mercoledì 27 luglio 2011

Martirologio 27 luglio



Oggi 27 luglio ricordiamo:

Guigo I (1083-1136), monaco
Nel 1136 muore Guigo, quinto priore della Grande Chartreuse.
Nato a Saint-Romain-de-Mordanne, nella diocesi francese di Valence, Guigo era entrato nel 1106 nella Chartreuse, quando erano ancora in vita tre compagni di Bruno, fondatore della stessa. Eletto priore a soli ventisei anni, Guigo fu uomo di grande carità e padre spirituale di notevole umanità, come testimoniano Pietro il Venerabile e Bernardo di Clairvaux, che furono suoi amici ed ebbero con lui una corrispondenza epistolare.
Il suo irradiamento spirituale fu tale che in pochi anni furono aperte sette nuove case certosine, per le quali egli provvide sia sul piano organizzativo, mediante la stesura delle Consuetudini, sia su quello spirituale, attraverso scritti ricchi di insegnamenti sulla vita in Cristo e sulla lotta spirituale che i monaci sono chiamati a condurre nella solitudine. Notevole fu anche l'impegno da lui profuso per raccogliere testi liturgici e patristici destinati ad alimentare la vita di preghiera dei certosini.
Guigo fu, di fatto, il vero animatore e organizzatore dell'ordine certosino, e le sue meditazioni costituiscono uno dei vertici della teologia medievale.
TRACCE DI LETTURA
La verità dev'esser posta al centro, come si fa con ciò che è bello. Se qualcuno ne prova repulsione, non giudicarlo, ma compatiscilo. Tu piuttosto, che desideri accostarti ad essa, perché la respingi quando a causa dei tuoi vizi sei rimproverato?
Guarda cosa deve sopportare la verità. Si dice al beone: «Sei un ubriacone»; allo stesso modo al lussurioso e al superbo. E questo è vero. Eppure essi van fuori di senno, fino a perseguitare e a uccidere la verità in colui che la annuncia.
Vedi invece quanto è onorata la menzogna. Si dice infatti agli infimi tra gli uomini, schiavi di ogni sorta di vizio: «Che brav'uomo!». E così essi si placano, godono e venerano la menzogna in colui che la proferisce.
Senza splendore né bellezza, inchiodata alla croce: così va adorata la Verità
(Guigo, dalla Prima meditazione).
* * *


Titus Brandsma (1881-1942), presbitero e martire
Il 26 luglio del 1942 viene ucciso con un'iniezione di acido fenico nel campo di sterminio di Dachau Titus Brandsma, presbitero carmelitano.
Nato nel 1881 a Ugoklooster in Olanda, Titus era entrato nel Carmelo a diciassette anni. Uomo brillante, di grande cultura, egli divenne punto di riferimento per tutti i cattolici dei Paesi Bassi fino a essere eletto rettore dell'Università cattolica di Nimega e a essere nominato assistente ecclesiastico dei giornalisti olandesi.
Fermo oppositore fin dall'inizio, attraverso articoli e iniziative di ogni genere, dell'ideologia nazista, Brandsma fu arrestato il 19 gennaio del 1942 e imprigionato dalla Gestapo a Scheveningen. E poiché non era disposto a ritrattare nulla, ma anzi volle mettere per iscritto le proprie convinzioni, il suo destino fu presto segnato. In tutte le prigioni ove venne condotto prima di giungere a Dachau egli non fece altro che confortare, predicare il Vangelo e confessare la gente, stupendo tutti per la sua eccezionale serenità in ogni circostanza.
Trasferito nel giugno del 1942 a Dachau, Titus Brandsma morì dopo un mese di durissimi maltrattamenti, ormai sopraffatto dalle malattie e dalla fame. Egli è ricordato in questo giorno dai Carmelitani dell'antica osservanza.
TRACCE DI LETTURA
Dio conduce stelle e pianeti nella loro orbita; dona vita a piante e ad animali. Egli porta il mondo nella sua mano e ne garantisce la tranquilla persistenza. Dio abita in noi e apre l'occhio del nostro cuore su ciò che conta; sussurra in noi la sua parola e ci spinge a eseguirla...
Questa inabitazione e penetrazione di Dio non deve solo essere oggetto della nostra intuizione, ma deve manifestarsi nella nostra vita, deve esprimersi nelle nostre parole e azioni, deve irradiare da tutto il nostro essere e da tutto il nostro agire
(Titus Brandsma).
PREGHIERA
O Dio, fonte e origine della vita,
che hai trasmesso la forza del tuo Spirito al beato Tito,
perché testimoniasse col martirio
la libertà della chiesa e la dignità dell'uomo
nelle dure prove della persecuzione
e negli orrori dei campi di sterminio,
concedi anche a noi di non vergognarci del Vangelo
e di riconoscere la tua presenza in ogni evento della vita
per l'annunzio profetico del tuo regno.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.