lunedì 7 febbraio 2011

Martirologio del 7 febbraio

Oggi 7 febbraio ricordiamo:
  I SERVI DI DIO MARTIRI
DI BOSNIA-ERZEGOVINA E CROAZIA


Servi di Dio Martiri di Siroki Brijeg
(Frati Minori Francescani)

Servi di Dio Martiri di Bosnia-Erzegovina e Croazia
 
+ Siroki Brijeg. Bosnia-Erzegovina, 1945
Medjugorje, piccolo villaggio della Bosnia-Erzegovina, è conosciuto da tanti fedeli cattolici, soprattutto italiani, per le apparizioni mariane che si susseguono dal 1981. Ai tanti pellegrini che affollano il villaggio può capitare di visitare, nelle vicinanze del paesino, il santuario di Siroki Brijeg, titolato alla Madonna Assunta in Cielo, santuario che costituisce l'autentico vessillo religioso dell'Erzegovina, riconosciuto anche al di fuori dei confini della piccola regione.
Quel monastero, vero e proprio scrigno della storia e delle memorie del popolo croato di Erzegovina, fu teatro, il 7 febbraio 1945, di una delle più efferate stragi commesse dai partigiani comunisti locali, eccidio rimasto indelebile nella memoria della gente del luogo nonostante tutti i tentativi, anche violenti, delle autorità comuniste di far dimenticare l'episodio. Il complesso comprendente il santuario, il convento, una scuola e una chiesa, era stato costruito nel 1846 (durante la dominazione turca), grazie alla dedizione di dodici francescani originari dell'Erzegovina e provenienti da Kresevo, in Bosnia. Col passare degli anni, quel luogo era divenuto il simbolo cristiano più importante di tutta l'Erzegovina; per questo motivo un gruppo di partigiani comunisti decise di distruggerlo dalle fondamenta, al fine di sradicare dal cuore del popolo la fede cattolica e la benevolenza e la riconoscenza verso i frati francescani.
Arrivati a Siroki Brijeg alle tre del pomeriggio del 7 febbraio 1945, i partigiani trovarono nel monastero trenta religiosi, alcuni dei quali erano professori nel ginnasio adiacente il santuario. Con minacce e bestemmie cercarono di persuadere i frati a lasciare l'abito religioso; al rifiuto di questi, presero i francescani uno ad uno, li portarono fuori dal convento e li uccisero. Testimoni oculari hanno successivamente raccontato che i frati andarono incontro alla morte pregando e cantando le litanie della Madonna. Terminata l'esecuzione i loro corpi furono cosparsi di benzina e bruciati. Non paghi di questo, i partigiani oltraggiarono e cancellarono la scritta sulla pietra invocante Dio e la Madonna, posta sopra l'ingresso del convento, e distrussero la biblioteca, contenente circa 150 mila volumi, che documentavano le tappe della storia e delle sofferenze del popolo croato di Erzegovina.



Sempre oggi 7 febbraio i  nostri fratelli ortodossi ricordano i:   
  
 
Neomartiri e confessori della Russia e dell'Ucraina
(XX sec.)
Il 25 gennaio (7 febbraio secondo il calendario gregoriano) del 1918, viene ucciso dai rivoluzionari bolscevichi Vladimiro, metropolita di Kiev e di Halyc. Raggiunto nella Laura delle Grotte di Kiev, Vladimiro fu sommariamente processato e condannato a morte. Morì benedicendo i suoi uccisori.
Con la sua tragica fine, divenne ormai evidente l'inconciliabilità tra gli ideologi della Rivoluzione d'ottobre e l'ala più radicalmente evangelica dei cristiani in terra russa.
In realtà già nel 1905, con l'assassinio dei presbiteri Vladimiro Troepolskij e Costantino Chitrov da parte dei primi rivoluzionari, si era profilata una nuova stagione di testimonianza fino al sangue per i cristiani russi. Nel 1910 venne poi assassinato a Tbilisi l'arcivescovo Nicone, esarca della Georgia. Allo scoppio della Rivoluzione d'ottobre fu ucciso l'arciprete Giovanni Kocurov. Nel 1918 nella sola città di Voronez furono martirizzati 160 presbiteri, compreso l'arcivescovo Tichon, impiccato alla porta della cattedrale.
Il numero di martiri cristiani sotto il dominio sovietico fu incalcolabile, come impressionante fu il numero globale di vittime del regime: quasi venti milioni di persone persero la vita, a volte dopo anni di esilio e di tormenti. Nella chiesa, a fasi alterne, furono soprattutto vescovi, preti e monaci a essere perseguitati, torturati e uccisi.
Ma il cristianesimo in Russia è sopravvissuto, a riprova che davvero il sangue dei martiri è il suo seme più fecondo. La memoria odierna, dapprima celebrata soltanto dalla Chiesa russa in esilio, è oggi patrimonio comune di tutti gli ortodossi russi e ucraini.

TRACCE DI LETTURA
O Signore,
dona la tua benedizione,
affinché noi tutti, tuoi servi deboli e peccatori,
spossati sulla via, possiamo,
ciascuno sul cammino della propria vita,
cantarti, nonostante tutto,
di fronte ai nostri fratelli
che si sono rivoltati contro di te:
a te, nostro Dio,
un immenso canto di lode
e di azione di grazie.
Ora ti preghiamo:
concedi ai cristiani di essere calmi, senza timore, in pace nella tua volontà.
Perdonaci e benedici noi tutti,
i ladroni e i samaritani, i bambini,
quelli che cadono lungo la via,
i preti che passano senza fermarsi.
Tutti sono il nostro prossimo:
i carnefici e le vittime,
quelli che maledicono e quelli che sono maledetti,
quelli che ti combattono crudelmente
e quelli che si prostrano davanti al tuo amore.
Accoglici tutti in te,
Padre santo e giusto.

  Preghiera anonima recitata durante le persecuzioni krusceviane

PREGHIERA
Sei stato per il tuo gregge un'immagine della misericordia,
della protezione e della difesa di Cristo,
o padre e vescovo Vladimiro.
Accettando da uomo mite la sofferenza,
hai benedetto e perdonato
gli uomini malvagi venuti a ucciderti.
Intercedi presso Cristo nostro Dio
affinché ci conceda uno spirito di pace
e la sua grande tenerezza.