venerdì 18 febbraio 2011

Icone della Corona Misterica (2)

Nella memoria del Beato Angelico, presento di seguito un breve commento alle icone della Corona Misterica così come appaiono in una delle parrocchie che accolgono i canoni della nuova estetica applicata agli arredi ed agli spazi liturgici. Le icone sono opera di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale.La parrocchia è quella di san Bartolo in Tuto a Scandicci (FI).


Deposizione
Il settimo giorno, il Sabato, Dio riposò da ogni sua opera (cfr Gen 2,2). Cristo, quando "già splendevano le luci del sabato" (Lc 23,54) viene calato dalla croce: ha compiuto ogni sua opera nella vita terrena e riposa nel sonno della morte. La Vergine accoglie nel suo grembo il capo di Gesù e vi appoggia il suo viso con materna tenerezza: i due s'intrecciano e si fondono in un solo atto d'amore. Maria esprime un dolore composto e sereno. Essa è l'unica con gli occhi aperti: guarda il Cielo, il suo è lo sguardo della fede che s'innalza verso il Padre. Il suo corpo è segnato dai flagelli, il costato è squarciato, "sono forate le sue mani e i suoi piedi": è la debolezza di Dio, la sua risposta dinanzi ad ogni sofferenza e ad ogni forma di male. Questo corpo immolato è circondato da profonda pietà: San Giovanni bacia la sua mano, Giuseppe d'Arimatea in piedi si volge verso Cristo, Nicodemo inchinandosi completamente di fronte al Signore, abbraccia i suoi piedi. Dietro Maria il gruppo delle pie donne sconvolte, rappresenta il dramma dell'umanità dinanzi agli interrogativi posti dalla sofferenza, dall'ingiustizia e dalla morte. Abbandonato davanti alla pietra sepolcrale, il lenzuolo che avvolgerà il corpo di Gesù, è già l'annuncio della sua Risurrezione. Elemento centrale e sovrastante tutta l'icona è la grande croce nuda e nera, simboleggiante la morte di Cristo. Particolare il volto di Giuseppe d' Arimatea. Secondo la tradizione rappresenta l'invito a salirvi che viene rivolto a ogni cristiano. La croce aspetta tutti noi perché possiamo seguire le orme del Servo. Dio l'ha preparata come altare dove il cristiano "alter Christus" annunci, in ogni generazione, il Mistero pasquale.
Discesa agli inferi
Cristo è morto e discende agli inferi. Nel silenzio del Sabato Santo, sulla terra è il giorno del dolore, ma agli inferi è già Pasqua. Cristo vi discende come il sole che dissipa per sempre le tenebre della morte. L'icona significa ciò che canta il mattutino del Gran Sabato nella liturgia orientale: "Tu sei disceso sulla terra per salvare Adamo, ma non trovandolo sulla terra, o Signore, sei andato a cercarlo negli inferi". L'Amore si è donato gratuitamente e totalmente per andare in cerca della pecora perduta; è sceso sino alle profondità degli inferi per strappare gli uomini dalla schiavitù del peccato e della morte e per introdurre tutta l'umanità nella sala delle nozze, nel Paradiso. Cristo ha attraversato la morte, simboleggiata dal cerchio nero, ed ora, inserito nelle due sfere paradisiache, afferra Adamo e lo attira a se'. E' l'incontro tra il primo e il secondo Adamo: il Nuovo restituisce al primo l'immagine e la somiglianza con Dio "Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la Risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo" (1 Cor 15,2 1-22). Di fronte ad Adamo si trova Eva, la madre di tutti i viventi, anch'essa tende le braccia verso il Salvatore. Le sue mani sono coperte perché toccarono il frutto proibito. Cristo Re ha una veste dorata, risplendente della gloria divina; Egli sovrasta gli abissi, sotto di lui cadono infrante le porte degli inferi. I due gruppi di figure rappresentano i profeti e i giusti che attendono il Salvatore. Alla sinistra si riconoscono: il re Davide, Salomone, e Daniele con il copricapo di foggia babilonese. Più vicino a Gesù, Giovanni Battista che ripete il suo gesto di testimone. Alla destra si trovano Mosè con le tavole della Legge, Abramo dal volto rugoso e Noè con le vesti screziate dei colori dell'arcobaleno; essi sono testimoni dell'Alleanza. Tutti riconoscono il Signore nel quale hanno sperato: in Lui si compiono la Legge e le promesse. "Strappa dal carcere la mia vita, perché io renda grazie al tuo nome: i giusti mi faranno corona quando mi concederai la tua grazia" (Sal 142,8). Cristo liberatore annuncia il vangelo ai prigionieri: ogni cristiano partecipa di questo zelo apostolico per il destino di tutti coloro che in questo mondo sono agli inferi, seduti nelle tenebre e nell'ombra della morte.
La tomba vuota
Il racconto evangelico non dice niente sulle circostanze della Risurrezione e l'iconografia rispetta questo Mistero, perciò la Risurrezione di Cristo non è mai rappresentata come una figura, ma sempre come la tomba vuota. E' l'alba; le donne si recano al sepolcro. Hanno nelle mani piccoli sacchetti contenenti oli aromatici e mirra per imbalsamare il corpo di Gesù. Le loro vesti hanno colori crepuscolari: le ombre della notte stanno cedendo all'aurora. Dal lato opposto, un angelo in vesti dorate: in lui traspare la luce del giorno senza tramonto che Cristo ha inaugurato. Il messaggero celeste è seduto sulla pietra che chiudeva il sepolcro e che è stata rotolata via. Al centro, la tomba è vuota. La Vita è altrove. L'icona, nel ciclo delle pitture, è situata in posizione simmetrica all'Annunciazione. Come in quella, un angelo porta la Buona Notizia: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato" (Lc 24,5). Le donne ricevono e custodiscono nella fede questo annuncio. L'angelo indica la tomba e le bende mortuarie. Notiamo qui le analogie con la Natività: la grotta buia, la mangiatoia-sepolcro e le fasce-bende. Queste hanno avvolto il corpo mortale del Re e vengono sciolte dalla Risurrezione.Il mistero dell'Incarnazione è giunto a compimento. Si apre una nuova era: "Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove" (2 Cor 5,16-17). Delle tre donne, una sola ha l'aureola. E' la Maddalena, la donna peccatrice trasformata dall'amore di Cristo. Essa è immagine della Chiesa, alla quale il Signore ha donato una nuova natura, rendendola conforme a se', sua sposa. Ecco, la Chiesa incontrerà Cristo nello Spirito; lo vedrà nell'evangelizzazione; potrà donare la vita per annunciare a tutti gli uomini che essi hanno un Padre nel cielo.
Apparizione di Cristo Risorto
Cristo Risorto appare ai discepoli la sera stessa della domenica di Risurrezione. Il suo corpo glorioso non è più soggetto alle leggi naturali: può attraversare le porte chiuse. Tuttavia Cristo porta ben visibili i segni della Passione; Lui stesso li mostra: "Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!" (Lc 24,39). Nella corona misterica questa icona è contrapposta a quella della Trasfigurazione. Se durante la sua vita terrena, sul Tabor, Cristo ha folgorato i discepoli con lo splendore della gloria divina, in vista dello scandalo della croce, ora che è risorto, invita a riconoscere nel suo corpo glorioso il Crocifisso, l'uomo Gesù vincitore della morte. Anche i colori delle sue vesti lo indicano: la tunica porpora simbolo della natura umana è ricoperta dal manto azzurro segno della sua divinità. Egli è in piedi, al centro della composizione, nelle sue braccia aperte si riuniscono i due gruppi dei discepoli che lo accolgono pieni di stupore. Essi guardano il suo volto sereno, pervaso di tenerezza: il suo potere è l'amore. Ha il cuore trafitto perchè ogni uomo, per quanto peccatore, possa essere raggiunto dal suo perdono: "Le grandi acque non possono spegnere l'amore, né i fiumi travolgerlo" (Ct 8,7). Cristo appare agli Apostoli impauriti dicendo: "Pace a voi!" Shalom, Pace! Questo è il dono del Risorto. Egli abbatte ogni divisione. E' totale comunione. "Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia" (Ef 2,14). In questa icona è importante notare che i due Apostoli in primo piano sono, alla sinistra San Pietro e, alla destra Sant'Andrea. Essi rappresentano rispettivamente la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente. Nel Concilio di Firenze (1439-45) fu cercata una possibile unione tra le due Chiese. L'icona vuole essere auspicio che questa unione possa presto realizzarsi.
L'Ascensione
Il Signore con la sua discesa agli inferi ha annientato l'avversario e con la sua ascensione ha esaltato l'uomo. L'icona annuncia la 'vittoria sulla morte, sull'inferno e lo scopo della salvezza: la nostra umanità è introdotta definitivamente nell'esistenza celeste tramite l'umanità di Cristo. Quindi la nostra patria è nei cieli: "Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere in Cristo... Con lui ci ha anche risuscitati e ci ha fatti sedere nei cieli, in Cristo Gesù" (Ef 2,4-6). L'Ascensione è già l'inizio della Pentecoste che è la realizzazione della preghiera di Gesù: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore (lo Spirito Santo) perché rimanga con voi per sempre" (Gv 14,16). Il Cristo, in un cerchio di sfere cosmiche, da dove si irradia la sua gloria, stende la destra in un gesto di benedizione e di invio. "Alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il Cielo" (Lc 24,50-51). Sotto il segno di questa benedizione permanente gli Apostoli diventano il fondamento della Chiesa. Nella sinistra, Cristo tiene il rotolo delle Scritture che contengono l'annuncio della Buona Notizia. L'opera di salvezza è realizzata. Ora deve essere accolta liberamente da ogni uomo. Io l'invio ad evangelizzare: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,19-20). La gioia degli Apostoli esplode, malgrado la dipartita del Cristo, perché la promessa resta: "Io sono con voi e nessuno prevarrà contro di voi". La Vergine, immagine della Chiesa, è rappresentata tra due angeli al di sotto di Cristo che ne è il capo. L'estremità delle braccia alzate degli angeli e i piedi della Vergine formano i tre punti di un triangolo simbolo della SS. Trinità, di cui la Chiesa è l'impronta. Gli Apostoli, divisi in due gruppi uguali, formano un cerchio e mostrano la Chiesa inscritta nel segno sacro dell'eternità e dell'amore tra il Padre e il Figlio. Nel gruppo degli Apostoli, alla destra della Vergine, c'è San Pietro, alla sinistra San Paolo, che certamente non fu testimone dell'Ascensione, ma che tuttavia appartiene al nucleo apostolico. Il Cristo è sostenuto nel suo allontanarsi da due angeli. Sono gli angeli che furono testimoni misteriosi e attoniti della sua Incarnazione. L'icona, invertendo la direzione del movimento del Cristo, rappresenta il ritorno del Signore: la Parusia. "Questo Gesù... tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in Cielo" (At 1,11).E' ciò che annunciano i due angeli tra gli Apostoli.
Pentecoste
La Pentecoste è l'invio dello Spirito Santo da parte del Padre. Il nome della festa ricorda l'evento accaduto, secondo il racconto degli Atti, 50 giorni dopo la Pasqua. Cristo, compiuta la sua missione, ritorna al Padre affinché lo Spirito Santo discenda in Persona su di noi. Dice San Simone: "Era questo lo scopo e la destinazione di tutta l'opera della nostra salvezza attuata dal Cristo: che i credenti ricevessero lo Spirito Santo". E' una icona trinitaria. Con la Pentecoste la SS. Trinità viene ad abitare nell'uomo: "In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi" (Gv 14,20). La Pentecoste trasforma l'uomo da peccatore in santo. E' la festa della nascita della Chiesa, comunione tra gli uomini. Lo Spirito Santo riproduce sulla terra la rivelazione della comunione celeste delle Tre Persone divine. Il miracolo delle lingue nel primo discorso di San Pietro lo testimonia. Le lingue, che un tempo furono confuse, come ricorda l'episodio della torre di Babele, ora si uniscono nella conoscenza misteriosa della Trinità. La comunione ha una tale intensità che non si tratta più di conoscenza della lingua, bensì del parlare dello spirito allo spirito. Gli Apostoli seduti formano un arco. Tutti stanno sul medesimo piano e sono di uguale grandezza: E' l'armonia dell'unità, dono dello Spirito Santo. L'icona sottolinea il racconto degli Atti: "Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro" (At 2,3). Ciascun Apostolo riceve una lingua di fuoco "personalmente". Lo Spirito Santo si dona in modo unico e personale a ciascuno. E' Lui che diversifica e rende ciascuno carismatico". L'icona mostra il collegio dei dodici Apostoli, segno delle dodici tribù d'Israele. Alla destra della Vergine c'è San Pietro e alla sinistra San Paolo che, per la vastità e importanza della sua opera di evangelizzazione, è incluso tra gli Apostoli. Ogni Apostolo tiene in mano un rotolo, simbolo della predicazione della Buona Notizia. Il personaggio vestito da re, nella parte inferiore dell'icona, è il Cosmo. E' circondato da un arco nero, segno che l'universo è prigioniero del principe di questo mondo e della morte. Il Cosmo tiene nelle sue mani un panno con dodici rotoli, simbolo della predicazione dei dodici Apostoli e della Chiesa. Nell'icona ci sono due livelli: in alto è già la "nuova creazione", operata dallo Spirito Santo alla quale aspira l'umanità; in basso lo Spirito Santo entra in azione con l'evangelizzazione per liberare e trasformare il Cosmo prigioniero della morte. Nella tradizione occidentale iconografica la Vergine appare al centro degli Apostoli. La sua presenza ricorda le parole degli Atti: "Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù" (At 1,14). Non era, infatti, possibile che Colei che aveva ricevuto lo Spirito Santo al momento della concezione non fosse presente alla discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli. L'icona della Pentecoste mostra così anche il mistero della nascita spirituale dell'uomo.
Assunzione di Maria (Dormitio)
Fin dai primi secoli la Tradizione della Chiesa e dei santi Padri professa la sua fede nell'elevazione al Cielo della Vergine. La festa è celebrata in Oriente già dal VI sec., sempre col nome di "Dormitio o Koimesis". In Occidente, invece, appare più tardi (VII e VIII sec.) e a partire dal IX sec. è chiamata "Assunzione". Nel 1950 Pio XII ne definì il dogma affermando: "Maria, la Madre di Dio Immacolata e sempre Vergine, dopo essere giunta al termine della sua vita terrena, è stata elevata in anima e corpo alla gloria celeste" (Acta Apostolicae Sedis 42, pag. 770). Nelle parole di Pio XII si delineano i fondamenti dottrinali dell'Assunzione di Maria: la sua divina e immacolata maternità e la sua perpetua verginità. Maria è madre di Dio. In lei la natura divina di Cristo si è fatta carne. Nuovo tempio, ha portato in se' la SS. Trinità. Recita un inno dell'Assunzione: "Accogli presso di te, o Padre buono, l'anima della Madre mia benedetta, colei che ha ricevuto in se' il Figlio tuo Unigenito nel mondo. Accogli il tuo Tempio Santo, che è stato la dimora del tuo Santo Spirito. Accogli, o Padre buono, il roveto che ha portato in se' il fuoco della tua divinità e non ne è stato consumato". Maria è "dimora di Dio", completamente consacrata a Lui sia nel corpo che nell'anima. L'intima unione di Maria con la divinità si esprime nella sua purezza verginale che conserverà prima, durante e dopo il parto. Il corpo di Maria tutto santo non poteva conoscere la corruzione del sepolcro. Dopo l'Assunzione Maria, con materna sollecitudine, partecipa ancor più profondamente all'opera del Figlio suo: la salvezza del mondo. Vi partecipa con la sua preghiera e la sua intercessione. Maria è la mediatrice di ogni grazia. L'icona della Dormitio è un canto alla vittoria di Cristo sopra la morte. Per questa vittoria il corpo di Maria entra, come prima tra gli eletti, nella gloria di Dio. L'Assunzione è così annuncio e promessa della Risurrezione dei nostri corpi alla fine dei tempi. Come Maria anche noi parteciperemo alla gloria di Cristo, con il nostro corpo trasformato. Per la composizione di questa icona i pittori si sono ispirati ai Vangeli apocrifi (in gran parte scritti tra il II e il V sec.). Gli apocrifi raccontano che per un ordine divino gli Apostoli, dispersi in ogni parte della terra ad evangelizzare, furono trasportati sulle nubi dagli angeli a Gerusalemme, presso la casa di Maria per servirla, ricevere la sua benedizione ed essere testimoni della sua gloria. Secondo gli apocrifi, San Tommaso arrivò a Gerusalemme quando la Vergine era già stata sepolta sul Monte degli Olivi. Corso là, la vide mentre saliva al Cielo. Maria gli diede la cintura che indossava per la sepoltura. Tommaso la baciò e la mostrò agli altri Apostoli. Così quando al sepolcro non trovarono più il corpo di Maria, la cintura divenne la prova della sua Assunzione, perciò nell'icona, alla destra, al posto di San Tommaso assente, è raffigurato San Paolo. Gli Apostoli, intorno al letto della Vergine, esprimono una profonda tristezza perché hanno perduto colei che, oltre ad essere Madre di Dio, è anche Madre loro. San Pietro, alla sinistra, incensa il corpo della Vergine. Maria "dorme" con le mani incrociate sul petto e la testa leggermente alzata su un letto riccamente adornato. Intorno al suo corpo c'è il manto di color porpora "maphorion", segno della sua regalità. Accanto al letto è raffigurato il cero pasquale usato durante la Liturgia dei defunti. Secondo la Tradizione la Vergine lo accese quando l'Angelo le annunziò l'imminenza della sua morte. Centro della composizione è il Cristo Risorto che sorregge nelle mani l'anima di Maria fasciata con le bende mortuarie. L'aureola color verde scuro, intorno al Cristo, è piena di angeli e arcangeli. Le schiere degli angeli sono chiamate a partecipare a questo solenne avvenimento e scortare la Madre del Re al Cielo. Nella parte superiore dell'icona si vede Maria, con una veste bianca, seduta in trono. E' al centro di un'aureola formata da tre cerchi, simbolo della Trinità. Secondo gli apocrifi gli angeli che portarono Maria in Cielo sono Gabriele e Michele. Sopra l'aureola si vede un tratto di Cielo, le cui porte si aprono per accogliere la Madre di Dio.
Cristo Pantocrator
Sopra la sede presidenziale c'è Cristo Pantocrator; ossia l'Onnipotente, che viene alla fine dei tempi nella gloria della sua divinità a giudicare la terra. L'icona svela la verità della potenza di Dio che era stata nascosta sotto le spoglie mortali del Cristo. Sulle mani e sui piedi si vedono le piaghe della crocifissione e dell'umiliazione che patì per amore nostro. E' lui il Figlio dell'Uomo annunziato dalle Scritture, che disprezzato e deriso nella sua prima venuta nel mondo, viene ora nella sua seconda venuta come giudice giusto per giudicare i vivi e i morti: "Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'Uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra e vedranno il Figlio dell'Uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli" (Mt 24,30-31). Nella sua mano sinistra tiene il Libro della Vita, su cui si legge "Amate i vostri nemici" (Mt 5,44), queste parole sono il cuore della Nuova Alleanza e immagine dell'uomo nuovo. Infatti Gesù è, allo stesso tempo l'immagine di Dio e dell'uomo. In lui, vincitore della morte e Signore di tutto ciò che schiavizza l'uomo, queste parole sono ora realizzabili nella nostra vita, e su di esse saremo giudicati. Nella pagina a destra del Libro della Vita si legge: "Vengo presto" (Ap 22,20). Sono parole di incoraggiamento, un invito alla perseveranza, per mantenere salda la nostra fede perché anche noi possiamo dire con San Paolo: "Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione" (2 Tim 4,7-8). Sotto l'immagine del Cristo Pantocrator, durante le celebrazioni il presbitero, icona vivente di Cristo, fa pensare alle parole del prefazio della notte di Natale, in cui la Chiesa ringrazia il Padre perché "nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all'amore delle cose invisibili". Il Pantocrator esprime infatti l'attesa escatologica dell'Assemblea cristiana, che sperimenta, durante la Celebrazione Eucaristica, la presenza viva del Cristo. Questa esperienza la conferma nella fede e accende in lei il desiderio della venuta finale del Signore, che segna la vittoria definitiva sul male e sulla morte. Perciò la Chiesa, in un grido pieno di speranza, esclama: "Vieni Signore Gesù!". La centralità dell'immagine svela anche l'orientamento della storia verso il suo punto conclusivo: l'incontro con Cristo che viene. Il nostro mondo tende ad un fine, non di disfatta e di vuoto, ma di pienezza di vita in Dio. Il Cristo Pantocrator converge a se' tutto il ciclo pittorico. E' il centro di tutta la corona misterica. Per questo la sua figura, catturando per prima lo sguardo, si stacca dal fondo dell'oro e sembra quasi venire incontro a chi entra nella Chiesa e farci partecipi della sua trasfigurazione finale e vittoriosa, come esprimono le sue vesti bianche, segno della sua divinità. Anche i cristiani, che nel Battesimo hanno sconfitto il principe di questo mondo, cioè il diavolo, sono rivestiti della natura di Dio e indossano vesti candide all'uscita dal fonte battesimale: "Il vincitore sarà dunque vestito di bianche vesti, non cancellerà il suo nome dal libro della vita, ma lo riconoscerà davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli" (Ap 3,5).Sulla sinistra ci sono le pitture che rappresentano la vita terrestre di Cristo: l'Annunciazione, la Natività, il Battesimo e la Trasfigurazione, l'Entrata in Gerusalemme, l'Ultima Cena e la Crocifissione. Sulla destra le pitture che rappresentano la vita celeste, che già inizia col Sabato Santo: la Deposizione dalla croce, segue la Discesa agli Inferi, la Tomba vuota, l'Apparizione di Cristo Risorto agli apostoli, l'Ascensione al cielo, la Pentecoste e l'Assunzione di Maria "Dormitio". Il Cristo con la mano destra benedice. Il suo corpo è inscritto nelle tre sfere cosmiche. La prima sfera è blu e rappresenta la terra. La seconda sfera è nera e rappresenta la morte che circonda la terra. La terza sfera è celeste e rappresenta il Cielo. Al centro la figura di Cristo spezza il cerchio della morte e unisce la terra al cielo. I quattro angoli rossi laterali sono immagine degli Evangelisti che annunciano e preparano la seconda venuta di Cristo nel mondo.