mercoledì 20 marzo 2013

Una luce per testimoniare la pace



In El Salvador il ricordo del sacrificio dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero. 


Candele, scatole di cartone con dentro dei lumini, lanterne: un corteo di luci ha attraversato nei giorni scorsi, durante le ore serali, le strade di San Salvador, capitale di El Salvador, per rendere omaggio alla memoria di Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo assassinato all’età di 62 anni, il 24 marzo 1980, mentre stava celebrando una messa. 
L’anniversario della morte del presule salvadoregno, che lottava contro la violenza e le ingiustizie sociali, viene celebrato ogni anno nel Paese con una serie di liturgie e altre iniziative promosse dalla Chiesa, che si svolgono anche nei giorni anteriori alla ricorrenza dell’assassinio. Numerosi fedeli, ma anche cittadini non credenti, hanno infatti partecipato a quello che tradizionalmente viene chiamato «il pellegrinaggio della luce». Il pellegrinaggio, ha spiegato una rappresentante della Fondazione Monsignor Romero, Luisiana de Beltrán, «è chiamato così perché Romero è la luce del nostro popolo». Si tratta, ha aggiunto un altro fedele, Jorge Antonio Cubías, «di un esempio da seguire». Il 33° anniversario della morte del presule coincide anche con i festeggiamenti della Settimana Santa. 
Il pellegrinaggio è partito dalla piazza Salvatore del Mondo per poi terminare di fronte alla cattedrale metropolitana dove si trova la cripta che custodisce la salma dell’arcivescovo. Tra i partecipanti vi erano anche numerosi fedeli giunti da altri Paesi dell’America latina. Al termine del pellegrinaggio è stata celebrata la messa presieduta dal vescovo di Zacatecoluca, Elías Samuel Bolaños Avelar, alla quale è seguita anche una veglia tenuta nello spazio antistante la cattedrale. In questi giorni di preparazione alla Pasqua sono poi in programma altre attività religiose e culturali connesse alla commemorazione del vescovo. 
La Chiesa in El Salvador è impegnata a promuovere uno spirito di riconciliazione, richiamando l’opera di monsignor Romero come esempio di amore per la pace e il bene comune. In occasione delle celebrazioni dello scorso anno, l’arcivescovo di San Salvador, José Luis Escobar Alas, aveva ricordato che «Monsignor Romero, all’età di 62 anni, il 24 marzo 1980, fu assassinato mentre celebrava la messa perché nelle sue vibranti omelie condannò la violenza e le ingiustizie sociali, schierandosi a difesa dei poveri e degli emarginati, lottando per la loro dignità». La sua testimonianza, ha sottolineato monsignor Escobar Alas, è stata resa esclusivamente «per amore del Vangelo di Gesù che salva e fa liberi». L’arcivescovo di San Salvador ha poi concluso osservando anche che in nome della verità, come altre luminose figure, il presule salvadoregno ha «immolato la propria vita proclamando il primato di Cristo e annunciando il Vangelo fino alle estreme conseguenze. In tempi tanto difficili egli continua a essere un fulgido esempio e speranza per tutti» .
La memoria dell’arcivescovo Arnulfo Romero viene vissuta anche a livello internazionale. Ricordare tutti i missionari e gli operatori pastorali che sono stati uccisi nel mondo versando il sangue per la causa del Vangelo: è questa l’intenzione della Giornata di preghiera e di digiuno in memoria dei missionari martiri che si celebra il 24 marzo. L’iniziativa è nata nel 1993 per l’impulso del Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie italiane (Pom) che scelse come data proprio l’anniversario dell’assassinio del presule.
L'Osservatore Romano, 21 marzo 2013.