lunedì 12 marzo 2012

Gesù, ricordati di me!



Entriamo in questa III settimana di Quaresima con questo testo splendido, attribuito a Bernardo di Clairvaux.

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Come pregò il brigante sulla croce? Ricordati di me, Signore, quando verrai nel tuo regno (Lc. 23, 42). O grande fede, o grande speranza, o grande carità! Egli prega per le realtà future, non per quelle presenti. Non vuole essere deposto dalla croce, ma essere accolto nel regno di Cristo. Che cos'è questo se non dire: Bramo di essere sciolto dal corpo ed essere con Cristo (Fil. 1, 23)? Non so cosa Paolo possa aver bramato più di questo brigante.
Ricordati di me. O cuore contrito e umiliato (Sal. 50, 19)! Cosa di meno e di più umile poteva chiedere nella preghiera se non che almeno si ricordasse di lui? Ricordati di me. Chi è questo me? Di me, dico, così indegno, così peccatore. Io riconosco la mia iniquità, e il mio peccato mi è sempre davanti (Sal. 50, 5). Mi vergogno di alzare i miei occhi verso di te (Lc. 18, 13). Contro te solo ho peccato (Sal. 50, 6). Tu solo puoi purificarmi dal mio peccato. Ho commesso il male davanti a te quando da te ho voluto nascondermi. Sono un brigante nei confronti della mia anima: ho voluto nascondere l'omicidio che ho compiuto, ma davanti a te ho compiuto il male.
Ricordati di me, abbi misericordia di me (Sal. 50, 3). Giustamente mi sono ritrovato in questa condizione miserevole, io che ho abbandoanto la tua beatitudine. Ero ricco, ed ecco che sono diventato povero. Potevo mangiare e trovare piacere in ogni albero del paradiso (Gen. 2, 16), ed ecco che sono tormentato e muoio su questo legno. Ricordati di me. Mi ero dimenticato di te, ma, sebbene tu fossi adirato, ti sei ricordato della tua misericordia.
Abbi misericordia di me secondo la tua grande misericordia (Sal. 50, 3). Vedo in te una misericordia grande e tua, cioè che a te si addice, una misericordia che ti ha fatto discendere dal cielo per me, rendendoti simile alla mia miseria. Ma io patisco per le azioni che ho compiuto; tu, invece, che cosa hai fatto? Ti vedo simile a me nella pena, tu che sei tanto dissimile a me nelle azioni. Non potevi seguirmi più lontano di così.
Da dove sei venuto? Sei uscito dall'estremità del cielo (Sal. 18, 7), sei venuto avanti, dall'utero della Vergine, il più bello, nell'aspetto, tra i figli dell'uomo (Sal. 44, 3), e ora sei appeso con me su un legno. Chi ti ci ha condotto? La sola misericordia. Abbi misericordia di me, o Dio, secondo questa grande misericordia (Sal. 50, 3).
Tu sei Dio e io uomo, io tua creatura, che tu hai fatto a tua immagine e somiglianza (Gen. 1, 26-27). Abbi misericordia, o Dio, della tua immagine. Ma in che cosa io posso riconoscere che tu hai misericordia? Nel fatto che vedo in te la mia immagine che patisce insieme a me una simile e medesima miseria. Che cosa mi resta dunque da fare se non sperare? Di una così grande misericordia chi potrà mai disperare? Perciò ricordati di me quando verrai nel tuo regno. Tu vai nel tuo regno, hai compiuto la tua missione, e per questo sei  venuto: per riportarmi con te. Io desidero ardentemente venire con te, e per questa amarissima morte di croce non provo terrore nè mi vergogno. Come, infatti, potrei provare terrore là dove vedo che tu sei con me? Anche se camminassi in mezzo all'ombra di morte, non temerò alcun male, poichè tu sei accanto a me (Sal. 22, 4). E come potrei vergognarmi di ciò che vedo che tu, Signore del cielo, porti? Chi infatti si vegognerà di te e delle tue parole, anche tu ti vergognerai di lui quando verrai nella gloria tua e del Padre e degli angeli santi (Mc. 8, 38). Chi non porta la sua croce e non mi segue non è degno di me (Mt. 10, 38). Queste sono le tue parole. Chi si vergognerà di queste parole, anche tu ti vergognerai di lui. Chi infatti si vergogna della tua croce, si vergogna della tua gloria. Lungi da me il gloriarmi se non nella croce del Signore nostro Gesù Cristo (Gal. 6, 14)! La croce è la tua gloria, la croce è la tua autorità.