venerdì 25 maggio 2012

I cinque sguardi di Maria


"Cari figli! Anche oggi vi invito alla conversione e alla santità. Dio desidera darvi la gioia e la pace attraverso la preghiera ma voi, figlioli, siete ancora lontano, attaccati alla terra e alle cose della terra. Perciò vi invito di nuovo: aprite il vostro cuore e il vostro sguardo verso Dio e le cose di Dio e la gioia e la pace regneranno nel vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata". 


Questo il testo del messaggio che la Vergine ha dato a Marija questa sera: siamo invitati a staccarci dalla terra e dalle cose della terra per rivolgere il cuore verso Dio e le cose di Dio. Ma chiediamoci: qual'è lo sguardo di Maria? Ancora una volta ci facciamo aiutare da una riflessione contenuta nel libro di Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo e preghiamo nel contempo anche per l'udienza speciale che il Santo Padre concederà domani a questa importante realtà ecclesiale.




Nella Rosarium Virginis Mariae, Giovanni Paolo II ha affermato: “La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. Nessuno si è dedicato alla contemplazione del volto di Cristo con altrettanta assiduità di Maria” (n. 10).
Nessuno, dice il Papa, conosce l’arte dell’amore più di Maria: i suoi occhi sono stati sempre puntati sugli occhi del Figlio.
Nel suo sguardo c’è lo sguardo del Figlio. Nello sguardo di Maria sono raccolti ed espressi tutti gli sguardi dell’umanità, che cerca il volto di Gesù e non riesce a trovarlo, che ha trovato il volto di Gesù e, ritenendosi delusa, gli ha girato le spalle. Maria, come Mosè dinanzi al Roveto Ardente, più di Mosè, è contemplazione inesausta dei prodigi di Dio.
Maria è essa stessa fuoco d’amore che non può consumarsi, essendo intimamente unita all’inconsumabile amore dello Spirito Santo.
Il vescovo Filosseno di Mabbug, capitale dell’Eufratensia, alla fine del V secolo scriveva: “La Vergine ha accolto Dio come il fuoco che rimaneva nel roveto; e come là il fuoco dimorava nel roveto e ciò che appariva era una realtà duplice – cioè fuoco e roveto – così anche Dio, che venne nella Vergine e da lei si fece uomo, viene creduto Dio e uomo” (in “Sulla Trinità e sull’Incarnazione”, 144).
Impariamo da Maria, dalla sua “contemplazione cristica”, il segreto di un’evangelizzazione fondata sul primato della grazia e non dei mezzi esteriori.
Maria, contemplando il Figlio, non solo diventa ciò che ammira, ma si lascia ammirare da noi tutti per ciò che è già diventata, per sovrana iniziativa divina. Maria “diventa” ciò che già è: costituita Madre dallo Spirito, lo diventa nella contemplazione del Figlio.
Nessuno, più di Maria, ha obbedito al richiamo di Gesù: «Rimanete nel mio amore» (Gv 15, 9). Gesù ripete a noi, come ai suoi discepoli: “Non fuggite dal mio amore, non ritraetevi dalla contemplazione del mio volto, non cercate di farvi una ragione del mio amore, specie quando le vostre ragioni umane cozzano con le ‘ragioni insensate’ del mio amore”.
“Rimanete!” dice Gesù. “Rimanete”!: ecco la parola chiave della sequela di Gesù, il verbo che implica la fatica di accogliere la sfida posta al nostro cuore, alla nostra intelligenza, alla nostra volontà!
“Rimanete”, un invito che ci supera, perché supera la nostra natura umana. Chi è in grado di penetrare questo mistero? Chi lo può spiegare? Neanche Maria, la quale non si preoccupò di spiegarselo, ma decise di viverlo!
La mia esperienza nel Rinnovamento mi ha fatto godere della vista di migliaia di persone che hanno accettato questo invito a “rimanere nell’amore di Gesù”, introdotti dallo Spirito nell’intensità, nel sapore, nella fantasia di questo amore, più grande di ogni dolore o solitudine, più affascinante di ogni altro amore effimero che l’esistenza umana ci offre ogni giorno.
Solo lo Spirito Santo, mediante Maria, può portarci a questa “scuola di contemplazione cristica”, la sola che trasfigura il nostro volto di cristiani, la sola che può trasfigurare il volto del mondo.
Lo scrittore e poeta tedesco Herman Hesse così si rivolge a Maria, in una splendida lirica: “Non sgridarmi! Non so pregare, voglio solo, passando innanzi, salire i tuoi gradini e vedere i tuoi occhi” (in “Canti a Maria”).
Nel n. 10 della Rosarium Virginis Mariae sopra riportato, Giovanni Paolo II spiega lo “sguardo contemplativo di Maria” in “cinque sguardi”, proprio come “cinque gradini” che ci fanno scalare le vette dell’amore di Dio.
Ognuno di questi cinque sguardi ci svela l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita, come nella vita di Maria. Ognuno di questi cinque sguardi è un segno della nuova evangelizzazione.
Li vogliamo fare nostri e con Maria, come Maria, dire il nostro “sì” allo Spirito Santo che ci chiama ad essere testimoni.
Questi i cinque sguardi:
lo sguardo interrogativo
lo sguardo penetrante
lo sguardo addolorato
lo sguardo radioso
lo sguardo ardente.
Sia, ora, Maria a condurci. E preghiamola, aiutati dal Papa Benedetto XVI: “Maria, parlaci di Gesù, perché la freschezza della nostra fede brilli nei nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci incontra… Vogliamo vedere Gesù. Parlare con lui. Annunciare a tutti il suo amore” (Santa Casa di Loreto, 1 settembre 2007, Agorà dei giovani italiani). E sarà “nuova evangelizzazione!”.
Per ogni approfondimento: di Salvatore Martinez, “I cinque sguardi di Maria - Per una nuova evangelizzazione” (Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo)