venerdì 9 dicembre 2011

Juan Diego Cuauhtlatoatzin

Oggi 9 dicembre la Chiesa ricorda:

san Juan Diego Cuauhtlatoatzin


Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 segno’ il tramonto di questa civiltà. Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti.

E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio.
La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti.
La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Vergine ha scelto come suo interlocutore un “povero indio”, Juan Diego, nato verso il 1474 e morto nel 1548 a Guadalupe, che prima di convertirsi al cattolicesimo portava un affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che sta a significare “colui che parla come un’aquila”. Varie fonti ci tramandano i dati biografici del veggente del Tepeyac: egli e’ un macehual, cioe’ un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio: poco più di niente, nella società azteca complessa e fortemente gerarchizzata. Cuauhtlotatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’eta’ di cinquant’anni, con il quale gli fu imposto il nuovo nome cristiano di Juan Diego, e con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese a sua volta il nome di Maria Lucia.
Il neoconvertito si distingueva in mezzo agli altri per la sollecitudine nel frequentare la catechesi e i sacramenti, senza badare ai sacrifici che questo richiedeva: si poneva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani radunavano gli indigeni per catechizzarli. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego orienta la sua vita ancora più decisamente verso Dio: trascorre tutto il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche della religione cristiana, fra cui l’ascolto della catechesi impartita agli indigeni convertiti dai missionari spagnoli. Conduce una vita esemplare che edifica molti. L'esperienza eccezionale vissuta sul Tepeyac s'inserisce in un’esistenza gia’ trasformata dalla grazia del battesimo e cementata dall’incontro con la Madre di Dio che ne potenzia in modo straordinario il cammino di fede, fino a spingerlo ad abbandonare tutto, casa e terra, per trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli ha fatto costruire a fianco della cappella eretta in onore della Vergine di Guadalupe.
Qui Juan Diego vive per ben 17 anni in penitenza e orazione, assoggettandosi agli umili lavori di sagrestano, senza mai mancare al suo impegno di testimoniare quanto Maria ha fatto per lui e può fare per tutti quelli che con affetto filiale vorranno rivolgersi al suo cuore di Madre.
La morte lo coglie nel 1548, quando ha ormai 74 anni.La sua fama di santita’, che gia’ l’aveva accompagnato in vita, cresce nel tempo fino ai nostri giorni, finche’ nel 1984 si dette finalmente inizio alla sua causa di beatificazione e si pose mano all'elaborazione della Positio, orientata a comprovarne non solo il culto, da tempo immemorabile, ma anche a dimostrare le virtu’ del servo di Dio e a illustrarne la vita, separate il piu’ possibile dal fatto guadalupano. Attraverso una solida base documentale si voleva cioe’ dimostrare che Juan Diego, per i suoi soli meriti di cristiano, era degno di assurgere agli onori degli altari, finche’ – al termine di un complesso iter ecclesiastico - con il decreto Exaltavit humiles (6 maggio 1990), se ne e’ finalmente concessa la memoria liturgica, fissata al 9 dicembre, data della prima apparizione della “Morenita”. Giovanni Paolo II ha dichiarato beato il veggente Juan Diego nel 1990, per proclamarlo infine santo nel 2002.

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Riporto da Zenit di oggi 9 dicembre

La Madonna di Guadalupe, un modello per la Nuova Evangelizzazione

Intervista a padre Nicola Tovagliari LC, docente all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum


di Mercedes De La Torre

ROMA, venerdì, 9 dicembre 2011 – A pochi giorni dalla festa patronale della Madonna di Guadalupe, il sacerdote legionario padre Nicola Tovagliari, in un’intervista concessa a Zenit, definisce Maria di Guadalupe il “modello della Nuova Evangelizzazione”.

La patrona d’America fu infatti cruciale nella prima evangelizzazione del Nuovo Continente e aiutò a radicare il messaggio cristiano nelle culture autoctone americane.

L’intervista a padre Nicola Tovagliari LC, è stata realizzata a margine della conferenza La Madonna di Guadalupe: sfida alla scienza, richiamo alla fede, organizzata dal Master in Scienza e Fede dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, dove padre Tovagliari è professore assistente.

Qual è il messaggio che la Madonna di Guadalupe trasmette a tutto il mondo?

Tovagliari: È un messaggio di tenerezza, della presenza materna della madre di Dio che è anche madre di tutti gli uomini. Un messaggio di protezione, di attenzione e anche di fiducia nel futuro.

Perché sono così importanti le apparizioni di Guadalupe?

Tovagliari: Hanno un’importanza storica per l’evento accaduto, una grandissima importanza per l’evangelizzazione dei popoli dell’America Centrale ma anche un’importanza per qualunque popolo, perché ci ricordano che Dio non si dimentica mai dell’uomo e si fa presente costantemente in tutte le culture e in tutte le epoche.

Maria di Guadalupe può essere considerata modello per la Nuova Evangelizzazione, un modello di inculturazione?

Tovagliari: Certamente. Così come la prima venuta al mondo di Gesù è tra le braccia di Maria, anche la sua nuova venuta, la sua apparizione in tutte le culture attuali, avviene sempre tra le braccia della Madonna. È molto facile innamorarsi del messaggio di Cristo quando lo riceviamo dal cuore di Sua Madre, dal volto sereno e dolce di Maria.

L’uomo moderno che soffre la mancanza di affetto in questo mondo, per molti versi freddo e, a causa dello scientismo e della secolarizzazione, un po’ spento, incontra nel volto della Vergine un mezzo per innamorarsi del messaggio di Cristo.

Qual è la rilevanza mondiale del santuario della Madonna di Guadalupe, la “villa”, come la chiamano i messicani?

Tovagliari: L’immagine della Madonna di Guadalupe attrae ogni giorno migliaia di pellegrini che vanno a salutarla come figli, vanno a lodarla, a pregarla, a chiederle grazie.

Il santuario, la basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, è attualmente il tempio religioso mariano più visitato al mondo: si calcola che ogni anno vi giungano pressappoco venti milioni di pellegrini, tuttavia credo che possiamo azzardare di dire che siano di più. Tanto è vero che il 12 dicembre, che tra pochi giorni celebreremo, la Madonna di Guadalupe avrà probabilmente più di un milione di pellegrini che verranno a salutarla e a farle gli auguri.

Quest’anno il 12 dicembre a Roma papa Benedetto XVI celebrerà una messa in spagnolo, un grande evento per la Chiesa latino-americana. Perché?

Tovagliari: Per la precisione il 12 dicembre, il Santo Padre celebrerà una messa in Vaticano, offrendola a tutta l’America Latina, in ricorrenza del bicentenario dell’indipendenza dei popoli latini.

Il papa festeggerà in questa celebrazione i valori di libertà, uguaglianza e fraternità tra i popoli e io credo che si tratti di un messaggio importante che vediamo anche riflesso nel messaggio guadalupano: questa Madonna che si presenta come Madre di tutti gli uomini, per la quale gli uomini sono uguali in dignità e tra di loro.