sabato 5 febbraio 2011

La tua luce sorgerà come l'aurora

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Il sermone del monte di Matteo ci rivela che il discepolo di Gesù è chiamato alla missione di far risplendere nel mondo di oggi la vita luminosa di Cristo che è vivo e operante nel credente: è l'unico modo concreto di far presente visibilmente nel mondo il Salvatore, con la luce che emana da una vita profondamente e coscientemente evangelica, pena la nostra appartenenza a Lui nella fede. Buona domenica sac.Vito Valente


V^ Domenica del Tempo Ordinario

Anno A

MESSALE
Antifona d'Ingresso Sal 94,6-7
Venite, adoriamo il Signore,
prostrati davanti a lui che ci ha fatti;
egli è il Signore nostro Dio.


C
olletta
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore...

Oppure:
O Dio, che nella follia della croce manifesti quanto è distante la tua sapienza dalla logica del mondo, donaci il vero spirito del Vangelo, perché ardenti nella fede e instancabili nella carità diventiamo luce e sale della terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo...


LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
Is 58, 7-10
La tua luce sorgerà come l'aurora.

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Non consiste forse [il digiuno che voglio]
nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se aprirai il tuo cuore all’affamato,
se sazierai l’afflitto di cuore,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio».


Salmo Responsoriale
Dal Salmo 111
Il giusto risplende come luce.
Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.

Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.
Cattive notizie non avrà da temere,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.

Sicuro è il suo cuore, non teme,
egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria.


Seconda Lettura
1 Cor 2, 1-5
Vi ho annunciato il mistero di Cristo crocifisso.


Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.


Canto al Vangelo
Gv 8,12
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita.

Alleluia.


Vangelo
Mt 5, 13-16
Voi siete la luce del mondo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore.



Traccia di Omelia


La Parola di Dio di questa domenica ricorre all’immagine della luce, per parlare dell’uomo giusto, che teme il Signore.
L’uomo di fede, che si affida a Dio, è un “uomo luminoso”.
Così, nella prima lettura, il profeta Isaia descrive chi si cura del povero come uomo la cui luce sorge come l’aurora, e chi costruisce relazioni di pace e di carità, come uomo la cui luce brilla nelle tenebre.
Viene presentato l’influsso di un uomo giusto e generoso, che con la sua vita esemplare rompe il gelo di una società chiusa in se stessa, che non si cura di quanti sono nel bisogno. Il suo intervento è, invece, paragonato al calore e alla luminosità della luce.
Il salmo accompagna questo tema facendoci pregare: «Il giusto risplende come luce».
Nel Vangelo, infine, Gesù stesso paragona i suoi discepoli ad una lampada che va posta sul lucerniere, perché faccia luce a tutti coloro che sono nella casa.
Il riferimento al moggio, sotto il quale talvolta si nasconde la luce, mette in rilievo l’assurdità di quel gesto: la lampada non può rimanere nascosta o coperta, altrimenti perde il proprio senso e la propria funzione.
La luce deve sfolgorare e la “luce degli uomini” corrisponde alle loro opere buone, cioè gli atti di amore e di giustizia.
La liturgia diventa dunque celebrazione della luce, che l’uomo giusto può irradiare nel mondo con la propria testimonianza. Il giusto, inondato dalla luce divina, diventa a sua volta fiaccola che risplende e riscalda. Al contrario, quanti, pur battezzati, si allontanano dalla sorgente della luce, che è l’amore di Dio, diventano espressione dell’assurdità di una luce soffocata dal moggio, dal moggio della propria incoerenza e della mancanza di memoria nella fede in un Dio fatto uomo che ha detto di Se stesso: «Io sono la Luce».
La testimonianza della fede non passa solo attraverso le parole, ma anche attraverso opere di pace e di giustizia. Il cristiano, senza nascondersi o impigrirsi, deve essere esposto alla luce di Dio, in particolare ai benefici raggi del Sole eucaristico, per nutrirsene e, ricevuta la Luce, non deve “catturarla” o imprigionarla sotto il proprio “moggio”, ma irradiarla a tutti coloro che lo circondano.