giovedì 24 maggio 2012

Dalla stoltezza del "Kerygma" 2

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Ancora un testo dalla Convivenza di Inizio Corso del 1994. Per comprendere quanto è importante oggi ascoltare la predicazione della Parola che salva. Riporto prima il testo di 2Cor.4,1 - 7,1, e di seguito la catechesi di Kiko.

* * *

 2Cor. 4,1 - 7,1

 [1] Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d'animo;

[2] al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio.

[3] E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono,

[4] ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio.

[5] Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù.

[6] E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.

[7] Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.

[8] Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati;

[9] perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi,

[10] portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

[11] Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale.

[12] Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
[13] Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo,

[14] convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.

[15] Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio.

[16] Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno.

[17] Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria,

[18] perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne. 

 Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.

[2] Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste:

[3] a condizione però di esser trovati già vestiti, non nudi.

[4] In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita.

[5] È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.

[6] Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,

[7] camminiamo nella fede e non ancora in visione.

[8] Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore.

[9] Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi.

[10] Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

[11] Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze.

[12] Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo per darvi occasione di vanto a nostro riguardo, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore.

[13] Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi.


[14] Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti.

[15] Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.

[16] Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così.

[17] Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

[18] Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.

[19] È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.

[20] Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

[21] Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio. 

  E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

[2] Egli dice infatti:
Al momento favorevole ti ho esaudito
e nel giorno della salvezza ti ho soccorso.
Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

[3] Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero;

[4] ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce,

[5] nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni;

[6] con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero;

[7] con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra;

[8] nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti impostori, eppure siamo veritieri;

[9] sconosciuti, eppure siamo notissimi; moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte;

[10] afflitti, ma sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!

[11] La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi, e il nostro cuore si è tutto aperto per voi.

[12] Non siete davvero allo stretto in noi; è nei vostri cuori invece che siete allo stretto.

[13] Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, aprite anche voi il vostro cuore!

[14] Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre?

[15] Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele?

[16] Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò
e sarò il loro Dio,
ed essi saranno il mio popolo.

[17] Perciò uscite di mezzo a loro
e riparatevi, dice il Signore,
non toccate nulla d'impuro.
E io vi accoglierò,

[18] e sarò per voi come un padre,
e voi mi sarete come figli e figlie,
dice il Signore onnipotente. 

 [1] In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la nostra santificazione, nel timore di Dio.