martedì 17 gennaio 2012

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani 2012


Il tema dell’annuale edizione della Settimana di Preghiera è tratto dalla prima lettera dell’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto, testo biblico di riferimento, elaborato dal gruppo ecumenico della Polonia: Tutti saremo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore (1Cor 15,51-58).


Sulla unità dei cristiani, v. a. in questo blog i post pubblicati dal 16 al 25 gennaio dell'anno scorso.
18 - 25 gennaio 2012
Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani


Padre santo,
tu che hai glorificato tuo Figlio Gesù
e gli hai conferito potere su ogni carne,
perché egli comunichi la vita eterna
a tutti quelli che hanno creduto in lui quale Dio e Salvatore,
noi ti ringraziamo del dono elargito a noi uomini:
di comprendere la profondità dell'unione consustanziale
che è tra te e tuo Figlio e lo Spirito santo,
alla quale ci hai chiamati
attraverso la preghiera innalzata a te dal figlio tuo:
«Affinché siano tutti una cosa sola,
come tu sei in me, o Padre, e io in te;
affinché anche loro siano una cosa sola in noi,
e così il mondo creda che tu mi hai mandato».
Noi veramente crediamo
che questa unità cui ci hai coinvitati,
è necessaria quale testimonianza
del mistero della tua opera nella natura umana,
incline alla decomposizione e alla disintegrazione
a causa del peccato e dell'egoismo.
Questa unità è necessaria anche perché il mondo creda
che non c'è altra speranza
se non nella persona di Gesù Cristo, tuo prediletto,
che hai mandato per unire le realtà celesti con quelle terrestri.
Noi confessiamo che la venuta di tuo figlio in noi
provoca in noi un'attrazione insopprimibile verso l'unità:
«Io in loro e tu in me,
perché così siano perfettamente uno,
e il mondo sappia che tu mi hai mandato
e che li hai amati come tu hai amato me».
Perciò tutte le nostre resistenze
alla piena realizzazione dell'unità in te,
quell'unità che tu hai voluto per noi,
costituiscono una carenza di fede
e una mancanza di carità da parte nostra.
Queste deficienze ci fanno anteporre
le controversie ideologiche, politiche, razziali
alle esigenze dello Spirito, della fede e dell'amore
e affievoliscono la voce di Cristo nei nostri cuori
per accondiscendere al mondo e agli uomini.
Padre santo,
glorifica il tuo figlio nella vita della chiesa,
perché la chiesa glorifichi te e il figlio tuo
quando tutti si saranno liberati
da ogni impedimento contro l'unità e l'amore.
Signore non lasciare che la comunità soccomba
e tenti di eliminare un peccato con un altro peccato,
di curare un male con un altro male;
non permettere che l'unità sia cercata
attraverso controversie ideologiche,
e la carità sia confusa con la politica,
e le coalizioni razziali vengano considerate
una forza dello Spirito.
Matta el Meskin
CATECHESI
Il cristiano è cercatore dell'unità perché è cercatore di Dio; egli la percepisce nella sua anima nella misura in cui percepisce la presenza di Dio.
L'unità cristiana è dunque un'esigenza di fede per eccellenza. Noi la perseguiamo perché essa stessa ci urge nel fondo del nostro cuore. Tuttavia, non possedendo tutti un eguale senso di Dio, non tutti hanno dell'unità la stessa visione; essa si allarga e si rimpicciolisce negli uomini secondo il tipo di rapporto che hanno con Dio. Qualcuno non l'avverte neppure; altri la rifiutano: è una prova di fede.
La fonte dell'unità scaturisce inizialmente da una pienezza di fede e da una spiritualità traboccante che infrange le barriere dell'odio, le divergenze di mentalità, i dissensi dell'anima, gli artifici dell'intelligenza e le sollecitudini della carne. Se l'unità degli uomini è ricercata a un livello divino, essa è un ideale che supera le forze umane: essa sgorga, quale necessità e conseguenza inevitabile e diretta, dall'unione dell'uomo con Dio.
Questa è una ben nota legge spirituale che si fonda tanto nell'esperienza pratica quanto nella testimonianza ripetuta nelle Scritture. Il più grande comandamento dice: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente", e l'altro: "Amerai il prossimo come te stesso" (Mt 22.37-39). La Scrittura afferma che il secondo comandamento consegue dal primo, in quanto da esso procede. Il secondo senza il primo non avrebbe alcun valore; sarebbe perfino prossimo al peccato.
MATTA EL MESKIN