domenica 17 luglio 2011

Preghiera Notturna - XVI Settimana T.O.




Anno A

Tempo Ordinario

Sedicesima Domenica

Letture della Preghiera Notturna dei Certosini

Dal vangelo secondo Marco.

8,1-10

In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare,
Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione di questa
folla".
* * *
Dai Discorsi di san Bernardo.

Pro Domin. VI post Pent. Sermo I, 1-2.4. Sermo III,6. PL 183, 337-339.
344.

Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno
dietro. Mi congratulo con voi, fratelli, perché avete voluto seguire il
Salvatore nel deserto, ma temo che qualcuno si scoraggi dopo tre giorni di
attesa. Non starete per tornare col cuore, magari anche col corpo,
nell'Egitto di questo mondo perverso? Ha ragione la Scrittura quando
esclama: Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera
nel Signore.

Per quanto ancora si dovrà tener duro? Certamente fino al momento in
cui il Signore abbia pietà di te. Vuoi sapere quando sarà? Gesù ti
risponde: Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi
stanno dietro. Perciò è necessario che tu cammini tre giorni interi nel
deserto, se vuoi offrire al tuo Dio il sacrificio che gli è gradito: devi
aspettare il tuo Salvatore per la durata di tre giorni se aneli di saziarti
con il pane miracoloso.




Il primo giorno è il giorno del timore. È il giorno che mette in
risalto le tue tenebre interiori, proiettandovi sopra la luce dell'alto. Ti
fa vedere la minaccia del tremendo supplizio della geenna, cioè delle
tenebre esteriori. Come sapete, una tale meditazione suole dare il via alla
nostra conversione.

Il secondo è il giorno del conforto, in cui respiriamo nella luce
della misericordia di Dio.

Il terzo è il giorno della ragione, in cui brilla la verità. La
creatura si sottomette allora senza esitazione al Creatore, per saldare il
debito della sua natura, e, come serva, esegue gli ordini del suo
Redentore. Siamo allora invitati a sedere, perché sia disposta nella nostra
anima l'armonia della carità; ed ecco che il Signore apre la mano e colma
ogni vivente con le sue benedizioni.


Vi spiegherò quali sono i sette pani, che avevano gli apostoli e che
sono destinati a ristorarvi.

Il primo pane è la Parola di Dio, in cui l'uomo trova la vita. Lo
afferma il Signore stesso.

Il secondo pane è l'obbedienza, perché Gesù ha detto: Mio cibo è fare
la volontà di colui che mi ha mandato.

Il terzo pane è la santa meditazione, di cui sta scritto: Non
abbandonarla ed essa ti custodirà. Questa meditazione è detta in un altro
passo pane dell'intelligenza.

Il quarto pane è il dono delle lacrime nella preghiera.

Il quinto pane è la fatica della conversione. Non ti stupire se chiamo
pane ciò che è lavoro e pianto; hai dimenticato quello che leggi nel
salterio? Tu ci nutrirai con pane di lacrime, e anche: Vivrai del lavoro
delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene.

Il sesto pane è la gioia che scaturisce dall'unione dei cuori: si
tratta di un impasto di grani differenti che la grazia di Dio fa lievitare.

Il settimo, infine, è il pane eucaristico, perché il Signore dice nel
vangelo: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.



Ogni giorno si compie quello che la Sapienza profetizzò di se stessa:
Quanti si nutrono di me avranno ancora fame. Ma non voglio farvi ancora
attendere o ingannare la vostra fame, perché vi vedo pronti a ricevere come
se non aveste ancora preso nulla.

La mia speranza si fonda tutta su tre pilastri: l'amore che mi adotta,
la verità che promette, l'onnipotenza che compie la promessa. E se da folle
il pensiero mormora e mi insinua: "Chi credi di essere? Quella gloria è
tanto grande e su che meriti conti per riceverla?", io risponderò pieno di
fiducia: "So a chi ho creduto e sono convinto che egli mi ha adottato nel
suo amore straordinario. So che egli è verace nella sua promessa e
abbastanza potente per compierla. A lui è possibile portare a compimento
tutto quello che vuole.

Ecco il triplice vincolo, che difficilmente si spezza, e dalla nostra
vera patria scende fin quaggiù in questo carcere. Vi supplico, fratelli,
stringiamolo forte, perché ci tiri e ci attiri, sollevandoci fino a
contemplare la gloria del grande Dio che è benedetto nei secoli. Amen.