venerdì 16 dicembre 2011

Il cavallo nero



Riporto dal "Mattutino" di oggi, 16 dicembre.

Chi è affamato non ha scelta: il suo spirito non proviene da dove lui vorrebbe, bensì viene dalla sua fame. Nella marcia terrificante dei quattro cavalieri dell'Apocalisse, il terzo cavalca un destriero nero e regge in mano una bilancia con la quale pesa con parsimonia e a prezzi elevati le derrate alimentari: è il simbolo della fame, che anche noi talora definiamo come "nera", e delle carestie che imperversano sul nostro pianeta (6,5-6). Una tragedia che umilia non solo il corpo riducendolo a una larva, ma anche l'anima che riesce appena a emettere il desiderio istintuale di sopravvivenza. In questi giorni, passeggiando per le vie delle nostre città, ci si imbatte in un tripudio consumistico, divenuto ormai la sigla di un Natale ricco di prodotti e povero di spiritualità. Scherzando, un giorno lo scrittore inglese Chesterton confessò: «Ieri in metropolitana ho avuto il piacere di offrire il mio posto a tre signore!». Sì, per noi l'incubo è l'obesità, il comandamento del dopo-feste sarà la dieta e l'impulso dominante ora è l'acquisto, anticamera dello spreco. Per questo, è importante seguire quel cavallo nero per non farci dimenticare coloro il cui incubo è la fame, il cui comandamento è sopravvivere e l'impulso è il rovistare nell'opulenta spazzatura del nostro sperpero. Scriveva san Paolo: «Cristo, da ricco che era, si fece povero, perché voi diventaste ricchi della sua povertà» (2 Corinzi 8,9). (*)

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(*): Vedi anche:
15 Dic 2010
Era il Natale del 1954 e lo scrittore "scandaloso" Curzio Malaparte - che sarebbe morto nel 1957 a 59 anni con il ritorno alla fede - lanciava questo attacco veemente che è opportuno riproporre per questo nostro Natale ...