martedì 30 ottobre 2012

Il Sacerdote e il Profeta. Alle fonti del Corano. (2)



Un recente sondaggio commissionato dal quotidiano «Le Figaro» all’Istituto francese di opinione pubblica (Ifop), riportato dalla edizione quotidiana dell'Osservatore Romano, conclude che circa il 60 per cento dei francesi sopporta sempre meno volentieri l’islam, considerato una religione che ha assunto ormai «troppa importanza» nel Paese.In Italia, che io sappia, non si sono ancora fatti sondaggi, ma temo che, qualora se ne facessero, irisultati sarebbero simili

Per cercare di comprendere questo fenomeno è necessario conoscere un pò meglio la storia dell'Islam e del suo testo sacro, il Corano. Il libro che propongo ci aiuterà senz'altro in questo...


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Il sacerdote e il profeta. Alle fonti del Corano
Anche all'interno del quadro mentale musulmano, dovrebbe essere possibile la discussione sulla natura del testo del Corano - discussione portata avanti da tradizionalisti come Suyuti (morto nel 1505). In tempi a noi più vicini, un dignitario ufficiale dell'Università di Al-Azhar, Muhammad Abdullah Draz, affrontava la questione in piena serenità, consapevole che l'atto di fede che stabilisce l'origine del testo non poteva bastare agli uomini della nostra epoca penetrati di critica filosofica e storica.
In questi ultimi anni, dei ricercatori, in particolare
tedeschi (Gunther Lüling e Gerd Puin), hanno ritrovato dei frammenti delle
versioni più antiche del testo e lavorato sui cambiamenti intervenuti
utilizzando gli strumenti della linguistica e della filologia moderne. Più
ampiamente, si sono interrogati sulle influenze esercitatesi su Maometto.
Comportamento sacrilego per il credente devoto, ma lo spirito critico deve
forse svanire davanti al sacro? Lo stesso Corano invita a coltivare sempre la
scienza, ed è noto il famoso hadith del Profeta: "Ricerca la scienza anche in
Cina".  

Joseph Azzi.
Nato nel 1938, J. Azzi è un monaco libanese, docente di Filosofia e di Islamologia all'Università di Kaslik (Libano)