giovedì 28 marzo 2013

Puzza di pecora

Nuovo tweet di Papa Francesco: 
 Siate vicini ai vostri sacerdoti con l’affetto e con la preghiera, perché siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio. (28 marzo 2013)

A commento dell'omelia che Papa Francesco ha tenuto questa mattina durante la Messa Crismale...

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(Cristian Martini Grimaldi) Siamo a un’ora e mezzo da Buenos Aires, nella località Manuel Alberti. Padre Tomás somiglia come una goccia d’acqua a Pablo Picasso, sfoggia un gran sorriso e ha una parlantina instancabile. Tomás ha dato vita al Centro culturale Las Moradas e alla fondazione Ayudar a Soñar, che ha quasi vent’anni, attraverso la quale segue trecento ragazzi poveri, ha una casa per anziani, ha quattro mense che danno da mangiare a più di mille persone al giorno. Lui conobbe Bergoglio sul finire degli anni Settanta. Erano insieme al collegio presbiterale.
«Avevo trentatré anni quando Bergoglio ne aveva quaranta. Lui era il provinciale dei gesuiti in San Miguel. L’immagine che ho di Bergoglio è quella di un uomo che sa ascoltare, un uomo di poche parole e una persona che riesce a creare molta armonia. Ricordo quando andò a Córdoba mi lasciò una lettera piccolissima, con una scrittura minuscola, ancora la ricordo bene, diceva: “Padre Tomás, è stato un piacere lavorare con lei, spero che Dio vi benedica, e che continuiamo a lavorare insieme per il bene della Chiesa, e preghi per me”».
Preghi per me le scrisse? Come le prime parole che ha pronunciato quando è stato eletto Papa.
Esattamente. Lo diceva sempre. È nel suo stile. Mi ricorda Paolo VI, sempre chiedeva che pregassimo per lui. Quando compiva gli anni diceva non mi fate gli auguri, pregate per me perché Dio sia giusto nell’ora del giudizio.
Ce l’ha ancora quella lettera che le inviò?
Ah no. La lettera non l’ho conservata, non avrei mai pensato che lo avrebbero fatto Papa, per me era un prete come un altro, anche se per certe qualità eccelleva. Ma mai pensai che lo avrebbero fatto vescovo. E sai perché? Perché era un tipo che diceva quello che pensava. Però nelle riunioni che tenevamo non era una persona che imponeva il suo pensiero, non aveva niente di dittatoriale, di autoritario, cercava sempre l’accordo.
Di cosa si parlava in quelle riunioni?
Di tutto. Dai problemi particolari del singolo curato ai problemi generali della Chiesa argentina. Ma chiunque ti può dire — visto che i giornali in questi giorni stanno tirando fuori le peggiori menzogne — che in quelle riunioni mai una volta lo si è sentito parlare a favore dei militari. Io ero presente e ti posso dire che quello che dicono i giornali sono tutte falsità.
Che tipo di persona era allora Bergoglio?
Un uomo molto riservato. Gli piaceva passeggiare per la città di notte. Credo perché di notte riusciva a vedere il lato oscuro della città. È sempre stato una persona vicina alla condizione dei poveri, da quello che diceva, dall’aspetto che aveva. Era una persona molto spirituale, per questo ci fu chi lo voleva allontanare da Buenos Aires. Forse la sua semplicità e il suo senso del dovere davano fastidio a qualcuno, ma sono mie congetture. Era davvero un uomo umile e semplice. Mi chiamò un paio di volte qualche anno fa, e lui usava sempre queste parole: Tomás, soy Bergoglio!. Io rispondevo: «Bergoglio il cardinale?». Pensavo fosse uno scherzo. Lui non usava mai appellativi per incorniciare il suo nome, diceva semplicemente soy Bergoglio. Un uomo che come nelle vesti non ha bisogno di orpelli, di ornamenti, si mostra per quello che è, ed è un uomo di grandissima statura.
Cos’altro la colpiva di Bergoglio?
Che non si dimenticò mai la sua origine. Figlio di un ferroviere. Credo che se dovessi confessare il peccato più grande di noi preti direi che è proprio questo: tendiamo a dimenticare la nostra condizione sociale di partenza. Lui aveva, e ha, un cuore estremamente sensibile. Ricordo un’altra cosa che diceva: «Dobbiamo avere lo stesso odore delle pecore». Sono termini che usano i contadini. Intendeva dire che il pastore deve stare molto vicino al suo gregge, ai suoi cristiani, così vicino che l’odore gli deve restare attaccato.
Qual è il suo gesto o il suo discorso che più le è rimasto impresso?
Sicuramente l’omelia che fece dopo l’incendio alla discoteca del Cromagnon il 30 dicembre del 2004, quando morirono 194 persone asfissiate, nel quartiere di Balvanera a Buenos Aires. Una tragedia immensa per l’Argentina. Bergoglio disse: la scena è eloquente e la stessa. Una famiglia: papà, mamma, un bambino portato al tempio per essere presentato a Dio. Dietro a questo gesto, quanti progetti e quante illusioni. Le illusioni del padre e della madre. Le illusioni del cuore della madre con il bambino in braccio. Così era Maria con queste illusioni, dopo aver adempiuto a tale rito religioso, e poi le parole del vecchio: «A te una spada trafiggerà l’anima». Ecco allora quante illusioni la madre vide svanire. Tale madre capì che la vita di questo bambino sarebbe stata segnata dalla tragedia. Questo è stato il cuore di Maria quel giorno. Tutto questo ha subito il cuore di una madre. Quella madre ha sofferto tutto ciò che venne annunciato, l’epilogo della tragedia. Il cuore di Maria ai piedi della croce. E Bergoglio aggiunse: «Solo i cuori di voi mamme sanno e possono parlare di questo, di quello che è una tragedia. Oggi, entrando nel cuore di questa madre che si recò al tempio pieno di illusioni e tornò con la certezza che queste illusioni sarebbero state tradite, ricordiamoci questi bambini della città».
Se la ricorda a memoria?
Dopo aver ascoltato questa omelia lo chiamai per telefono. Lo chiamai per fargli i complimenti. E lui sai che mi disse? Disse: «Tomás, a dirti la verità non mi ero preparato nulla, avevo un foglio davanti ma non c’era scritto nulla sopra». Parlò a braccio?
Che pontificato sarà quello di Papa Francesco?
Sarà una Chiesa dei poveri ma anche dei ricchi, perché i ricchi hanno il dovere di dare. Come cristiani i ricchi compiono il loro dovere dando ai poveri. Per cui la Chiesa di Bergoglio sarà aperta a tutti, un luogo dove tutti possono entrare, non c’è esclusività, non ci sono i potenti da una parte e i poveri dall’altra. Un cuore aperto ai fratelli, è questo il messaggio di Bergoglio, e uno sforzo nel perdono. Certo, ci costa perdonare, ma proprio per questo è un gesto cristiano, perché ci rende migliori.L'Osservatore Romano, 28 marzo 2013.