lunedì 7 marzo 2011

Solo una sana e consapevole libidine

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Giovanni Crisostomo (m. 407) è l'autore del testo che segue, tratto dalle sue "Omelie sul Vangelo di Matteo". Di una attualità fin troppo evidente... Parla di canti diabolici e canzoni lascive. Fortuna che non era ancora stato inventato il grammofono!

Chi di voi qui presenti, se gli fosse richiesto, sarebbe in grado di recitare un salmo o qualche altra parte delle divine Scritture? Non c'è nessuno. Ed è cosa grave non solo questo, ma anche il fatto che, mentre vi siete persi d'animo nelle cose spirituali, siete più ardenti del fuoco in tutto ciò che è ispirato dal diavolo. Se si volesse esaminarvi su canti diabolici e canzoni lascive, se ne troverebbero molti che li conoscono alla perfezione e li ripetono con grande godimento. Quale giustificazione ci può essere per tali accuse? Si potrebbe dire: "Non sono monaco, ma ho moglie e figli e mi occupo di una casa". Questo è quello che ha rovinato tutto: pensare che la lettura delle divine Scritture riguardi soltanto loro, mentre siete voi ad averne molto più bisogno. Sono quelli che si trovano in mezzo al mondo e che ricevono ferite ogni giorno che hanno più necessità di medicine. E così ritenere che la lettura delle Scritture sia superflua è molto peggio che non leggerle, perchè queste parole provengono da una riflessione diabolica... Abbiamo bisogno dei continui incitamenti dello Spirito. Questo è il motivo per cui siamo superiori agli animali, mentre per il resto siamo anche di molto inferiori ad essi. Questo è un nutrimento per l'anima, suo ornamento, sua sicurezza, così come non ascoltare è fame e rovina. Darò ad essi, dice la Scrittura, non fame di pane nè sete di acqua, ma fame di ascoltare la Parola del Signore (Am.8,11).
Che cosa potrebbe essere più infelice che l'attirare spontaneamente sul tuo capo quel male che Dio minaccia come castigo, provocando nell'anima tua una fame funesta e rendendola più debole di tutto? Dalle parole derivano la rovina e la salvezza; infatti una parola sospinge l'anima all'ira e un'altra la acquieta; una parola sconveniente l'accende di desiderio, mentre un discorso colmo di decoro la conduce alla moderazione. Se insomma la parola ha una forza così grande, perchè disprezzi le Scritture? Dimmelo! Se un'esortazione ha tanta forza, ciò avviene molto di più quando è accompagnata dallo Spirito. La Parola che risuona nelle divine Scritture, infatti, intenerisce il cuore, ammorbidisce l'anima più indurita più del fuoco e la predispone ad ogni opera buona.
(Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo, 2,5-6)