sabato 19 maggio 2012

Come Gesù. L'amicizia e il dono del celibato apostolico




ROMA, sabato, 19 maggio 2012.- Con la prefazione del cardinale Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi (v. infra), il libro di don Mauro Leonardi “Come Gesù. L'amicizia e il dono del celibato apostolico” (Ed. Ares), riporta in appendice una meditazione inedita del beato Giovanni Paolo II.
Di seguito l’invito alla lettura di Pippo Corigliano, ingegnere napoletano che è stato per più di quarant'anni il direttore dell'Ufficio Informazioni dell'Opus Dei in Italia.
“Ho una grande stima di Mauro Leonardi. Ognuno di noi è un personaggio unico e irripetibile ma Mauro Leonardi risulta 'particolarmente' unico e, purtroppo, difficilmente ripetibile.
Chi lo incontra si trova davanti un sacerdote alto e smilzo, dallo sguardo profondo e mobile. La gioventù che traspare dalla sua figura non dipende dall’età: è una costante della sua personalità. Chi parla con lui si sorprende per la sincerità sconcertante e l’evidente autonomia del suo pensiero. Don Mauro è l’opposto di colui che parla per frasi fatte, ogni pensiero è filtrato dal suo cuore e dalla sua mente e si presenta affascinante e originale.
La sua preparazione teologica è profonda e l’attività pastorale è inesauribile. Centinaia di giovani, e non giovani, si rivolgono ai suoi consigli spirituali e non pochi fra questi si pongono l’interrogativo se il Signore li stia chiamando ad una vita di donazione nel celibato cioé ad una vita di “amicizia con Gesù e con gli altri”, direbbe don Mauro. 
In più è un poeta: la sua intelligenza guizzante lo spinge ad approfondire sottigliezze teologiche ed esprimere concetti infuocati che toccano il profondo dell’animo.
Non è uno scrittore facile. Per un ingegnere come me leggere un suo libro significa tornare più volte indietro per assicurarmi di aver capito bene. Alle volte s’inerpica su difficili picchi intellettuali altre volte corre nella pianura della vita quotidiana facendoti scoprire con sorpresa una nuova verità oppure un modo nuovo e bello di guardare la realtà.
Questo libro è un libro sul celibato apostolico del laico ma in realtà è un libro sull’amicizia. Sembra un libro di teoria teologica ma in realtà parla di esperienze esistenziali di unione con Dio. Il suo titolo riflette bene il contenuto: Come Gesù. Come Gesù è Figlio così tutti noi siamo figli di Dio; come Gesù ci chiama “amici”, così noi cristiani riceviamo il dono di essere amici di tutti.
Alcuni di noi sono chiamati ad essere “totalmente” amici di tutti e qui il celibato apostolico del laico trova la sua connotazione. Il laico che sceglie il celibato apostolico riceve il dono dell’amicizia totale con Dio e con gli uomini.
E’ la prima volta che vedo approfondire in chiave teologica quest’aspetto del celibato cristiano con tanta minuziosità. Il riferimento al messaggio di San Josemaría è d’obbligo, non solo perché don Mauro fa parte della famiglia spirituale di questo santo ma perché una caratteristica di San Josemaría era la chiarezza teologica e giuridica, riferita in particolare alla figura del laico cristiano.
Anch’io ho ricevuto il dono della chiamata al celibato apostolico vissuto da laico. Ricordo ancora quel momento del “sì” come l’innamoramento definitivo che mi ha fatto vivere finora una vita d’amore, grazie alla misericordia divina.
Quell’amore è un’esperienza così personale da apparire incomunicabile nella sua nota più profonda. Don Mauro c’è andato dentro e, con poesia e teologia, l’ha spiegato come non avevo mai visto fare. Sono sicuro che questo libro servirà a molti per confermarli nella loro vocazione alla santità laicale o per aprire orizzonti di donazione e di amicizia con Gesù.
Amicizia: una parola quasi desueta. Mentre la cultura dominante strapazza la parola “amore” utilizzandola come uno straccio multiuso, la parola “amicizia” suona come nuova perché è uscita quasi del tutto dal nostro orizzonte: dall’orizzonte di chi si ferma alla visione del mondo trasmessa dai media.
Chi ha conosciuto San Josemaría si è trovato davanti ad una scoperta: un uomo che trasmetteva il calore dell’amore di Cristo attraverso il calore dell’amicizia personale. Chi era abituato a pensare che il cattolicesimo fosse un sistema di pensiero, se non addirittura una squadra o un partito, si trovava spiazzato davanti a quel santo che era amico di Dio e, allo stesso tempo, amico di ogni persona che incontrava. Amico di tutti perché amico di Gesù: si percepiva subito.
Ho impiegato un po’ di tempo per capire questa nuova prospettiva. Prima vivevo in una dimensione in cui la cordialità era abituale con tutti, ma l’amicizia no. Avevo due soli amici veri e non nella stessa città. Il mio mondo era il paesaggio che vedevo dal treno dei fatti miei. Stavo sulla terra per questo: fare i fatti miei. San Josemaría e i suoi figli spirituali mi cambiarono totalmente la prospettiva.
Ho capito che si poteva vivere dal punto di vista di Gesù, dei santi, di Giovanni Paolo II. Ogni persona è diventata un’anima da comprendere, un’anima da aiutare, un’anima da stimare. Non saprei tenere il conto degli amici che ho adesso, quello che so è che mi trovo sempre mancante, sempre indietro rispetto all’invito di Gesù: essere amico di tutti perché ognuno diventi un amico di Dio. Ecco: il libro di Mauro Leonardi spiega, per bene, tutto questo”.
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Di seguito la prefazione del libro.
Meditando sul celibato apostolico a nessuno sfugge l’esistenza di un fondamentale problema di comprensione. Infatti, se lo si affronta dal punto di vista di una teologia o di un diritto canonico insufficienti, viene inquadrato esclusivamente nella disciplina dello stato sacerdotale o della «vita consacrata per la professione dei consigli evangelici»; se invece è giudicato da psicologi o sociologi non credenti, viene superficialmente ridotto a un fenomeno di patologica repressione dell’affettività e perfino di disordine biologico, causa di trasgressioni sessuali talvolta criminali.

Ma anche all’interno della Chiesa e tra i più provati cultori della teologia spirituale e ascetica c’è stata una legittima varietà di posizioni e sfumature dottrinali riguardo alla comprensione ed esposizione dei contenuti carismatici, delle motivazioni apostoliche e della peculiarità esistenziale della verginità e del celibato cristiani.

Alla complessità o meglio ricchezza di tale tematica, oggi di particolare attualità, va incontro il presente saggio di don Mauro Leonardi, che apporta un eccellente contributo di carattere ascetico spirituale alla migliore comprensione e alla comunicazione di questo particolare dono divino (Mt 19, 11-12).

Infatti, la perfetta e perpetua continenza raccomandata da Cristo, «propter me et propter Regnum coelorum» (Mc 10, 29) e praticata da moltissimi fedeli, chierici e laici, lungo la storia della Chiesa commuove veramente, perché fa capire bene come la totalità di questo corpo profondamente vivo che è il Popolo profetico di Cristo si sconvolge a volte e trema per lo stesso profondo dramma della limitatezza umana che ha segnato la vita dei profeti e dei santi, nel vedere con quale tremenda insufficienza della parola l’uomo deve comunicare all’uomo – spesso in circostanze sociali e culturali avverse – la forza del messaggio e la ricchezza del dono ricevuti da Dio.

Forse non è ancora nato l’artista, il poeta, il regista cinematografico capace di cogliere nella vastità del suo significato questa specie tanto poco conosciuta di incomunicabilità umana, profondamente pervasa però di umile certezza. La teologia ha vissuto e vive ancora questo problema di comunicabilità a proposito del celibato apostolico, nel desiderio di tradurre in ragioni e argomenti espliciti la profonda certezza che la Sposa di Cristo ha avuto sempre sul valore del dono ricevuto dallo Sposo.

Opus Dei - Don Mauro Leonardi
Don Mauro Leonardi
Sono perciò convinto che verrà giustamente apprezzato da molti questo nuovo e originale contributo di comunicabilità («aprire delle strade nell’individuare il senso di un celibato che non ha nulla della consacrazione religiosa o del celibato consacrato come dir si voglia, o del celibato sacerdotale», afferma l’autore), anche perché non è frutto di una semplice speculazione di teologia ascetica, ma è arricchito da una lunga esperienza di direzione spirituale di fedeli laici delle più svariate condizioni di vita ed è ispirato in modo particolare alla dottrina di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei.

Contributo di idee e di esperienza pastorale che appare ugualmente aperto anche ad altri fedeli laici che scelgano per amore di Cristo il celibato apostolico in mezzo alle realtà temporali («nel mondo» si diceva), senza sentire però il bisogno di alcuna speciale «consacrazione» (voti o altri «vincoli sacri») aggiunta a quella già ricevuta nel Battesimo e nella Cresima.

Trattandosi in alcuni punti di un’opera dalla terminologia o dalle valutazioni piuttosto personali, il lettore potrà ovviamente anche dissentire, ma mi sembra evidente che si debba riconoscere a questo lodevole studio un triplice pregio.

In primo luogo l’Autore fa notare come il sensus fidei del Popolo di Dio – l’istinto soprannaturale della comunità profetica vivificata dallo Spirito – ha intuito e proclamato con intensità crescente, sin dai primi secoli della Chiesa e spesso in contrasto con le categorie culturali dell’epoca, non solo il valore spirituale e sociale della castità e del matrimonio cristiani, ma anche l’intima tensione, i vicendevoli legami che vincolano tra loro la totale e incondizionata sequela Christi (cfr Mt 4, 19-22; 19, 16-21) e la completa continenza per il Regno o celibato apostolico.

D’altra parte, l’autore sottolinea il fatto che questa vocazione alla verginità nel celibato cristiano è uno speciale dono di Dio, un carisma, una gratia gratis data, che lungo la storia della Chiesa si dimostra non esclusivamente riservata a una determinata categoria di fedeli, ma distribuita dal Signore a fedeli di tutti i vari stati canonici e condizioni di vita (candidati al sacerdozio secolare, membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, fedeli laici con o senza qualche speciale consacrazione), tutti però resi dallo Spirito Santo capaci di capire le divine ricchezze che in questo dono si contengono (cfr Mt 19, 11).

Infine, mentre non si trascurano i tre aspetti o significati teologici che il Magistero ricorda essere comuni alle differenti forme di celibato cristiano (gli aspetti cioè cristologico, ecclesiologico ed escatologico), sottolineando ottimamente la preminenza dell’aspetto cristologico o di configurazione con la Persona e la missione di Cristo, l’Autore espone con elegante vivacità le principali caratteristiche del «celibato laicale», che mi pare si potrebbero sintetizzare così: la completa donazione personale a Cristo – amiciziaindiviso corde con lo Sposo della Chiesa –, la filiazione divina vissuta come Lui nella perfetta obbedienza alla volontà del Padre e il costante impegno apostolico di diffondere il messaggio cristiano «in» e «attraverso» il lavoro e le altre ordinarie circostanze della vita secolare.

Sono sicuro che questo libro potrà fare molto bene, anche nell’impegno pastorale e apostolico, certamente controcorrente, di educare le anime all’amore, al «bell’amore», umano e divino.
 

Card. Julián Herranz
Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi

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La biografia dell'autore, scritta dallo stesso...
Sono nato a Como il 04.04.59 da due persone meravigliose Paolo (Lino) e Pietra Paola (Paola) che sono morti il 25 marzo 2007 e il 2 febbraio 2008 e siamo quattro fratelli. Mio papà è morto per un ictus. Mia mamma per un incendio nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 2007 che forse ha provocato lei stessa. Voleva abitare da sola. Magari aveva messo nel cestino della spazzatura un lumino di Natale ancora acceso. E' stata un mese tra la vita e la morte a Genova nel reparto grande ustionati. Dal 1980 al 1986 ho abitato a Genova. A Genova ho avuto in dono di dover scrivere il mio primo romanzo Quare, storia di uomini che si perdono nello spazio e pensano che la loro astronave sia il pianeta sul quale hanno sempre abitato, la Terra. Nel 1986 sono andato a Roma, al seminario della Prelatura dell'Opus Dei e il 29 maggio 1988 mi ha ordinato sacerdote Giovanni Paolo II. Sono andato alla Rui fino al ’92 e poi dal '92 al '96 all'Elis. Dal 1996 abito nel quartiere Prati nella sede della delegazione dell'Opus Dei dove ho il ruolo di sacerdote segretario. Il primo articolo pubblicato è del dicembre 1995 su Studi Cattolici, “La nostra anima bambina”.