mercoledì 23 febbraio 2011

Nulla di ciò che è umano è sicuro






Alla fine della giornata, dopo aver ascoltato le tremende notizie dalla Libia, ma non solo: nazioni intere che sprofondano nel caos, presidenti destituiti o sostituiti o semplicemente...morti. Intanto, dall'altra parte del mondo è già pronto il tappeto rosso sull'Hollywood Boulevard, cresce l'attesa per gli Oscar di domenica notte...
Difficile non dar ragione a san Gregorio Nazianzeno, di cui propongo questo testo così terribilmente attuale.

"Perchè, in mezzo alle disgrazie dei nostri fratelli, ci dedichiamo ai piaceri? Non mi accada mai di essere ricco, mentre quelli sono privi di tutto; non mi accada di stare bene se non vengo in aiuto alle loro ferite, di avere cibo a sufficienza, un riparo, nè di riposare sotto un tetto, se non porgo loro del pane, non distribuisco un vestito secondo le mie possibilità e non li faccio riposare sotto un tetto. Se dobbiamo deporre tutto per Cristo per poterlo seguire con sincerità, sollevando la croce, leviamoci in volo leggeri e agili senza essere trascinati in basso da cosa alcuna, e in cambio di tutto guadagneremo Cristo, innalzati a causa dell'umiltà e arricchiti a causa della povertà. Se poi seminassi solo per me, che io semini pure, ma altri ne mangino i frutti e ancora, per dire le parole di Giobbe: "Mi cresca l'ortica in luogo del frumento, un rovo al posto dell'orzo" (Gb.31,40); mi colga un vento bruciante e un turbine si porti via le mie fatiche, perchè ho lavorato invano. Se anche costruissi granai, accumulando tesori provenienti da Mammona e per Mammona, in questa notte stessa mi sarebbe richiesta la vita (cf. Lc.12,20), e dovrei rendere conto di quello che ho malvagiamente accumulato.
Rinsaviremo dunque una buona volta? Quando rifletteremo sulle cose umane? Trovandoci in mezzo ai mali altrui, non baderemo ai nostri? Per natura, infatti, nulla di ciò che è umano è sicuro, nulla è uguale, nulla basta a se stesso, nulla sta fermo nelle stesse condizioni, ma una ruota fa girare le nostre vicende, provocando ora un mutamento ora un altro, spesso nel volgere di un giorno, a volte di una sola ora... Sono dunque sapienti quelli che, poichè non si fidano del presente,ammassano tesori per il futuro e, data l'instabilità e l'incertezza della fortuna umana, amano quella bontà che non può esaurirsi".
(Gregorio di Nazianzo, Discorsi 14,18-19)