domenica 23 settembre 2012

Attenzione a come ascoltate!




Chiamò lucerniere la santa Chiesa,
perché in essa risplende la parola di Dio
mediante la predicazione,
e così, con i bagliori della verità,
illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa.

San Massimo il Confessore



DI SEGUITO I TESTI DEL MESSALE DI OGGI 24 SETTEMBRE,
LUNEDI DELLA XXV SETTIMANA DEL T.O., CON UN COMMENTO
AL VANGELO E UN TESTO DI SAN MASSIMO IL CONFESSORE.
BUONA GIORNATA.


Antifona d'Ingresso

«Io sono la salvezza del popolo»,
dice il Signore,
«in qualunque prova mi invocheranno, li esaudirò,
e sarò il loro Signore per sempre».

Colletta
O Dio, che nell'amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa' che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna. Per il nostro Signore...

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura
 Esd 1, 1-6
Chiunque appartiene al popolo del Signore, salga a Gerusalemme e costruisca il tempio del Signore.

Dal libro di Esdra
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola che il Signore aveva detto per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e salga a Gerusalemme, che è in Giuda, e costruisca il tempio del Signore, Dio d’Israele: egli è il Dio che è a Gerusalemme. E a ogni superstite da tutti i luoghi dove aveva dimorato come straniero, gli abitanti del luogo forniranno argento e oro, beni e bestiame, con offerte spontanee per il tempio di Dio che è a Gerusalemme”».
Allora si levarono i capi di casato di Giuda e di Beniamino e i sacerdoti e i leviti. A tutti Dio aveva destato lo spirito, affinché salissero a costruire il tempio del Signore che è a Gerusalemme. Tutti i loro vicini li sostennero con oggetti d’argento, oro, beni, bestiame e oggetti preziosi, oltre a quello che ciascuno offrì spontaneamente.

Salmo Responsoriale Dal Salmo 125
Grandi cose ha fatto il Signore per noi.
Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni. 

Canto al Vangelo
 Mt 5,16 
Alleluia, alleluia.

Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro.
Alleluia.

Vangelo
 Lc 8, 16-18
La lampada si pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere». Parola del Signore.

* * *


IL COMMENTO


Il Signore con la sua vittoria sulla morte ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. La Buona Notizia predicata ha un potere unico, quello di strappare dalle tenebre della menzogna l'esistenza. L'annuncio che la morte è stata vinta illumina la Verità, e libera dalla schiavitù della paura. La sofferenza, i fallimenti, le difficoltà, i rifiuti, la solitudine, tutto quanto nella nostra vita odora di morte non costituisce l'ultima parola. Soprattutto il peccato, che della morte è il pungiglione, radice e matrice, nella Croce e nella risurrezione del Signore è stato vinto, e non ha più potere. Il Vangelo proclama la libertà, conduce ad una vita libera, non più soggetta a fughe e alienazioni, a menzogne e tenebre.


La paura della morte getta le nostre giornate nell'angoscia, ci spinge a cercare compromessi con il male, ci fa nascondere nella doppiezza e nella bugia. La paura ci abitua all'ipocrisia. Per non soffrire, per saziare la fame di affetto, per sopire il desiderio di pienezza che non riusciamo ad esaudire, ci infiliamo in strade senza uscita, vicoli bui nei quali ci adattiamo a vivere nascosti nell'ombra della menzogna. Il timore della morte ci rende paurosi anche di noi stessi, di quel che siamo, delle debolezze, della precarietà del carattere, delle ferite dell'anima. E nascondiamo tutto, come quando tentando di riordinare in fretta una stanza, gettiamo tutto alla rinfusa in armadi e cassetti; fuori sembra in ordine, dentro è pura confusione.


Ma il problema è solo rinviato, alla lunga il disordine riemerge prepotente, peggiorato da altri oggetti che si accumulano lontani dal loro posto. Così la nostra vita, segnata da momenti in cui ci illudiamo di aver sistemato le cose, mentre abbiamo solo nascosto e sfuggito il problema ingannandoci tra fughe e autogiustificazioni. I problemi si accumulano, le sofferenze aumentano, il disordine interiore regna sovrano. E le tenebre avvolgono sino a soffocare l'esistenza, interiore ed esteriore.


La predicazione del Vangelo illumina la realtà, squarcia le tenebre della menzogna, apre ad un cammino di conversione dove ri-ordinare la propria vita secondo la volontà di Dio. Il Vangelo accende la nostra vita come una lampada e la pone sul candelabro della Chiesa. Una vita redenta, perdonata, ri-ordinata, ri-orientata diviene così un segno di speranza, una prova dell'autenticità dell'amore e della misericordia di Dio. Il molto ricevuto è, per sua natura un servizio ad ogni uomo. Non può rimanere nell'ombra, non si può occultare, sarebbe qualcosa contro natura, e contro la stessa ragione.


Per questo il Signore ci ammonisce a fare attenzione al modo con cui ascoltiamo. Ascoltare in ebraico significa anche obbedire. Si tratta dell'obbedienza che segue ciò che fonda l'esistenza. L'agire segue sempre l'essere. Chi è stato liberato vive liberamente. Chi è stato illuminato vive nella Luce. Chi è stato amato gratuitamente ama gratuitamente. Perseverare nelle tenebre della menzogna significa non aver ancora sperimentato il potere del Vangelo, o averlo rifiutato. Ma come respingere l'unica possibilità di vivere senza dover più scappare nel buio della menzogna? La nostra vita è, agli occhi di Dio, un libro aperto, non vi è nulla di nascosto. Essa sarà rivelata, e sarà qualcosa di meraviglioso nella misura in cui, anche nelle pieghe più oscure e segnate dal peccato, brilleranno la misericordia e la Grazia accolte e custodite.



* * *



San Massimo il Confessore (circa 580-662), monaco e teologo
Risposte a Talassio, quaest 63 ; PG 90, 667s


« Lampada per i miei passi è la tua parola » (Sal 118,105)


La lampada posta sul candelabro è la luce del Padre, quella vera, che illumina ogni uomo che viene al mondo (Gv 1,9). È il Signore nostro Gesù Cristo che, prendendo da noi la nostra carne, divenne e fu chiamato lampada, cioè sapienza e parola connaturale del Padre. È questa lampada che la Chiesa di Dio mostra con fede e amore... Essa fa luce a tutti quelli della casa, cioè a tutti gli uomini di questo mondo e perciò la stessa divina parola dice: «Nessuno accende una lucerna a la pone sotto il moggio, ma sul lucerniere: ed essa fa luce a tutti coloro che sono nella casa (Mt 5,15).


Il Verbo chiama se stesso lucerna in quanto, essendo Dio per natura, si fece uomo per dispensare la sua luce. E anche il grande Davide comprese tutto questo, quando chiamò il Signore lucerna dicendo: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 118,105). Infatti il mio salvatore e mio Dio sa disperdere le tenebre dell'ignoranza e del vizio, e anche per questo la Scrittura lo chiamò lucerna. Egli con la sua potenza e sapienza ha dissipato, come fa il sole, ogni nebbia di ignoranza e di vizio, e guida coloro che camminano con lui sulla via della giustizia e dei comandamenti divini.


Chiamò lucerniere la santa Chiesa, perché in essa risplende la parola di Dio mediante la predicazione, e così, con i bagliori della verità, illumina quanti si trovano in questo mondo come in una casa... Questa parola annunziata dalla Chesa esige di essere posta sulla sommità del lucerniere... Infatti finché la parola è nascosta dalla lettera della legge come da un moggio, lascia tutti privi della luce eterna... Non riduciamo colpevolmente la indescrivibile vitalità della sapienza a causa della lettera; ma poniamo la lucerna sopra il lucerniere cioè sulla santa Chiesa, di modo che mostri a tutti lo splendore delle verità divine.