sabato 5 febbraio 2011

Scavare in se stessi il fondamento dell'umiltà


Propongo per la notte una lettura tratta dai "Discorsi" di sant'Agostino.
Sermo LXIX, 1-4. PL 38, 441-442.


Perché il Signore ci invita a venire da lui, se non perché siamo stanchi?
La sua promessa è quasi scontata: dal momento che aveva chiamato a sé
quanti erano affaticati, questi avrebbero forse chiesto per quale
ricompensa furono chiamati: E io - egli rispose - vi farò riposare.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, non a fabbricare il
mondo, non a creare tutte le realtà visibili e invisibili, non a compiere
miracoli nel mondo e risuscitare i morti, ma che io sono mite e umile di
cuore.

Vuoi essere alto? Comincia dal più basso. Se pensi di costruire l'edificio
alto della santità evangelica, prepara prima il fondamento dell'umiltà.
Quanto più grande è la mole dell'edificio che uno desidera e progetta
d'innalzare, quanto più alto sarà l'edificio, tanto più profonde scaverà
le fondamenta. L'edificio, che viene costruito, s'innalza sì verso il
cielo, ma chi scava le fondamenta sprofonda nella fossa.

Dunque, anche una costruzione prima d'innalzarsi si abbassa e il
coronamento non è posto se non dopo l'abbassamento compiuto.



Qual è il coronamento dell’edificio che ci proponiamo di costruire? Fin
dove dovrà arrivare la sua sommità? Lo dico subito: fino alla visione di
Dio. Voi comprendete che cosa grande e sublime sia contemplare Dio. Chi lo
desidera capisce ciò che dico e ciò che sente. A noi è promessa la visione
di Dio, del vero Dio, del sommo Dio.

Questa è la felicità: vedere colui che vede. Gli adoratori dei falsi dèi li
vedono facilmente, però vedono dèi che hanno occhi ma non vedono. A noi
invece è promessa la visione del Dio vivente e vedente, perché bramiamo di
contemplare Dio, del quale la Scrittura dice: Chi ha formato l’orecchio,
forse non sente? Chi ha plasmato l’occhio, forse non guarda?




Che tu lo voglia o no, Dio ti vede, e non hai possibilità di nasconderti ai
suoi occhi. Se salirai in cielo, egli è lì; se scenderai agli inferi, lì
pure egli è.

Tu sei in angustie poiché non vuoi desistere dalle tue azioni cattive e
vuoi non essere visto da Dio. È una gran pena. Vuoi fare il male ogni
giorno e pensi di non essere visto? Ascolta Cristo che dice: Venite a me,
voi tutti che siete affaticati. Non metterai fine alla fatica con il
fuggire. Preferisci forse fuggire da lui anziché rifugiarti in lui? Prima
però trova un luogo dove scappare e poi prendi la fuga. Se però non puoi
fuggire da lui perché è presente dappertutto, corri a rifugiarti in Dio:
egli è tanto vicino a te ch'è presente dove sei tu. Rifúgiati in lui.

Ecco, fuggendo hai oltrepassato i cieli: egli è lì; sei disceso agli
inferi: egli è anche lì. Qualunque sarà il deserto della terra ove
sceglierai di vagare, anche lì c'è chi ha detto: Non riempio io il cielo e
la terra? Se dunque egli riempie il cielo e la terra e non hai modo ove
fuggire lontano da lui, non ti affannare; fuggi verso chi ti sta vicino,
per tema di non sentirlo venire.




Il Signore ti ha guardato con occhio di misericordia per chiamarti quando
eri indegno. Quanto più amichevolmente fisserà il suo sguardo su di te
quando ti premierà se sarai degno, egli che ti ha guardato con occhio di
misericordia per chiamarti quando eri indegno?

Al Signore, ch'egli ancora non conosceva, Natanaele domandò: “Come mi
conosci?” Gli rispose Gesù: “Io ti ho visto quando eri sotto il fico”.
Cristo ti ha veduto nella tua ombra, non ti vedrà nella sua luce? Prepàrati
a contemplare nel cielo colui che ti ha veduto nella sua misericordia.

Ma poiché alto è il destino che ti arride, prima pensa al fondamento. "Ma a
quale fondamento?" potrai domandare. Impara da lui che è mite e umile di
cuore. Scava in te il fondamento dell'umiltà e arriverai alle vette
dell’amore.