La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino Neocatecumenale un particolare dono dello Spirito agli uomini del nostro tempo. Così Benedetto XVI nel discorso rivolto questa mattina a più di 7000 fratelli del Cammino. Nel corso dell’udienza è stato consegnato e letto il Decreto con cui si concede “l’approvazione di quelle celebrazioni contenute nel direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano già normate dai Libri liturgici della Chiesa”. Il Santo Padre ha anche inviato 17 nuove "missio ad gentes" in tutto il mondo. Di seguito il testo del discorso:
Cari fratelli e sorelle,
anche quest’anno ho la gioia di potervi incontrare e condividere con voi questo momento di invio per la missione. Un saluto particolare a Kiko Argüello, a Carmen Hernández e a Don Mario Pezzi, e un affettuoso saluto a tutti voi: sacerdoti, seminaristi, famiglie, formatori e membri del Cammino Neocatecumenale. La vostra presenza oggi è una testimonianza visibile del vostro gioioso impegno di vivere la fede, in comunione con tutta la Chiesa e con il Successore di Pietro, e di essere coraggiosi annunciatori del Vangelo.
Nel brano di san Matteo che abbiamo ascoltato, gli Apostoli ricevono un preciso mandato di Gesù: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28, 19). Inizialmente avevano dubitato, nel loro cuore c’era ancora l’incertezza, lo stupore di fronte all’evento della risurrezione. Ed è Gesù stesso, il Risorto – sottolinea l’Evangelista – che si avvicina a loro, fa sentire la sua presenza, li invia ad insegnare tutto ciò che ha comunicato loro, donando una certezza che accompagna ogni annunciatore di Cristo: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Sono parole che risuonano forti nel vostro cuore. Avete cantato Resurrexit, che esprime la fede nel Vivente, in Colui che, in un supremo atto di amore, ha vinto il peccato e la morte e dona all’uomo, a noi, il calore dell’amore di Dio, la speranza di essere salvati, un futuro di eternità .
In questi decenni di vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo Risorto, rispondere alle sue parole con generosità , abbandonando spesso sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi, affrontando situazioni nuove e non sempre facili. Portare Cristo agli uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di fede, la gioia di essere cristiani. Il “seguire Cristo” esige l’avventura personale della ricerca di Lui, dell’andare con Lui, ma comporta sempre anche uscire dalla chiusura dell’io, spezzare l’individualismo che spesso caratterizza la società del nostro tempo, per sostituire l’egoismo con la comunità dell’uomo nuovo in Gesù Cristo. E questo avviene in un profondo rapporto personale con Lui, nell’ascolto della sua parola, nel percorrere il cammino che ci ha indicato, ma avviene anche inseparabilmente nel credere con la sua Chiesa, con i santi, nei quali si fa sempre e nuovamente conoscere il vero volto della Sposa di Cristo.
E’ un impegno – lo sappiamo – non sempre facile. A volte siete presenti in luoghi in cui vi è bisogno di un primo annuncio del Vangelo, la missio ad gentes; spesso, invece, in aree, che, pur avendo conosciuto Cristo, sono diventate indifferenti alla fede: il secolarismo vi ha eclissato il senso di Dio e oscurato i valori cristiani. Qui il vostro impegno e la vostra testimonianza siano come il lievito che, con pazienza, rispettando i tempi, con sensus Ecclesiae, fa crescere tutta la massa. La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo ecclesiale sono una importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo nel mondo in cui viviamo.
Care famiglie, la Chiesa vi ringrazia; ha bisogno di voi per la nuova evangelizzazione. La famiglia è una cellula importante per la comunità ecclesiale, dove ci si forma alla vita umana e cristiana. Con grande gioia vedo i vostri figli, tanti bambini che guardano a voi, cari genitori, al vostro esempio. Un centinaio di famiglie sono in partenza per 12 Missioni ad gentes. Vi invito a non avere timore: chi porta il Vangelo non è mai solo. Saluto con affetto i sacerdoti e i seminaristi: amate Cristo e la Chiesa, comunicate la gioia di averLo incontrato e la bellezza di avere donato a Lui tutto. Saluto anche gli itineranti, i responsabili e tutte le comunità del Cammino. Continuate ad essere generosi con il Signore: non vi farà mancare la sua consolazione!
Poco fa vi è stato letto il Decreto con cui vengono approvate le celebrazioni presenti nel “Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale”, che non sono strettamente liturgiche, ma fanno parte dell’itinerario di crescita nella fede. E’ un altro elemento che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae.
Questo fatto mi offre l’occasione per un breve pensiero sul valore della Liturgia. Il Concilio Vaticano II la definisce come l’opera di Cristo sacerdote e del suo corpo che è la Chiesa (cfr Sacrosanctum Concilium, 7). A prima vista ciò potrebbe apparire strano, perché sembra che l’opera di Cristo designi le azioni redentrici storiche di Gesù, la sua Passione, Morte e Risurrezione. In che senso allora la Liturgia è opera di Cristo? La Passione, Morte e Risurrezione di Gesù non sono solo avvenimenti storici; raggiungono e penetrano la storia, ma la trascendono e rimangono sempre presenti nel cuore di Cristo. Nell’azione liturgica della Chiesa c’è la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per noi oggi lo stesso Mistero pasquale, per la nostra salvezza; ci attira in questo atto di dono di Sé che nel suo cuore è sempre presente e ci fa partecipare a questa presenza del Mistero pasquale. Questa opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia, l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo – Christus totus caput et corpus – dice sant’Agostino. Nella celebrazione dei Sacramenti Cristo ci immerge nel Mistero pasquale per farci passare dalla morte alla vita, dal peccato all’esistenza nuova in Cristo.
Ciò vale in modo specialissimo per la celebrazione dell’Eucaristia, che, essendo il culmine della vita cristiana, è anche il cardine della sua riscoperta, alla quale il neocatecumenato tende. Come recitano i vostri Statuti, “L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in piccola comunità ” (art. 13 §1). Proprio al fine di favorire il riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una formazione adeguata, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia domenicale nella piccola comunità , dopo i primi Vespri della domenica, secondo le disposizioni del Vescovo diocesano (cfr Statuti, art. 13 §2). Ma ogni celebrazione eucaristica è un’azione dell’unico Cristo insieme con la sua unica Chiesa e perciò essenzialmente aperta a tutti coloro che appartengono a questa sua Chiesa. Questo carattere pubblico della Santa Eucaristia si esprime nel fatto che ogni celebrazione della Santa Messa è ultimamente diretta dal Vescovo come membro del Collegio Episcopale, responsabile per una determinata Chiesa locale (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 26). La celebrazione nelle piccole comunità , regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti della radicalità . Al tempo stesso, la progressiva maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve favorire il loro inserimento nella vita della grande comunità ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia, nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato (cfr Statuti, art. 6), la sua forma ordinaria. Ma anche durante il cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico corpo (cfr 1 Cor 10, 16s).
Coraggio! Il Signore non manca di accompagnarvi e anch’io vi assicuro la mia preghiera e vi ringrazio per i tanti segni di vicinanza. Vi chiedo di ricordarvi anche di me nelle vostre preghiere. La Santa Vergine Maria vi assista con il suo sguardo materno e vi sostenga la mia Benedizione Apostolica, che estendo a tutti i membri del Cammino. Grazie!
Di seguito il servizio di Debora Donnini (Radio Vaticana) ed il commento di Salvatore Cernuzio (Zenit).
Il
Cammino Neocatecumenale è “un particolare dono che lo Spirito Santo ha
dato ai nostri tempi”. Sono le parole che il Papa ha rivolto alle 7mila
persone che hanno affollato l’Aula Paolo VI e accolto il Pontefice con
canti ed applausi. Benedetto XVI ha messo in evidenza l’importanza
dell’annuncio del Vangelo che il Cammino porta avanti in zone
scristianizzate del mondo, dove “il secolarismo ha eclissato il senso di
Dio”, o dove il Vangelo non è stato mai annunciato. “Qui il vostro
impegno e la vostra testimonianza siano come il lievito che, con
pazienza, rispettando i tempi, con sensus Ecclesiae, fa crescere tutta
la massa”. Il Papa ha anche ringraziato le tante famiglie presenti con i
loro figli che partono abbandonano sicurezze materiali per annunciare
Cristo risorto:“La Chiesa – ha detto – ha bisogno di voi per la nuova
evangelizzazione”. E le ha inviate a non avere timore: “Chi porta il
Vangelo non è mai solo”. Oggi, infatti, il Papa ha inviato 17 nuove
missio ad gentes, ciascuna composta da tre o quattro famiglie numerose
accompagnate da un sacerdote:
“In questi decenni di
vita del Cammino un vostro fermo impegno è stato di proclamare il Cristo
Risorto, rispondere alle sue parole con generosità , abbandonando spesso
sicurezze personali e materiali, lasciando anche i propri Paesi,
affrontando situazioni nuove e non sempre facili. Portare Cristo agli
uomini e portare gli uomini a Cristo: questo è ciò che anima ogni opera
evangelizzatrice. Voi lo realizzate in un cammino che aiuta a far
riscoprire a chi ha già ricevuto il Battesimo la bellezza della vita di
fede, la gioia di essere cristiani”.
Durante l’udienza
risuonano le parole del Vangelo proclamato: “Ed ecco, io sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Seguire Cristo comporta anche
“spezzare l’individualismo che spesso caratterizza la società del
nostro tempo - ricorda ancora il Papa - per sostituire l’egoismo con la
comunità dell’uomo nuovo in Gesù Cristo”. Questo avviene in un rapporto
personale con Lui ma anche inseparabilmente nel credere con la sua
Chiesa:
“La Chiesa ha riconosciuto nel Cammino un
particolare dono che lo Spirito Santo ha dato ai nostri tempi e
l’approvazione degli Statuti e del “Direttorio Catechetico” ne sono un
segno. Vi incoraggio ad offrire il vostro originale contributo alla
causa del Vangelo. Nella vostra preziosa opera ricercate sempre una
profonda comunione con la Sede Apostolica e con i Pastori delle Chiese
particolari, nelle quali siete inseriti: l’unità e l’armonia del Corpo
ecclesiale sono un’importante testimonianza a Cristo e al suo Vangelo
nel mondo in cui viviamo”.
Il discorso di Benedetto
XVI si sofferma sulla Liturgia. “Nell’azione liturgica della Chiesa c’è
la presenza attiva di Cristo Risorto che rende presente ed efficace per
noi oggi lo stesso Mistero pasquale”, sottolinea, ricordando che “questa
opera del Signore Gesù, che è il vero contenuto della Liturgia,
l’entrare nella presenza del Mistero pasquale, è anche opera della
Chiesa, che, essendo suo corpo, è un unico soggetto con Cristo”. Oggi è
stato anche consegnato il Decreto con cui il Pontificio Consiglio per i
Laici approva “le celebrazioni contenute nel Direttorio Catechetico del
Cammino Neocatecumenale, che non sono strettamente liturgiche ma fanno
parte dell’itinerario di crescita della fede”. “E’ un altro elemento –
ha detto - che vi mostra come la Chiesa vi accompagni con attenzione in
un paziente discernimento, che comprende la vostra ricchezza, ma guarda
anche alla comunione e all’armonia dell’intero Corpus Ecclesiae”.
Quindi il Papa ha citato gli Statuti: “l’Eucaristia è essenziale al
Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in
piccole comunità ”.
“Proprio al fine di favorire il
riavvicinamento alla ricchezza della vita sacramentale da parte di
persone che si sono allontanate dalla Chiesa, o non hanno ricevuto una
formazione adeguata, i neocatecumenali possono celebrare l’Eucaristia
domenicale nella piccola comunità , dopo i primi Vespri della domenica,
secondo le disposizioni del Vescovo diocesano”.
Benedetto
XVI ricorda che l’Eucaristia è aperta a tutti coloro che appartengono
alla sua Chiesa e che la celebrazione in piccole comunità “regolata dai
Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolaritÃ
approvate negli Statuti del Cammino, ha il compito di aiutare quanti
percorrono l’itinerario neocatecumenale a percepire la grazia
dell’essere inseriti nel mistero salvifico di Cristo, che rende
possibile una testimonianza cristiana capace di assumere anche i tratti
della radicalità ".
“Al tempo stesso, la progressiva
maturazione nella fede del singolo e della piccola comunità deve
favorire il loro inserimento nella vita della grande comunitÃ
ecclesiale, che trova nella celebrazione liturgica della parrocchia,
nella quale e per la quale si attua il Neocatecumenato (cfr Statuti,
art. 6), la sua forma ordinaria. Ma anche durante il
cammino è importante non separarsi dalla comunità parrocchiale, proprio
nella celebrazione dell’Eucaristia che è il vero luogo dell’unità di
tutti, dove il Signore ci abbraccia nei diversi stati della nostra
maturità spirituale e ci unisce nell’unico pane che ci rende un unico
corpo”.
Accolto con grande gioia, il testo stesso di
approvazione è stato letto da mons. Josef Clemens, segretario del
Pontifico Consiglio per i Laici:
“Il Pontificio
Consiglio per i Laici, avuto il parere favorevole della Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, concede
l'approvazione a quelle celebrazioni contenute nel Direttorio
Catechetico del Cammino Neocatecumenale che non risultano per loro
natura già normate dai Libri liturgici della Chiesa”.
“Con
decreto dell'11 maggio 2008 - recita ancora il Decreto - il Pontificio
Consiglio per i Laici ebbe ad approvare in modo definitivo lo Statuto
del Cammino Neocatecumenale e, successivamente, dopo aver debitamente
consultato la Congregazione per la Dottrina della Fede, con decreto del
26 dicembre 2010, diede la sua approvazione alla pubblicazione del
Direttorio catechetico come sussidio valido e vincolante per le
catechesi del Cammino Neocatecumenale” .
Durante l’udienza è stata anche eseguito dall’orchestra il brano del Resurrexit della
Sinfonia sulla Sofferenza degli Innocenti. E Kiko Arguello, uno degli
iniziatori del Cammino, ha raccontato la missione che tante famiglie
inviate nel mondo compiono:
“Abbiamo sentito queste
famiglie, che sono ad Amsterdam, a Brooklyn e in tanti posti, e ci siamo
commossi. Dopo sei anni i pagani hanno cominciato ad avvicinarsi e
hanno creato una comunità : piccole comunità di persone che non
conoscevano Cristo – divorziati, gente ferita, alcolizzata – e che hanno
trovato in noi un’accoglienza, un amore enorme. Molti hanno detto: 'Vi
ringrazio, perché mai sarei entrato in una chiesa'”.
E’
forte, infatti, l’impegno del Cammino sul fronte della nuova
evangelizzazione. Le 17 nuove missio ad gentes andranno in tutto il
mondo: 12 in Europa – ad Albi, Nizza, Bayonne, Tolone, Strasburgo,
Lione, Anversa, Lubiana; Sarajevo, Tallin in Estonia; Vienna e
Manchester; 4 in America - tre a Boston e una in Venezuela - ed una in
Africa a Libreville, in Gabon. Sono state mandate anche altre famiglie
per alcune missio ad gentes già formate tra gli aborigeni australiani,
nella Papua New Guinea e in Ucraina. Queste missio si vanno ad
aggiungere alle altre 40 già inviate da Benedetto XVI negli anni
precedenti. E, dunque, la missione continua.
Al termine dell’udienza con il Papa al Cammino neocatecumenale, Roberto Piermarini ha raccolto la testimonianza di una famiglia spagnola in missione ad gentes a Stoccolma, in Svezia, Estanislao e Maricarmen, e di don Manuel, il sacerdote cileno che li accompagna:
D. - Estanislao, qual è stata la vostra esperienza?
R.
– In 15 anni di missione, abbiamo visto il Signore in tutto. Siamo
arrivati in Svezia in condizioni precarie ma il Signore ci ha sempre
preceduto.
D. – Quanti figli avete?
R. – Nove.
D. – Come madre, Maricarmen, come stai vivendo questa esperienza, con questi nove figli a Stoccolma?
R.
– Io vedo che Dio ci protegge da tutto. Ecco, con questa fiducia
andiamo avanti, perché ogni tanto avvertiamo la paura, l’angoscia, ma
sento che Dio provvede a tutto e i nostri figli sono con noi in
comunità . Hanno questo spirito, questa gioia, quindi siamo molto
contenti.
D. - Ci sono dei frutti dopo 15 anni di missione?
R.
- Si, i frutti ci sono, specialmente per tanti fratelli che avevano una
vita distrutta… il Signore ha dato loro una nuova vita.
D. – Don Manuel, come presbitero, come stai vivendo l'esperienza della missione a Stoccolma?
R.
– Prima di tutto, è una nuova realtà dell’evangelizzazione. Vedo che si
dedicano al cento per cento al servizio della nuova evangelizzazione,
un nuovo modo di portare Cristo attraverso la Chiesa vivente, non
partendo dalle strutture, ma partendo dalle persone che testimoniano
Cristo che ha vinto la morte. Anche per me, come sacerdote, è un grande
aiuto perché non sono da solo in quest’opera. Non sono io – Don Manuel –
che faccio la missione, ma tutta una comunità , un insieme di fratelli
con diversi carismi, che portano Cristo alle persone che sono sole.
D. – Le maggiori difficoltà in Scandinavia, dal punto di vista pastorale?
R.
– La solitudine: persone che vivono da sole, incapaci di relazionarsi.
Noi veniamo da una cultura meridionale. Io vengo dal Cile, un Paese dove
la gente comunica, si relaziona, chiede aiuto, si associa… In Svezia,
le persone vivono da sole. Hanno difficoltà a trovare amicizie, a
trovare veramente quel calore umano che possa accogliere l’altra
persona. Ed è una benedizione del Signore vedere, in questa missione, le
persone che si amano, che vivono in umiltà , in un Paese dove l’unità e
l’allegria si vedono molto poco.
Mille Famiglie in Missione
Il Pontefice invia le famiglie del Cammino neocatecumenale nel mondo
CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 20 gennaio 2012.- Nel corso di una udienza con 7.000 partecipanti, la Santa Sede ha annunciato l’approvazione delle celebrazioni che segnano l’itinerario di iniziazione cristiana del Cammino Neocatecumenale. Inoltre il Santo Padre ha inviato 18 nuove missio ad gentes in Europa, Africa e America.
ZENIT ha chiesto a Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale insieme a Carmen Hernández, di commentare l’evento:
Kiko: “Una delle prove della validità di questo itinerario per formare cristiani adulti sono le famiglie in missione. Attualmente sono quasi mille le famiglie del Cammino neocatecumenale in missione nelle diverse parti del mondo.
Oggi il Santo Padre invierà altre 18 nuove missio ad gentes tra gli aborigeni dell’Australia, della Papuasia e della Nuova Guinea e nelle zone più secolarizzate dell’Europa.
Queste missio ad gentes significano una nuova presenza di Chiesa.
C’è molta gente oggi completamente secolarizzata che non va al tempio, non gli interessano le chiese, ma che quando vedono un gruppo di cristiani che si vogliono bene, che si amano, questo gli interessa, sono impressionati dal modo in cui si relazionano.
Noi abbiamo tante esperienze di gente che ha chiesto il battesimo dopo aver visto come noi ci relazioniamo tra noi, come ci vogliamo bene.
Devo dire che in Europa molta gente soffre di solitudine Questa è una realtà terribile, tipica delle città moderne: il numero di gente che vive sola, la quantità di gente che è alcolizzata, l’enorme numero dei suicidi, dei divorzi, degli aborti…
E’ evidente che c’è bisogno di una nuova presenza di Chiesa.
Abbiamo risposto all’appello di Giovanni Paolo II, che nel simposio dei vescovi europei nel 1985 disse ai vescovi europei che la situazione dell’Europa è molto difficile, che l’Europa sta andando verso l’apostasia, che si stanno distruggendo le famiglie
Non bisogna avere paura, - disse il Papa – al contrario bisogna alimentare la speranza perchè lo Spirito Santo sta già rispondendo: bisogna tornare al Cenacolo, al primissimo modello apostolico quando la Chiesa abitava nelle case e la gente che entrava in contatto con queste comunità restava sbalordita e voleva farsi cristiana.
Questo è quello che sta facendo il Cammino neocatecumenale. Seguendo le indicazione di Giovanni Paolo II formiamo comunità cristiane anche negli ambienti più pagani come a Chemnitz, che è stata la citta` modello della Germania comunista e dove il 98 per cento di gente non è battezzata. Il vescovo di Chemnitz ha chiesto due missio ad gentes che hanno già generato due comunità con persone che non erano state battezzate. Queste persone sono rimaste sorprese nel vedere come vive una comunità cristiana”.
Ci spiega cos’è una missio ad gentes?
Kiko: “La missio ad gentes è una nuova presenza di Chiesa, è la risposta per la nuova evangelizzazione, è la nuova evangelizzazione in atto.
Il Papa è molto contento di inviare 18 nuove missio ad gentes in Europa, nel sud della Francia a Tolone, ad Albi, a Montpellier, a Bayonne.”
Che cosa pensa dell’approvazione delle celebrazioni che scandiscono e segnano le tappe dell’iniziazione cristiana che porta avanti il Cammino neocatecumenale?
Kiko: “Il riconoscimento della validità di questa iniziazione Cristiana è per noi un momento storico, è quello che stavamo aspettando. Dopo anni di studio e analisi da parte della Congregazione delCultoDivino e la Disciplina dei Sacramenti, è stata approvata.
Nel riconoscimento della validità si dice che le celebrazioni che marcano le tappe di crescita dell’itinerario di maturazione dell’uomo nuovo sono magnifiche e sono veramente ispirate, aiutano l’uomo a convertirlo e farlo cristiano, lo aiutano a crescere nella fede e a unirsi a Gesù Cristo.
Siamo contenti e grati a Dio per questo riconoscimento.
Dopo tante sofferenze e tanto lavoro siamo grati alla Chiesa, la quale riconosce ufficialmente la validità di questa iniziazione cristiana per la costruzione di un uomo nuovo.
Noi inseriamo l’uomo nuovo in una comunità cristiana. E’ nostro compito far vedere quello che i pagani vedevano nell’antichità , quando gridavano “guardate come si amano i cristiani”.
Nell’antichità c’erano gli stessi problemi di oggi: la gente era sola e soffriva la solitudine e la disperazione.
Quando l'uomo cade vittima del demonio non sa più amare e si confonde.
Ha scritto San Paolo che Cristo è morto perchè l’uomo non viva più per se stesso. In questo modo spiega che l’uomo separato da Dio è condannato a soffrire del proprio egoismo.
Siamo molto grati a Benedetto XVI e alla Chiesa per questo atto in cui vediamo e confermiamo che la Chiesa è madre e maestra”.
L’approvazione giunge dopo quindici anni di studio da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, conclude il percorso per l’approvazione del Cammino Neocatecumenale: nel 2008 la Santa Sede approvò la versione finale degli Statuti e nel 2011 approvò la dottrina contenuta nei tredici volumi del Direttorio Catechetico del Cammino Neocatecumenale.
In data odierna Benedetto XVI ha inviato, 17 missio ad gentes: 12 in Europa (Albi; Nizza; Bayonne; Tolone; Strasburgo; Lione; Anversa; Lubiana, Serajevo, Tallin, Vienna; Manchester) 4 in America ( tre a Boston e una in Venezuela) ; una in Africa a Libreville (Gabon). Inoltre sono state mandate altre famiglie per delle missio ad gentes già formate in Ucraina e tra gli aborigeni australiani, nella Papua New Guinea.
Ogni missio ad gentes è formata da tre o quattro famiglie numerose che vanno con un prete a vivere in una zona decristianizzata o dove il Vangelo non è mai stato annunciato.
Queste missio si vanno ad aggiungere alle altre 40 già inviate in tutto il mondo da Benedetto XVI negli anni precedenti.
* * *
I buoni frutti del Cammino Neocatecumenale
Intervista a Kiko Arguello, fondatore del movimento, subito dopo l'Udienza con il Papa
di Salvatore Cernuzio
ROMA, venerdì, 20 gennaio 2012 – Ci accoglie con il suo tipico modo di fare entusiasta e carismatico, Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale, in un albergo a due passi da San Pietro, in un clima quasi confidenziale che quasi non sembra un’intervista, ma una semplice chiacchierata.
Con la gioia ancora negli occhi e nel cuore per l’incontro con il Santo Padre in aula Paolo VI, Kiko rilascia a ZENIT un'altra breve intervista per rendere grazie a Dio della meravigliosa storia che sta facendo con questo cammino di iniziazione cristiana e commentare l'evento di oggi.
*********
Kiko, partiamo da una semplice domanda: com’è andato l’incontro di questa mattina?
Kiko: Fantastico! È stato veramente meraviglioso il fatto che siano state confermate le celebrazioni che scandiscono tutte le tappe della gestazione cristiana che il Cammino ha costruito.
Aspettavamo questo momento, e finalmente la Chiesa ha confermato il Cammino Neocatecumenale come iniziazione cristiana, nella sua dottrina, nelle liturgie e nelle tappe. È importantissimo, soprattutto, il fatto che il Papa abbia ribadito che le comunità possono celebrare le messe della domenica per comunità .
È un fatto sociologico di una importanza immensa che vuole dire che la piccola comunità è la salvezza per la Nuova Evangelizzazione. L’eucarestia, infatti, crea e forma la comunità cristiana, la rende salda, la unisce.
Mentre per quanto riguarda la missio ad gentes?
Kiko: La missio ad gentes è anche una piccola comunità in mezzo a persone completamente pagane o lontane dalla Chiesa. Quello che vediamo è che queste persone sono attratte dalle “piccole comunità ” rappresentate dalle famiglie in missione, sono sorprese dall’amore che esse mostrano agli altri e tra di loro. Si lasciano catechizzare nelle loro case e diventano, poi, essi stessi una piccola comunità .
Tutto questo che ricchezza porta in più alla Chiesa?
Kiko: Possiamo dire che stiamo avviando una nuova pagina nella storia: la Nuova Evangelizzazione, in mezzo ad una crisi epocale che investe tutta la società , che si chiama secolarizzazione. Moltissima gente, non sappiamo perché, “molesta” le chiese; in alcuni paesi, soprattutto europei, sono arrivati anche venderle o chiuderle.
Per questo sono contento e stupito quando, con queste missioni ad gentes, appunto, ci sono persone che dicono “grazie, perché altrimenti non sarei mai entrato in una Chiesa” oppure ringraziano per “l’amore e l’accoglienza” che respirano nelle case di questi fratelli che li ospitano.
Sono numerose, infatti, le persone che vengono alle catechesi, non vogliono andare più via: sono le undici di sera e ancora non tornano a casa. Questo accade anche perché la gente, nella nostra società , si sente molto sola…
Ormai sono quarant’anni che il Cammino Neocatecumenale continua a dare frutti, basta pensare al grande numero di chiamate vocazionali. Cosa pensa di questi doni che il Signore fa al Cammino e alla Chiesa soprattutto?
Kiko: Che pensare… che il Signore è molto buono con noi. Io ringrazio davvero Dio, perché nonostante abbiamo avuto e abbiamo molte difficoltà e sofferenze, non ci ha mai abbandonato, ma sempre appoggiato e sostenuto. L’incontro di oggi ne è una testimonianza.
Verso quale direzione si sta muovendo ora il Cammino?
Kiko: Verso l’avviamento di una Nuova Evangelizzazione in tutto il mondo.
Stiamo guardando verso nuove prospettive, ad esempio anche la Chiesa ortodossa ultimamente si è mostrata interessata al nostro itinerario di fede.
Soprattutto credo, però, che dobbiamo prepararci per la Cina, il Vietnam, tutta l’Asia insomma e abbiamo parecchie famiglie pronte a partire in missione nell’Est del mondo.
Inoltre sono nati già cinque nuovi seminari per preparare i giovani a partire per la Cina?
Kiko: Esatto! Abbiamo chiesto 20.000 giovani che si sentissero chiamati per diventare sacerdoti ed evangelizzare in Cina, e si sono alzati in 5.000.
Ora questi ragazzi andranno vagliati, preparati, dobbiamo vedere chi completerà gli studi e via dicendo. Insomma la Cina, l’Asia!
In ultimo, Kiko, c’è qualcosa che vorrebbe dire a tutti coloro che fanno parte del Cammino Neocatecumenale, ma anche a tutti cristiani?
Kiko: Si, voglio fare un semplice augurio: di trovare Cristo e trovare, quindi, la vita vera che conduce alla vita eterna. Spero che tutti si possano veramente incontrare con Gesù Cristo, perché Lui ti dona la sua natura e la sua vita immortale e questo ti cambia completamente l’esistenza, ti aiuta e ti prepara.