mercoledì 9 marzo 2011

Liberati dal fuoco delle passioni

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Oggi celebriamo, con il Mercoledi delle Ceneri, l'inizio della Quaresima. Per la commemorazione, la Chiesa ricorda:

I 40 martiri di Sebaste (+320)
Oggi in molte chiese d'oriente ricorre la memoria dei 40 martiri di Sebaste, che il Martirologio Romano ricorda il 10 marzo e la chiesa armena il sabato dopo la metà della quaresima.
La dodicesima legione dell'esercito romano era accampata agli inizi del IV secolo nella cittadina armena di Sebaste. Di fronte all'ordine dell'imperatore Licinio, il quale aveva comandato a tutti i militi romani di offrire sacrifici agli dei, quaranta soldati opposero un fermo rifiuto, a motivo della loro fede cristiana.
Immediatamente processati, essi furono condannati a morire di freddo, dopo esser stati lasciati completamente nudi su di un lago gelato dal rigore dell'inverno.
La vicenda dei 40 martiri di Sebaste fu presto narrata e proposta come esempio di testimonianza comunitaria resa a Cristo fino al dono della vita. Nell'iconografia tradizionale si sottolinea l'aiuto reciproco che i 40 martiri si prestarono gli uni agli altri di fronte alla morte ormai certa.
Secondo la tradizione, fu Emmelia, madre di Basilio di Cesarea, a far costruire la prima chiesa dedicata alla loro memoria, che si estese rapidamente a tutte le chiese cristiane.


TRACCE DI LETTURA
Quand'ebbero udito la sentenza, si levarono con gioia sino all'ultimo indumento, e corsero verso la morte che li attendeva nel lago gelato, esortandosi l'un l'altro come per la condivisione d'un bottino: «Non è di abiti comuni che ci siamo spogliati, bensì dell'uomo vecchio, quello che si corrompe nei piaceri illusori.
Ti ringraziamo, Signore, perché con queste vesti abbiamo deposto il peccato. Eravamo stati rivestiti a causa del serpente, ora siamo spogliati a motivo di Cristo. Cosa daremo in cambio al Signore che per primo si è spogliato per noi? Rude è l'inverno, ma com'è dolce il paradiso! Doloroso il gelo, ma com'è piacevole la consolazione! Sopportiamolo un poco, e sarà il seno di Abramo a riscaldarci».

Basilio, dall'Omelia 19
PREGHIERA
David esclamava profeticamente nei salmi:
«Siamo passati per il fuoco e per l'acqua,
poi ci hai tratti fuori al refrigerio».
Voi, martiri di Cristo,
con le opere stesse avete adempiuto questa parola:
siete passati per il fuoco e per l'acqua,
e siete entrati nel regno dei cieli.
Intercedete dunque, o quaranta lottatori,
perché ci sia donata la grande misericordia.




Caterina da Bologna (1413-1463), monaca
Nel 1463 muore a Bologna Caterina Vegri, monaca clarissa.
Caterina è una figura spirituale emblematica del periodo rinascimentale. Figlia di una ricca famiglia bolognese, educata alla corte estense, all'età di 14 anni lasciò la corte per unirsi a un gruppo di donne animate dal desiderio di vivere radicalmente l'Evangelo nella vita comune e nella preghiera.
Nel 1434, alla comunità del Corpus Domini - così si chiamava il gruppo di donne a cui Caterina si era unita - venne imposta, su forte pressione della gerarchia ecclesiastica, l'adozione della regola di santa Chiara. L'evento, in parte traumatico per la contemporanea immissione di tre monache clarisse garanti delle decisioni pontificie, fu vissuto con semplicità da Caterina, che seppe far tesoro degli elementi evangelici presenti nella spiritualità francescana per arricchire e integrare il proprio itinerario vocazionale.
Donna di profonda vita interiore, Caterina sentì il dovere di mettere per iscritto i frutti della propria esperienza di fede per aiutare le novizie a lei affidate ad affrontare la lotta spirituale. Nei suoi scritti trapela la sapiente compaginazione di tutto ciò che Caterina ha ricevuto: conoscenza del mondo e dei suoi problemi, devotio moderna, insegnamenti della tradizione monastica e spiritualità francescana; ogni cosa è letta alla luce di quella che per la santa bolognese è l'arma principale della lotta spirituale: la familiarità con le Scritture.
Scelta nel 1456 come badessa per la nuova fondazione di Bologna, Caterina fece ritorno nella città in cui era nata, dove visse gli ultimi sette anni di vita guidando le sorelle alla conoscenza dell'umiltà e della misericordia divine.

TRACCE DI LETTURA
Quando Dio per la sua clemenza si degnava di far visita alla mia mente, subito me ne accorgevo per questo segno infallibile e verace: cioè che egli era preceduto dalla santa aurora della sua umiltà la quale, entrando in me, immediatamente mi faceva abbassare il capo interiore ed esteriore, al punto che mi pareva d'esser la radice principale di tutte le colpe passate, presenti e future. E così, giudicandosi la mia mente cagione di qualunque difetto avesse riscontrato nelle sue vicine, io conservavo vero amore e dilezione nei loro riguardi. E allora sopraggiungeva il radiante sole e il fuoco cocente, il Cristo, e con l'umiltà ricevuta la mia anima si riposava in pace senza bisogno d'altro mezzo, tanto da poter dire:
«O alta nullità, il tuo agire è tanto forte
che apri tutte le porte ed entri all'infinito».

Caterina da Bologna, da Le armi della lotta spirituale 7

PREGHIERA
Dio nostro Padre,
donaci la sapienza d'amore
che illuminò santa Caterina da Bologna,
sposa fedele del tuo Figlio;
fa' che portando ogni giorno la nostra croce
sperimentiamo i benefici della resurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.