giovedì 31 maggio 2012

VII Incontro Mondiale delle Famiglie: Bagnasco






Il cardinale Angelo Bagnasco ha avviato la seconda giornata del Congresso internazionale teologico pastorale con la Lectio divina. Di seguito il testo dell'intervento.

Carissimi Fratelli e Sorelle

1.       È motivo di gioia partecipare all’Incontro Mondiale delle Famiglie: ed è una grazia poter insieme professare l’unica fede, lodare e pregare il Signore Gesù, incontrare il Santo Padre Benedetto XVI che ci confermerà con la sua presenza e la sua parola.
Giunte da tutte le parti della Terra, le famiglie saranno in questi giorni una profezia per il mondo. Diranno con la forza della  testimonianza la gioia della vocazione al matrimonio e alla famiglia, diranno sui tetti che la famiglia è il motore della vita, che è  cuore pulsante e patrimonio dell’umanità. Sì, è patrimonio ineguagliabile, l’unico che ci consente di proiettarci nel futuro in quanto permette di tenere insieme le differenze dell’umano, quelle relative ai sessi e quelle relative all’età: è il grembo insostituibile in cui spunta la vita, si afferma l’identità e la maturità delle persone, la loro progressiva apertura alla vita sociale; è la prima scuola di fede.
Per questo, se la società distrae l’attenzione dalla famiglia, va anche contro se stessa perché indebolisce la coesione, la serenità e il suo futuro. Ma non si tratta solamente di sostenere l’istituto famigliare, urge anche ricuperare la “cultura della famiglia”, vale a dire un modo di pensare comune, dove la bellezza e la dignità della famiglia naturale siano percepiti come il nucleo generatore dell’umano e del vivere insieme. Per questo è unica e  ineguagliabile.
E’ necessaria una cultura che guardi con particolare stima alla famiglia fondata sul matrimonio; che la sostenga in ogni modo riconoscendola come la propria matrice più profonda e vitale. Essa ha le sue radici nel cuore stesso di Dio Uno e Trino.
Gesù  ha rivelato al mondo che Dio è uno e unico, ma non è solitudine: è comunione, Amore-Padre, Amore-Figlio, Amore-Spirito Santo. L’uomo porta in sé questa impronta, il segno della sua Origine. Per questo è relazione e comunione, e la famiglia è la prima, fondamentale forma di vita sociale.  

2.        Il brano evangelico, appena ascoltato, getta una luce sulla “sequela Christi”. Molti sono i doveri  che la vita della famiglia  comporta e ai quali deve rispondere: il pane quotidiano, l'educazione dei figli, il lavoro, gioie e prove. E' richiesto impegno e fatica, e si registrano successi e delusioni. La fede non ci esime dalle responsabilità e dai pesi dell’esistenza, ma ci richiama ad alcune verità.
          Innanzitutto, Gesù ci ricorda che non siamo mai soli: Egli ci parla del Padre. Il Signore non intende provvedere agli uomini come fa con gli uccelli del cielo e con i gigli del campo, ma assicura ad ogni uomo di stargli a fianco, di camminare con lui, di sostenerlo con il suo amore. E questo cambia l’orizzonte delle cose.
          In secondo luogo, siamo sollecitati ad impegnarci con serietà ma senza dimenticare che esistono dei limiti che nessuna fatica può superare, obiettivi che sono fuori della portata umana. Perdere il senso del limite ha portato il mondo su strade sbagliate e dannose: il progresso, la libertà, la competizione, il consumo…senza misura, prima o dopo si ritorcono contro l’uomo. In quel “non si può allungare la vita” , di cui parla il Vangelo, è riassunta la saggezza e  l’intelligenza delle cose.
          Ma il testo riporta anche una parola che sembra una sentenza: “A ciascun giorno la sua pena”. Non viene raccomandato il vivere alla giornata come stile di vita senza una opportuna previdenza, senza programmare le cose per quanto possibile. Si tratta piuttosto di non affidare la nostra vita alla programmazione anziché a Dio. Se è giusto e doveroso cercare di prevedere e di provvedere, è altrettanto necessaria la fiducia nel Signore. Non tutto può essere catalogato nei nostri schemi e nei nostri tempi: dobbiamo essere pronti al domani, ma sapendo che esso è nelle mani del Padre.
          Infine, Gesù invita a cercare “anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia”. Se molti sono i beni a cui dobbiamo pensare, non tutti hanno il medesimo valore: e il Signore ci chiede di avere sguardo e cuore anzitutto per Lui. Egli ci ama ed è con noi, il suo amore vuole raggiungere ogni uomo, dilatarsi su tutta la terra. Quando l’anima è raccolta in Lui - il Regno di Dio - allora può affrontare ogni responsabilità terrena: la luce e la forza di Dio, la speranza affidabile che è Cristo, saranno con lei. E allora tutto diventa possibile e si riempie di eterno.

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Di seguito il testo dell’intervento del cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), tenuto questa mattina nell’ambito dell’VII Incontro Mondiale delle Famiglie in occasione della presentazione del volume I vescovi europei su demografia e famiglia in Europa. Realtà e problematiche nel panorama europeo (edito dalla Cantagalli).
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Chiarissimo prof. Blangiardo,
Gent.mi Signori,
Siamo qui convenuti per la presentazione del volume I vescovi europei su demografia e famiglia in Europa. Realtà e problematiche nel panorama europeo, edito dalla Cantagalli e promosso dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), l’organismo europeo a servizio della comunione delle Conferenze episcopali presenti in Europa.
Desidero sin d’ora ringraziare l’Editore Cantagalli. Il mio vivo ringraziamento, e quello dei vescovi europei, va naturalmente anche ai curatori del volume, i professori Simona Maria Mirabelli e Giancarlo Blangiardo, qui presente che hanno saputo, con discernimento e professionalità, interpretare i dati acquisiti.
Infine, desidero ringraziare gli organizzatori del VII Incontro Mondiale delle Famiglie per aver aiutato nella preparazione di questo momento e, insieme a loro, tutti i volontari qui presenti.
Nel corso della loro 40° Assemblea Plenaria, i Presidenti delle Conferenze episcopali dei Paesi europei che sono membri del CCEE, riuniti a Zagabria in Croazia nell’ottobre 2010, hanno affrontato il tema della demografia e della famiglia nel continente europeo.
Il volume, che oggi presentiamo, raccoglie quindi sia il dibattito realizzato nel corso dell’assemblea plenaria di Zagabria e sia i risultati di un’inchiesta, realizzata proprio per questo incontro e che è stata svolta presso le Conferenze episcopali in Europa toccando così ben 47 Paesi. L’analisi di tale ricerca è stata successivamente affidata ai professori Gian Carlo Blangiardo e Simona Maria Mirabelli.
I risultati di questa inchiesta vi saranno dopo brevemente presentati dal prof. Blangiardo. Da parte mia desidero sinteticamente riferire sui motivi della scelta di questo tema.
“L’inverno demografico” del continente europeo, spesso evocato da più parti e che si caratterizza soprattutto per una pesante e generalizzata denatalità, ha spinto i vescovi europei a fare una verifica sulla situazione demografica dell’Europa nella consapevolezza che l'evoluzione della popolazione del continente è strettamente legata alla questione della famiglia.
Come ho recentemente avuto modo di affermare, l’insistere della Chiesa sul tema della tutela della famiglia non nasce “per una sorta di fissazione monotematica, ma piuttosto per la consapevolezza del valore che è questa ineguagliabile e spesso maltrattata struttura antropologica, l’unica che ci consenta di proiettarci nel futuro” (Cfr. Prolusione, maggio 2012).
Su questo decremento demografico ha sicuramente un influsso il tipo di politiche familiari che i diversi Paesi stabiliscono, “ma anche il clima culturale diffuso, che tende a relativizzare valori e istituzioni, e che incide non poco sui comportamenti personali e sociali” 1.
A ben guardare, infatti, la ragione del calo delle nascite non è soltanto di tipo politicoeconomico. Nasce anche da una povertà culturale e morale, che ha di molto preceduto l’attuale crisi economico-finanziaria che attanaglia l’Europa. “La ricetta dunque non può essere quella che ci ha portato a un presente difficile: non è con più consumo e meno figli che risistemeremo l'economia, quanto con una revisione radicale delle priorità” (Cfr. Presentazione del volume, Il cambiamento demografico, 5 ottobre 2011). Pertanto, è necessario che i cattolici sappiano, con l’ausilio di una fede più consapevole e vissuta, valutare con senso critico la cultura dominante che ha messo in discussione valori come la vita umana, la persona nella sua struttura oggettiva, la libertà come responsabilità morale, la fedeltà, l’amore e la famiglia. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: “la famiglia non è un aggregato di individui, o un soggetto da ridefinire a seconda delle pressioni di costume oggi particolarmente aggressive e strategicamente concentrate; non può essere dichiarata cosa di altri tempi” (Cfr. Prolusione, maggio 2012).
Nello stesso tempo, la Chiesa, consapevole della sua missione di servire l’uomo e la società con l’annuncio di Cristo Salvatore, ricorda le implicazioni antropologiche e sociali che da Lui derivano. Per questa ragione non cessa di affermare i valori fondamentali della vita, del matrimonio fra un uomo e una donna, della famiglia, della libertà religiosa ed educativa: valori sui quali s’impianta ed è garantito ogni altro valore declinato sul piano sociale e politico. Le molte famiglie che accolgono la presenza di Gesù e vivono secondo la verità della famiglia, non cessano di dare testimonianza della bellezza e della corrispondenza al cuore dell’uomo di quanto la Chiesa proclama mostrando che è possibile vivere in famiglia come Cristo invita.
Dalle nostre discussioni in Plenaria, dall’analisi effettuata a partire dalla ricerca europea, e in particolare dalla preparazione in vista di questo incontro, appare quindi, in tutta la sua urgenza, il compito educativo della Chiesa che può contare su di un patrimonio millenario e che trova in Cristo - vero Dio e uomo perfetto - il Maestro, il modello e la sorgente di grazia.
Vista l'importanza del tema per l'Europa, i vescovi hanno sentito, quasi come un obbligo di coscienza, dover condividere e fare conoscere a un ampio pubblico le riflessione e le analisi che sono emerse nelle nostre riflessioni.
Vi ringrazio per l’attenzione.
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1 Dalla Dichiarazione finale adottata dai partecipanti all’assemblea plenaria CCEE di Zagabria, Croazia, 30 settembre - 3 ottobre 2010