mercoledì 18 maggio 2011

Meditatio mortis: la Scala di Giovanni Climaco - 8.

http://artfiles.art.com/5/p/LRG/17/1739/U3J3D00Z/frank-c-pape-yea-though-i-walk-through-the-valley-of-the-shadow-of-death-i-will-fear-no-evil.jpg

Il discernimento.

Il gradino XXVI, dedicato al discernimento, è l’ultimo gradino della sezione centrale della Scala. Tra i tanti consigli che Climaco offre al lettore su come imparare l’arte di riconoscere l’origine dei pensieri, all’inizio del capitolo troviamo un passo in cui il pensiero della morte è presentato come prima arma di difesa per respingere l’insidia dei demoni.

“In tutte le azioni che compiamo secondo Dio i demoni ci tendono tre insidie: prima di tutto si sforzano di impedirci di fare il bene; poi, dopo aver subito la prima sconfitta, cercano di impedirci di compierlo secondo Dio; e quando infine hanno fallito anche in questo obiettivo, allora quei ladri si installano silenziosamente nella nostra anima e si mettono a lodarci perché ci comportiamo in tutto secondo Dio. La prima insidia si combatte con lo zelo e il pensiero della morte; la seconda, con la sottomissione e l’umiliazione; la terza con la continua accusa di se stessi” (XXVI/I.6).

Nello stesso capitolo troviamo tre elenchi di virtù, di cui due alfabetici. Nel secondo elenco Climaco menziona il “costante ricordo del giudizio” (XXVI/I,14) e nel terzo elenco – in cui espone “il criterio, la regola e la legge per gli spiriti e i corpi che con la propria pietà raggiungono la perfezione, pur rimanendo nella carne” -, menziona il “desiderio della morte” (XXVI/I.14).