domenica 11 dicembre 2011

La "fiesta" de la Morenita


Oggi 12 dicembre ricordiamo la Vergine Maria di Guadalupe (per tutta l'America latina è una solennità)

Con gli oltre venti milioni di pellegrini che lo visitano ogni anno, il santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico, e’ il più frequentato e amato di tutto il Centro e Sud America. Sono pellegrini di ogni razza e d'ogni condizione - uomini, donne, bambini, giovani e anziani - che vi giungono dalle zone limitrofe alla capitale o dai centri più lontani, a piedi o in bicicletta, dopo ore o, più spesso, giorni di cammino e di preghiera.
L’apparizione, nel XVI secolo, della “Virgen Morena” all’indio Juan Diego e’ un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. La basilica ove attualmente si conserva l'immagine miracolosa e’ stata inaugurata nel 1976. Tre anni dopo e’ stata visitata dal papa Giovanni Paolo II, che dal balcone della facciata su cui sono scritte in caratteri d'oro le parole della Madonna a Juan Diego: “No estoy yo aqui que soy tu Madre?”, ha salutato le molte migliaia di messicani confluiti al Tepeyac; nello stesso luogo, nel 1990, ha proclamato beato il veggente Juan Diego, che e’ stato infine dichiarato santo nel 2002.
Che cosa era accaduto in quel lontano secolo XVI in Messico? Con lo sbarco degli spagnoli nelle terre del continente latino-americano aveva avuto inizio la lunga agonia di un popolo che aveva raggiunto un altissimo grado di progresso sociale e religioso. Il 13 agosto 1521 aveva segnato il tramonto di questa civiltà, quando Tenochtitlan, la superba capitale del mondo atzeco, fu saccheggiata e distrutta. L’immane tragedia che ha accompagnato la conquista del Messico da parte degli spagnoli, sancisce per un verso la completa caduta del regno degli aztechi e per l’altro l’affacciarsi di una nuova cultura e civiltà originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti. E’ in questo contesto che, dieci anni dopo, va collocata l’apparizione della Madonna a un povero indio di nome Juan Diego, nei pressi di Città del Messico. La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la citta’, l’indio e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l’indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non puo’ tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide percio’ di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è la’, davanti a lui, e gli domanda il perche’ di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicura, suo zio e’ gia’ guarito, e lo invita a salire sulla sommita’ del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e né la stagione nè il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere. Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale pero’ gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verita’ delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l’immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l’immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Dolce Signora che si manifesto’ sul Tepeyac non vi apparve come una straniera. Ella infatti si presenta come una meticcia o morenita, indossa una tunica con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india denotavano le donne incinte. E’ una Madonna dal volto nobile, di colore bruno, mani giunte, vestito roseo, bordato di fiori. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende sul fondo con i suoi cento raggi. L'attenzione si concentra tutta sulla straordinaria e bellissima icona guadalupana, rimasta inspiegabilmente intatta nonostante il trascorrere dei secoli: questa immagine, che non e’ una pittura, nè un disegno, nè e’ fatta da mani umane, suscita la devozione dei fedeli di ogni parte del mondo e pone non pochi interrogativi alla scienza, un po’ come succede ormai da anni col mistero della Sacra Sindone.
La scoperta piu’ sconvolgente al riguardo e’ quella fatta, con l’ausilio di sofisticate apparecchiature elettroniche, da una commissione di scienziati, che ha evidenziato la presenza di un gruppo di 13 persone riflesse nelle pupille della S. Vergine: sarebbero lo stesso Juan Diego, con il vescovo e altri ignoti personaggi, presenti quel giorno al prodigioso evento in casa del presule. Un vero rompicapo per gli studiosi, un fenomeno scientificamente inspiegabile, che rivela l’origine miracolosa dell’immagine e comunica al mondo intero un grande messaggio di speranza. Nostra Signora di Guadalupe, che appare a Juan Diego in piedi, vestita di sole, non solo gli annuncia che e’ nostra madre spirituale, ma lo invita – come invita ciascuno di noi - ad aprire il proprio cuore all'opera di Cristo che ci ama e ci salva. Meditare oggi sull'evento guadalupano, un caso di “inculturazione” miracolosa, significa porsi alla scuola di Maria, maestra di umanita’ e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha recentemente proclamato santo.

(M. Di Lorenzo)

* * *


LA GUADALUPANA

Himno a la Virgencita del Tepeyac
Señora y Madre de los Mexicanos

Desde el cielo una hermosa mañana
Desde el cielo una hermosa mañana

La Guadalupana, la Guadalupana,
la Guadalupana bajó al Tepeyac

La Guadalupana, la Guadalupana,
la Guadalupana bajó al Tepeyac

Suplicante juntaba sus manos,
Suplicante juntaba sus manos,

y eran mexicanos, y eran mexicanos
y eran mexicanos su porte y su faz
Y eran mexicanos, y eran mexicanos
y eran mexicanos su porte y su faz

Junto al monte pasaba Juan Diego
Junto al monte pasaba Juan Diego
Y acercose luego y acercose luego
Y acercose luego al oir cantar

Y acercose luego y acercose luego
Y acercose luego al oír cantar

A Juan Diego la Virgen le dijo,
A Juan Diego la Virgen le dijo,
Este cerro elijo, este cerro elijo,
Este cerro elijo para ser mi altar

Este cerro elijo, este cerro elijo,
Este cerro elijo para ser mi altar

Desde entonces para el mexicano,
Desde entonces para el mexicano,
Ser Guadalupano, ser guadalupano
Ser guadalupano es algo esencial,

Ser Guadalupano, ser guadalupano
Ser guadalupano es algo esencial.

* * *

Laudes


NUESTRA SEÑORA DE GUADALUPE,


PATRONA DE AMÉRICA.

La Virgen santa María de Guadalupe.

HIMNO

Ayer, Alba en el alba, subiste presurosa
por servir a tu prima, cual sierva ante los siervos.
Hoy a México bajas, cual Rosa misteriosa,
para anuciar al indio que en sus ratos acervos

jamás estará solo: porque jamás, oh Madre,
ha sido en nuestra historia cobarde subterfugio;
porque tú eres la escala ante el Hijo del Padre:
¡tú el regazo y el puente; tú defensa y refugio!

Eres cifra y compendio de nuestra patria suave;
eres signo y substancia de nuestra nueva raza;
eres lámpara y cuna, eres báculo y ave,
eres vínculo y nudo, eres tilma, eres casa.

Por tus manos en hueco, patena de ternura,
consagramos al Padre de todos los consuelos,
por el Hijo, en la Llama quemaste la amargura
del sudor hecho lágrimas y el júbilo hecho anhelos.
Amén.

SALMODIA

Ant. 1 ¿Quién es esta que surge como el alba, hermosa como
la luna y límpida como el sol, imponente como escuadrón
a banderas desplegadas?

- Salmo 62 -

¡Oh Dios!, tú eres mi Dios, por ti madrugo,
mi alma está sedienta de ti;
mi carne tiene ansias de ti,
como tierra reseca, agostada, sin agua.

¡Cómo te contemplaba en el santuario
viendo tu fuerza y tu gloria!
Tu gracia vale más que la vida,
te alabarán mis labios.

Toda mi vida te bendeciré
y alzaré las manos invocándote.
Me saciaré de manjares exquisitos,
y mis labios te alabarán jubilosos.

En el lecho me acuerdo de ti
y velando medito en ti,
porque fuiste mi auxilio,
y a las sombras de tus alas canto con júbilo;
mi alma está unida a ti,
y tu diestra me sostiene.

Gloria al Padre, y al Hijo, y al Espíritu Santo.
Como era en el principio, ahora y siempre,
por los siglos de los siglos. Amén.

Ant. 1 ¿Quién es esta que surge como el alba, hermosa como
la luna y límpida como el sol, imponente como escuadrón
a banderas desplegadas?

Ant. 2 Yo soy la siempre Virgen santa María, Madre del
verdadero Dios por quien se vive.

Cántico.
Dn. 3,57-88. 56

Creaturas todas del Señor, bendecid al Señor,
ensalzadlo con himnos por los siglos.

Angeles del Señor, bendecid al Señor;
cielos, bendecid al Señor.

Aguas del espacio, bendecid al Señor;
ejércitos del Señor bendecid al Señor.

Sol y luna, bendecid al Señor;
astros del cielo, bendecid al Señor.

Lluvia y rocío, bendecid al Señor;
vientos todos, bendecid al Señor.

Fuego y calor, bendecid al Señor;
fríos y heladas, bendecid al Señor.

Rocíos y nevadas bendecid al Señor;
témpanos y hielos, bendecid al Señor.

Escarchas y nieve, bendecid al Señor;
noche y día, bendecid al Señor.

Luz y tinieblas, bendecid al Señor;
rayos y nubes, bendecid al Señor.

Bendiga la tierra al Señor,
ensálcelo con himnos por los siglos.

Montes y cumbres, bendecid al Señor;
cuanto germina en la tierra, bendiga al Señor.

Manantiales, bendecid al Señor;
mares y ríos, bendecid al Señor.

Cetáceos y peces, bendecid al Señor;
aves del cielo, bendecid al Señor.

Fieras y ganados, bendecid al Señor,
ensalzadlo con himnos por los siglos.

Hijos de los hombres, bendecid al Señor;
bendiga Israel al Señor.

Sacerdotes del Señor, bendecid al Señor;
siervos del Señor, bendecid al Señor.

Almas y espíritus justos, bendecid al Señor;
santos y humildes de corazón, bendecid al Señor.

Ananías, Azarías y Misael, bendecid al Señor,
ensalzadlo con himnos por los siglos.

Bendito el Señor en la bóveda del cielo,
alabado y glorioso y ensalzadlo, por los siglos.

Gloria al Padre, y al Hijo, y al Espíritu Santo.
Como era en el principio, ahora y siempre,
por los siglos de los siglos. Amén.

Ant. 2 Yo soy la siempre Virgen santa María, Madre del
verdadero Dios por quien se vive.

Ant. 3 Como el águila incita a volar a sus polluelos y
revolotea sobre el nido, así extendió ella sus alas
y los llevó sobre su plumaje.

-Salmo 149-

Cantad al Señor un cántico nuevo,
resuene su alabanza en la asamblea de los fieles;
que se alegre Israel por su creador,
los hijos de Sión por su Rey.

Alabad su nombre con danzas,
cantadle con tambores y cítaras;
porque el Señor ama a su pueblo
y adorna con la victoria a los humildes.

Que los fieles festejen su gloria
y canten jubilosos en filas:
con vítores a Dios en la boca
y espadas de dos filos en las manos:

para tomar venganza de los pueblos
y aplicar el castigo a las naciones,
sujetando a los reyes con argollas,
a los nobles con esposas de hierro.

Ejecutar la sentencia dictada
es un honor para todos sus fieles.

Gloria al Padre, y al Hijo, y al Espíritu Santo.
Como era en el principio, ahora y siempre,
por los siglos de los siglos. Amén.

Ant. 3 Como el águila incita a volar a sus polluelos y
revolotea sobre el nido, así extendió ella sus alas
y los llevó sobre su plumaje.

LECTURA BREVE

Cf. Sir 50, 5-10

¡Qué majuestuosa cuando salía detrás del velo! Como
estrella matutina en medio de las nubes, como la luna
en los días de plenilunio, como el sol cuando brilla
sobre el templo del Altísimo, como el arco iris que
ilumina las nubes de gloria, como flor de rosal en
primavera, como lirio junto a un manantial, como
vaso de oro macizo adornado con piedras preciosas.

SEGUNDA LECTURA

Del Nicán Mopohua, relato del escritor indígena del siglo
dieciseis don Antonio Valeriano

Un sábado de mil quinientos treinta y uno, a pocos
días del mes de diciembre, un indio de nobre Juan
Diego iba muy de madrugada del pueblo en que residía
a Tlatelolco, a tomar parte en el culto divino y a escu-
char los mandatos de Dios. Al llegar junto al cerrillo
llamado Tepeyac, amanecía, y escuchú que le llamaban
de arriba del cerrillo:
"Juanito, Juan Dieguito."

Él subió a la cumbre y vió a una señora de sobrehu-
mana grandeza, cuyo vestido era radiante como el sol, la
cual, con palabra muy blanda y cortés, le dijo:
"Juanito, el más pequeño de mis hijo, sabe y ten en-
tendido que yo soy la siempre Virgen María, Madre del
verdadero Dios por quien se vive. Deseo vivamente que
se me erija aquí un templo, para en él mostrar y pro-
digar todo mi amor, compasión, auxilio y defensa a todos
los moradores de esta tierra y a los demás amadores
míos que me invoquen y en mí confíen. Ve al Obispo de
México a manifestarle lo que mucho deseo. Anda y pon
en ello todo tu esfuerzo."

Cuando llegó Juan Diego a presencia del Obispo Don
Fray Juan de Zumárraga, religioso de san Francisco, éste
pareció no darle crédito y le respondió:
"Otra vez vendrás y te oiré más despacio."

Juan Diego volvió a la cumbre del cerrillo, donde la
Señora del Cielo le estaba esperando, y le dijo:
"Señora, la más pequeña de mis hijas, niña mía, expu-
se tu mensaje al Obispo, pero pareció que no lo tuvo por
cierto. Por lo cual te ruego que le encargues a alguno de
los principales que lleve tu mensaje para que le crean,
porque yo soy sólo un hombrecillo."

Ella le respondió:
"Mucho te ruego, hijo mío el más pequeño, que otra
vez vayas mañana a ver al Obispo y le digas que yo en
persona la siempre Virgen santa María, Madre de Dios,
soy quien te envió."

Pero al dIa siguiente, domingo, el Obispo tampoco le
dio crédito y le dijo que era muy necesaria alguna señal
para que se le pudiera creer que le enviaba la misma Se-
ñora del Cielo. Y le despidió.

El lunes, Juan Diego ya no volvió. Su tío Juan Ber-
nardino se puso muy grave y, por la noche, le rogó que
fuera a Tlatelolco muy de madrugada a llamar un sacer-
dote que fuera a confesarle.

Salió Juan Diego el martes, pero dio vuelta al cerrillo
y pasó al otro lado, hacia el oriente, para llegar pronto a
México y que no le detuviera la Señora del Cielo. Más
ella le salió al encuentro a un lado del cerro y le dijo:
"Oye y ten entendido, hijo mío el más pequeño, que es
nada lo que te asusta y aflige. No se turbe tu corazón
ni te inquiete cosa alguna. ¿no estoy yo aquí que soy tu
Madre? ¿no estás bajo mi sombra? ¿no estas por ven-
tura en mi regazo? No te aflija la enfermedad de tu tío.
Está seguro de que ya sanó. Sube ahora, hijo mío, a la
cumbre del cerrillo, donde hallarás diferentese flores; cór-
talas y tráelas a mi presencia."

Cuando Juan Diego llegó a la cumbre, se asombró mu-
chísimo de que hubiesen brotado tantas exquisitas rosas
de Castilla, porque a la sazón encrudecía el hielo y las
llevó en los pliegues de su tilma a la Señora del Cielo.
Ella le dijo:
"Hijo mío, ésta es la prueba y señal que llevarás al
Obispo para que vea en ella mi voluntad. Tú eres mi em-
bajador muy digno de conrianza."

Juan Diego se puso en camino, ya contento y seguro
de salir bien. Al llegar a la presencia del Obispo, le dijo:

"Señor, hice lo que me ordenaste. La Señora del Cielo
condescendió a su recado y lo cumplió. Me despachó a
la cumbre del cerrillo a que fuese a cortar varias rosas
de Castilla. Y me dijo que te las trajera y que a ti en
persona te las diera. Y así lo hago, para que en ellas veas
la señal que pides y cumplas su voluntad. Helas aquí:
recíbelas."

Desenvolvió luego su blanca manta, y, así que se es-
parcieron por el suelo todas las diferentes rosas de Cas-
tilla, se dibujó en ella y apareció de repente la preciosa
imagen de la siempre Virgen santa María, Madre de Dios,
de la manera que está y se guarda hoy en su templo del
Tepeyac.

La ciudad entera se conmovió, y venía a ver y a admi-
rar su devota imagen y hacerle oración, y, siguiendo el
mandato que la misma Señora del Cielo diera a Juan
Bernardino cuando le devolvió la salúd se le nombró,
como bien había de nombrarse: "La Virgen san-
ta María de Guadalupe."

RESPONSORIO BREVE

V. Levanto mis ojos a los montes,
¿de dónde me vendrá el auxilio?
R. Levanto mis ojos a los montes,
¿de dónde me vendrá el auxilio?

V. Señor, por ti madrugo, dame una señal propicia.
R. ¿De dónde me vendrá el auxilio?

V. Gloria al Padre, y al Hijo, y al Espíritu Santo.
R. Levanto mis ojos a los montes,
¿de dónde me vendrá el auxilio?

CÁNTICO EVANGÉLICO

Ant. Sube a un alto monte, alegre mensajero de Jerusalén,
di a las ciudades de Judá: "¡Aquí está vuestro Dios!
Como un pastor pastorea a su pueblo."

Cántico de Zacarías
Lc 1, 68-79

Bendito sea el Señor, Dios de Israel,
porque ha visitado y redimido a su pueblo,
suscitándonos una fuerza de salvación
en la casa de David, su siervo,
según lo había predicho desde antiguo
por boca de sus santos profetas.

Es la salvación que nos libra de nuestros enemigos
y de la mano de todos los que nos odian;
ha realizado así la misericordia que tuvo con
nuestros padres,
recordando su santa alianza
y el juramento que juró a nuestro padre Abraham.

Para concedernos que, libres de temor,
arrancados de la mano de los enemigos,
le sirvamos con santidad y justicia,
en su presencia, todos nuestros días

Y a ti, niño, te llamarán profeta del Altísimo,
porque irás delante del Señor
a preparar sus caminos,
anunciando a su pueblo la salvación,
el perdón de sus pecados.

Por la entrañable misericordia de nuestro Dios,
nos visitará el sol que nace de lo alto,
para iluminar a los que viven en tiniebla
y en sombra de muerte,
para guiar nuestros pasos
por el camino de la paz

Gloria al Padre, y al Hijo, y al Espíritu Santo.
Como era en el principio, ahora y siempre,
por los siglos de los siglos. Amén.

Ant. Sube a un alto monte, alegre mensajero de Jerusalén,
di a las ciudades de Judá: "¡Aquí está vuestro Dios!
Como un pastor pastorea a su pueblo."

PRECES.

Alabemos a Dios Padre todopoderoso, el Creador
por quien se vive, y digámosle:

Señor, por quien vivimos, escucha nuestra ple-
garia.

Bendito seas, Señor del universo, que en tu inmen-
sa piedad nos enviaste a la Madre de tu Hijo,
para llamarnos a la fe y hacernos ingresar a tu
pueblo santo.

Te bendecimos, Señor, porque ocultaste tu mensa-
je a los sabios y prudentes según el mundo
y lo revelaste a los pequeños, a los que son teni-
dos por insignificantes y despreciables.

Concédenos ser, como Juan Diego, embajadores tu-
yos muy dignos de confianza,
que llevemos a todos los hombres y todas las
naciones tu mensaje de amor y de paz.

Tú que, con la presencia de María, haces brillar
los riscos como perlas y las espinas como el oro,
haz que el amor de la Santísima Virgen María
nos transforme en otros Cristos.

Haz que , como Juan Diego, seamos siempre fieles
al culto divino y tus mandatos,
para que merezcamos, también nosotros, que la
Virgen María nos salga al paso en el camino de
nuestra vida.

Se pueden añadir algunas intenciones libres

Con la confianza que nos da la predilección mostra-
da por la santa María de Dios hacia nosotros, digá-
mosle al Padre de los Cielos, con profundo amor filial:
Padre nuestro .............

ORACIÓN.

Señor, Dios nuestro, que has concedido a tu pueblo
la protección maternal de la siempre Virgen María,
Madre de tu Hijo, concédenos, por su intercesión, per-
manecer siempre firmes en la fe y servir con sincero
amor a nuestros hermanos. Por nuestro Señor Jesu-
Cristo, tu Hijo.

CONCLUSIÓN.

V. El Señor nos bendiga, nos guarde de todo mal
y nos lleve a la vida eterna.
R, Amén.

* * *

RADIOMENSAJE DEL SANTO PADRE PABLO VI
AL PUEBLO DE MÉXICO CON MOTIVO DEL
SETENTA Y CINCO ANIVERSARIO DE LA
CORONACIÓN DE NUESTRA SEÑORA DE GUADALUPE

Lunes 12 de octubre de 1970

Venerables Hermanos y amadísimos hijos de México:

En el setenta y cinco aniversario de la Coronación de Nuestra Señora de Guadalupe deseamos unir nuestra voz a ese himno filial que el Pueblo Mexicano eleva hoy a la Madre de Dios.

La devoción a la Virgen Santísima de Guadalupe, tan profundamente enraizada en el alma de cada mexicano y tan íntimamente unida a más de cuatro siglos de vuestra historia patria, sigue conservando entre vosotros su vitalidad y su valor, y debe ser para todos una constante y particular exigencia de auténtica renovación cristiana.

En fecha tan señalada, la corona que la Madre de Dios espera de todos los mexicanos no es tanto una corona material, sino una preciosa corona espiritual, formada por un profundo amor a Cristo, y al mismo tiempo por un sincero amor a todos los hombres: los dos mandamientos que resumen el mensaje evangélico.

Es la misma Virgen Santísima, la que con su ejemplo nos guía en estos dos caminos. En primer lugar nos pide que hagamos de Cristo el centro y la cumbre de toda nuestra vida cristiana. Ella misma, la «llena de gracia», la «bendita entre las mujeres», consciente de su pequeñez ante el Salvador del mundo, ante Dios hecho Hombre, se oculta y se oscurece, con esa suprema humildad que la hizo agradable a los ojos del Altísimo, para que la suprema figura de su Hijo aparezca a los hombres con todo su inigualable fulgor. Por eso la misma devoción mariana alcanza su plenitud y su expresión más exacta cuando es un camino hacia el Señor, y dirige hacia El el amor más grande, como Ella supo hacerlo entrelazando en un mismo impulso la ternura de Madre y la piedad de criatura.

Pero además, y precisamente porque amaba tan entrañablemente a Cristo, nuestra Madre cumplió cabalmente ese segundo mandamiento que debe ser la norma de todas las relaciones humanas: el amor al prójimo. ¡Qué bella y delicada intervención de María en las bodas de Caná, cuando mueve a su Hijo a realizar el primer milagro de convertir el agua en vino, solo para ayudar a aquellos jóvenes esposos! Es todo un signo del constante amor de la Virgen Santísima por la humanidad necesitada, y debe ser un ejemplo para todos los que quieren considerarse verdaderamente hijos suyos.

Por eso, amadísimos mexicanos, queremos hoy hacernos eco ante vosotros de tantas tristezas y ansias que agobian al mundo, las cuales no nos pueden dejar indiferentes si queremos de verdad ser fieles al mensaje evangélico. Un cristiano no puede sentirse tranquilo mientras haya un hombre que sufre, que es tratado injustamente, que no tiene lo necesario para vivir. Un cristiano no puede menos de demostrar su solidaridad y dar lo mejor de sí mismo, para solucionar la situación de aquellos a quienes aún no ha llegado el pan de la cultura o la oportunidad de un trabajo honorable y justamente remunerado; no puede quedar insensible mientras las nuevas generaciones no encuentren el cauce para hacer realidad sus legítimas aspiraciones, y mientras una parte de la humanidad siga estando marginada a las ventajas de la civilización y del progreso.

Por ese motivo, en esta fiesta tan señalada os exhortamos de corazón a dar a vuestra vida cristiana un marcado sentido social, como pide el Concilio, que os haga estar siempre en primera línea en todos los esfuerzos para el progreso y en todas las iniciativas para mejorar la situación de los que sufren necesidad.

Ved en cada hombre un hermano, y en cada hermano a Cristo, de manera que el amor a Dios y a los hombres se unan en un mismo amor, vivo y operante, que es lo único que puede redimir las miserias del mundo renovándolo en su raíz más honda: el corazón del hombre.

El que tiene mucho, que sea consciente de su obligación de servir y de contribuir con generosidad para el bien de todos. El que tiene poco o no tiene nada, que mediante la ayuda de una sociedad justa se esfuerce en superarse y en elevarse a sí mismo, y aun en cooperar al progreso de los que sufren su misma situación. Y todos sentid el deber de uniros fraternalmente para ayudar a forjar ese mundo nuevo que la humanidad anhela.

Esta es la corona que hoy os pide la Virgen de Guadalupe, ésta la fidelidad al Evangelio de la que Ella supo ser el ejemplo eminente.

De esta manera los sentimientos cristianos, gloria y distintivo de vuestro Pueblo, serán cada día más un impulso de elevación espiritual y un factor decisivo de promoción humana en todos los campos, de manera que cada individuo y cada grupo social pueda realizar plenamente su misión en el mundo.

A todos, pero de un modo especial a vosotros, amadísimos jóvenes mexicanos, os invitamos a meditar en la validez del Mensaje de Cristo en el momento actual, y os pedimos que pongáis al servicio de estos altos ideales todo vuestro generoso entusiasmo y vuestras esperanzadoras energías.

Sobre vosotros, venerables Hermanos y queridísimos hijos, imploramos confiado la maternal benevolencia de la Madre de Dios y Madre de la Iglesia, para que siga protegiendo a vuestro País y lo dirija cada vez más por los caminos del progreso cristiano, del amor fraterno y de la pacífica convivencia.

En prueba de nuestro paternal afecto y en prenda de escogidas gracias celestiales, os impartimos de corazón una especial Bendición Apostólica.