lunedì 9 maggio 2011

Il suicidio dell'ultimo playboy.

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Del morbo di Alzheimer (vedi post precedente) soffriva anche Gunter Sachs, suicida sabato scorso 7 maggio nel suo chalet di Gstaad, in Svizzera, località sciistica esclusiva dove il jet-set, come si sarebbe detto negli anni '60, usava trascorrere le vacanze invernali, mentre quelle estive si dividevano tra Saint Tropez e la Croisette. Un suo amico lo descrive così: "Uno che dalla vita aveva avuto tutto: era bello, elegante e ricchissimo. Suo fratello si occupava degli affari di famiglia mentre lui faceva il play-boy". Aveva 78 anni, gran parte dei quali spesi tra eccessi mondani e dolori familiari, tanti amori, qualche matrimonio, il più eclatante con Brigitte Bardot, e troppi divorzi, tre figli, una moglie e un fratello morti malamente.Da tempo si era ritirato a Londra, dove diceva di vivere bene. Si era scoperto appassionato di astrologia, anzi si era ri-scoperto, visto che già nel 1955 aveva fondato il suo "Istituto per la ricerca empirica e matematica del contenuto di verità dell'astrologia in riferimento al carattere umano". A dare l'annuncio del suicidio è stata ieri 8 maggio un'associazione che fa capo a Brigitte Bardot. Lei che è chiusa nel suo dolore, chi la conosce giura che è "distrutta". Uno che aveva avuto tutto dalla vita, anche l'Alzheimer. Nessuno però che gli stesse vicino. Pace all'anima sua.(1)

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(1): Vedi anche il post dal titolo: "Two is better che one!", del 1 dicembre 2010, in cui riporto una indagine interessantissima di Francesco Agnoli sul rapporto tra fede e suicidio, apparsa sul quotidiano "Il Foglio".