato.


Portami sulle tue spalle nella croce, che è salvezza per gli erranti, nella quale sola è il riposo per chi è stanco, nella quale sola trova vita chi muore.


È l’anima dunque ed è la Chiesa che dice: «Sono andata errando come una pecora che si era perduta», ma dice anche: «Ho cercato Colui che l’anima mia ha amato».


Questo è dire: «Dona la vita al tuo servo, perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti».


Io ti ho cercato, ma non sono capace di trovarti, se Tu non vuoi farti trovare.


E Tu vuoi farti trovare, ma vuoi farti desiderare a lungo, vuoi farti cercare con un desiderio che cresce.


Questo la tua Chiesa lo sa, perché Tu non vuoi che ti cerchi da addormentata, non vuoi che segua le tue orme stando a letto.


E così Tu bussi alla sua porta, per svegliare chi sta dormendo; Tu scruti se desto sia il cuore e dorma la carne.


Tu vuoi che chi sta a letto si alzi, quando dici: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti».