mercoledì 25 gennaio 2012

I Volti di Cristo: Rainer


Oggi (almeno in Europa) non ci sono lotte iconoclaste, né rivoluzioni cruente come quella che sconvolse la Russia nell’ottobre del 1917, eppure l’uomo contemporaneo ha voluto e vuole sistematicamente cancellare questo volto dal suo panorama. Ne è un esempio significativo e drammatico l’artista austriaco Arthur Rainer. Rainer, come Rouault, del volto di Cristo ne ha fatto la sua ossessione. Egli ha ripreso le antiche icone del Pantocratore le ha riprodotte con tratto appassionato e deciso e poi, con un gesto impulsivo e bizzarro, ha sovrapposto strati di colore e le ha scarabocchiate, tentando così di rendere visiva la volontà di conculcare.

Nel fare questo però, Rainer usa una tecnica particolare che lascia al colore grande trasparenza, cosicché Cristo riappare sempre, indelebile. Quel volto, nonostante la volontà di sopprimerlo, resta incancellabile dalla memoria del cuore.
Di fronte all’evidenza del volto di Cristo che lascia costantemente un sigillo indelebile nel cuore e nella storia dell’uomo, l’artista austriaco ebbe a dire: «Quando, per il fatto di essere ritratto da un artista, un viso morto riceve in un certo senso vita, si può benissimo vedervi una metafora della Risurrezione».

Nella tensione fra il volto dell’uomo che anela alla salvezza e il Volto di Dio che in Gesù Cristo vuole guardare negli occhi la sua creatura, si apre il varco della mendicanza. Una mendicanza che il grande Karol Wojtyla aveva stigmatizzato così:

Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra
e non distolgo il pensiero dal Tuo Volto
che il mondo non mi svela.
Ricordati cuore di quello sguardo
In cui ti attende tutta l’eternità.