venerdì 9 dicembre 2011

Attendere il giorno con l'aiuto della lucerna



Per la meditazione di questa sera, 9 dicembre, ho scelto la seconda lettura dell'Ufficio del giorno, di sant'Ireneo, e un testo "classico" di Agostino.

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Dal trattato «Contro le eresie» di sant'Ireneo, vescovo
(lib. 5, 19, 1; 20, 2; 21, 1; SC 153, 248-250. 264-269)

Adamo e Cristo; Eva e Maria
Il Signore abbracciò la condizione umana e si manifestò nel mondo che era suo. La natura umana portava il Verbo di Dio, ma era il Verbo che sosteneva la natura umana. Nel Cristo c'era quell'umanità che aveva disubbidito presso l'albero del paradiso terrestre, ma in lui la stessa umanità con l'ubbidienza, compiuta sull'albero della croce, distrusse l'antica ribellione. Nel medesimo tempo annullò la seduzione con la quale era stata maledettamente sedotta Eva, la vergine destinata al primo uomo. Ma tutto ciò fu in grazia di quel messaggio di benedizione che l'angelo portò a Maria, la vergine già sottomessa a un uomo. Infatti mentre Eva, sviata dal messaggio del diavolo, disobbedì alla parola divina e si alienò da Dio, Maria invece, guidata dall'annuncio dell'angelo, obbedì alla parola divina e meritò di portare Dio nel suo grembo.
Quella dunque si lasciò sedurre e disobbedì, questa si lasciò persuadere e ubbidì. In tal modo la vergine Maria poté divenire avvocata della vergine Eva.

Cristo ricapitolò tutto in se stesso e così tutto venne a far capo a lui. Dichiarò guerra al nostro nemico e sconfisse colui che al principio, per mezzo di Adamo, ci aveva fatti tutti suoi prigionieri. Schiacciò il capo del serpente secondo la parola di Dio riferita nella Genesi:
«Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: egli ti schiaccerà la testa e tu insidierai il suo calcagno» (cfr. Gn 3, 15).
Con queste parole si proclama in anticipo che colui che sarebbe nato da una vergine, quale nuovo Adamo, avrebbe schiacciato il capo del serpente. Questo è quel discendente di Adamo, di cui parla l'Apostolo nella sua lettera ai Galati: La legge delle opere fu posta finché venisse nel mondo il seme per cui era stata fatta la promessa (cfr. Gal 3, 19).
Ancor più chiaramente indica questa realtà nella stessa lettera, nel passo in cui dice: «Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4, 4). Il nemico infatti non sarebbe stato sconfitto secondo giustizia, se il vittorioso non fosse stato un uomo nato da donna, poiché fin dall'inizio della storia il demonio ha dominato sull''uomo per mezzo di una donna, opponendosi a lui col suo potere.
Per questo si proclama Figlio dell'uomo, egli che ricapitola in sé l'uomo primordiale, dal quale venne la prima donna e, attraverso questa, l'umanità. Il genere umano era sprofondato nella morte causa dell'uomo sconfitto. Ora risaliva alla vita a causa dell'uomo vittorioso.

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Dai "Discorsi" di sant'Agostino, vescovo
(289, 4-5)

I Giudei dicono ( a Giovanni Battista): Sei forse tu il Cristo? Questi, se non fosse stato la valle da colmare, ma il monte da abbassare, aveva trovato l'occasione per illudere. Quelli infatti erano desiderosi di ascoltare da lui ciò che credevano. Giacché ne ammiravano tanto la grazia che avrebbero senz'altro creduto ciò che avesse detto. Ecco, aveva trovato l'occasione di illudere il genere umano: Se avesse detto: Io sono il Cristo, gli avrebbero creduto. Se si fosse vantato dell'identità altrui, avrebbe perduto il valore personale. Se si fosse esibito come Cristo, non è vero che avrebbe potuto rispondersi: Perché monti in superbia? Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria come un fiore del campo: secca l'erba e appassisce il fiore. Vedi di comprendere quel che dura sempre: Ma la parola del Signore dura sempre. Riconobbe se stesso: giustamente il Signore lo chiamò lucerna. Così dice il Signore di Giovanni: Egli era una lucerna che arde e risplende e voi avete voluto solo per un momento godere alla sua luce. D'altra parte, l'evangelista Giovanni che cosa dice di lui? Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni: egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce; egli non era la luce. Chi? Giovanni Battista. Chi lo dice? Giovanni evangelista: Egli non era la luce, ma doveva rendere testimonianza alla luce. Tu dici: Egli non era la luce di chi la stessa Luce afferma: Egli era una lucerna che arde e risplende. Ma ho capito, dice, di quale luce devo parlare; ho capito che, a confronto della luce di lui, una lucerna non è la luce. Ascolta quel che segue: Egli era la luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Giovanni non illumina ogni uomo, Cristo illumina ogni uomo. E Giovanni si riconobbe una lucerna che non deve essere spenta dal vento della superbia. E si può accendere una lucerna e si può spegnere. La Parola di Dio non può estinguersi, la lucerna può sempre estinguersi.

Il più grande degli uomini fu dunque inviato a rendere testimonianza a Colui che era più che uomo. Infatti, poiché Giovanni, più grande del quale nessuno è sorto tra i nati di donna, afferma: Io non sono il Cristo, e si riconosce inferiore a Cristo, si deve pensare a qualcosa di più che l'uomo. Evidentemente, se consideri Giovanni il più grande degli uomini, Cristo è più che uomo: abbi un tale concetto del precursore per conoscere il giudice; ascolta l'araldo in modo che tu possa temere il giudice. Fu mandato, preannunziò che sarebbe venuto. E quale testimonianza rese Giovanni al Cristo? Ascolta quale: Io non sono degno di sciogliere il legaccio del suo sandalo. Hai compreso, o uomo, come regolarti? Chiunque si umilia sarà esaltato. Che dire allora del Cristo? Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto. Che vuol dire noi tutti? I Patriarchi, quindi, e i Profeti e i santi Apostoli, o mandati prima dell'incarnazione o inviati da lui, incarnato, noi tutti abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. Noi siamo i vasi, egli è la sorgente. Perciò, fratelli miei, se abbiamo compreso il mistero, Giovanni è uomo, Cristo è Dio: si umili l'uomo ed è glorificato Dio. Affinché l'uomo sia umile, Giovanni è nato nel giorno in cui comincia a ridursi la durata della luce solare. Al fine della gloria di Dio, Cristo è nato nel giorno in cui la luce solare va crescendo in durata. Grande mistero. Ecco perché celebriamo il Natale di Giovanni, come quello di Cristo, in quanto questa stessa nascita è piena di mistero. Di quale mistero? Del mistero della nostra elevazione. Nell'uomo rendiamoci piccoli, in Dio eleviamoci. Per essere esaltati in lui, quanto a noi, vediamo di essere umili. Il mistero di questa così grande realtà si compì nella passione dell'uno e dell'altro. Perché l'uomo si umiliasse, Giovanni perdette il capo: perché Dio venisse glorificato, Cristo fu elevato sulla croce. Giovanni fu inviato a questo scopo: perché lo imitassimo e ci sostenessimo alla Parola. Per quanto la superbia umana voglia vantarsi di qualsivoglia preminenza in santità, chi sarà quale è Giovanni? Chiunque tu sia che ti consideri grande, non sarai quel che è Giovanni. Non era ancora nato e, già esultando nel seno materno, annunziava il Signore venturo. Che più eccelso di tale santità? Imita, ascolta quel che può dire di Cristo: Noi abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. La lucerna nella notte ti mostra la fonte; da essa anche lui ha bevuto: Noi tutti infatti - dice - abbiamo ricevuto dalla sua pienezza. Noi tutti: Egli la sorgente, noi i vasi; egli il giorno, noi le lucerne. Grande la debolezza degli uomini: cerchiamo il giorno per mezzo della lucerna.