martedì 26 luglio 2011

Nel nome "prossimo" intendi Cristo.

Come meditazione per la sera... ricordando la catastrofe umanitaria in corso in questi giorni in Somalia... Ci lasciamo ammaestrare da Agostino.


Sii fedele al tuo prossimo nella sua povertà e godrai della sua gioia
"Ti parla anche il tuo Signore; sì, proprio il tuo Signore: colui che, essendo ricco, s'è fatto povero. Egli ti esporrà meglio e più validamente [di quanto non possa io] la presente massima. Difatti potrebbe darsi il caso che, di quel povero che hai ospitato in casa tua, il tuo animo rimanga dubbioso e incerto se si tratti d'una persona sincera o non piuttosto d'un ipocrita che per ingannarti simuli [la sua povertà]. Il tuo animo esita a fargli l'elemosina, non essendo tu in grado di scrutarne il cuore. Comunque, nell'ipotesi che non puoi scrutarne l'animo, usa misericordia anche al cattivo, per raggiungere così anche il buono. Chi teme di lasciar cadere parte della sua semente sulla strada o tra le spine o sulle pietre è pigro a seminare d'inverno e patirà la fame d'estate. Sta di fatto che il tuo Signore - del quale non dubiti, se sei cristiano - ti dice: "Io son diventato povero per te, pur essendo ricco". Egli infatti, pur essendo di natura divina - e cosa c'è di più ricco di tale natura? -, non ritenne una rapina l'essere uguale a Dio, ma spogliò se stesso assumendo la natura del servo - cosa è più ricco della natura divina e cosa è più povero della natura di servo? - e facendosi simile all'uomo per il sembiante fu trovato uguale all'uomo: umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Aggiungi ancora! Sulla croce ebbe sete e ricevette una bevanda non da chi aveva di lui compassione ma da chi l'insultava: la fonte della vita in punto di morte bevve l'aceto. Non essere restio, non disprezzare, non dire: "Dunque il mio Dio si è fatto uomo? Dunque il mio Dio è stato ucciso, è stato crocifisso?". Certo! Evidentemente, proprio così! Egli è stato crocifisso. Ti si inculca la sua povertà. Un tempo era lontano da te, ma con la sua povertà ti si è avvicinato. Mantieni la fede al tuo prossimo nella sua povertà. In questa accezione non vacilla, ovviamente, quella massima; non presenta alcuna difficoltà. Sotto il nome di "prossimo" intendi il nome di Cristo, e intendilo in atteggiamento di umiltà. Se sarai umile, ti adeguerai a chi è umile; se sarai umile, comprenderai chi è alto. Munito d'umiltà, comprendi [Cristo] e sentitelo vicino - difatti il Signore è vicino a quanti hanno il cuore contrito - sì da poter dire nella tua preghiera: Io mi compiacevo come per il prossimo, come per il nostro fratello. Il profeta aggiunse una sola parola facendo menzione del prossimo. In realtà l'espressione profetica doveva essere alquanto nascosta dal velo del mistero perché fosse ricercata con più desiderio e trovata con maggiore gusto. Egli dunque nominò un certo "prossimo": tu in quello stesso passo sostituisci il nome di Cristo, poiché anche il profeta vi nominò Cristo, sia pur profeticamente. Ti accorgerai allora come la massima corre liscia e, quasi scaturisse dalla fonte della verità, essa placa la tua sete. Mantieni la fede a Cristo nella sua povertà affinché parimenti ti sia dato godere dei suoi beni. Che significa: Mantieni la fede a Cristo? Egli per te si è fatto uomo, è nato dalla Vergine, ha ricevuto insulti, è stato flagellato e sospeso al patibolo; è stato ferito dalla lancia e sepolto. Non rigettare tutte queste cose; esse non ti sembrino incredibili, e in questa maniera mantieni la fede al prossimo. Questa è la sua povertà. Cos'è poi l'altro: Affinché parimenti ti sia dato godere dei suoi beni? Ascolta come proprio questo egli ha voluto; ascolta come proprio per questo fine venne a te nella povertà; ascolta la voce del Signore tuo Dio divenuto povero per te, cioè per arricchire te. Sicuramente godrai dei suoi beni se gli avrai mantenuto la fede nella sua povertà. Diceva: Padre, voglio che là dove sono io siano anch'essi insieme con me".
Agostino di Ippona, Discorso 41, 7.