A SUA ECCELLENZA
ON. GIORGIO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
PALAZZO DEL QUIRINALE
00187 ROMA
NEL MOMENTO IN CUI ELLA, CON GRANDE DISPONIBILITA’ E SPIRITO DI SACRIFICIO, HA ACCETTATO NUOVAMENTE LA SUPREMA MAGISTRATURA DELLO STATO ITALIANO QUALE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, DESIDERO RIVOLGERLE LE PIU’ SINCERE E CORDIALI ESPRESSIONI AUGURALI E, MENTRE AUSPICO CHE ELLA POSSA CONTINUARE LA SUA AZIONE ILLUMINATA E SAGGIA SOSTENUTO DALLA RESPONSABILE COOPERAZIONE DI TUTTI, INVOCO SULLA SUA PERSONA E SUL SUO ALTO SERVIZIO AL PAESE LA COSTANTE ASSISTENZA DIVINA E DI CUORE INVIO A LEI ED ALLA DILETTA NAZIONE ITALIANA LA BENEDIZIONE APOSTOLICA, QUALE INCORAGGIAMENTO A COSTRUIRE UN FUTURO DI CONCORDIA, DI SOLIDARIETA’ E DI SPERANZA.
FRANCISCUS PP
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In occasione della rielezione a Presidente della Repubblica Italiana di Giorgio Napolitano, la Presidenza della CEI ha voluto esprimere al Capo dello Stato “vicinanza e partecipazione” ed ha aggiunto il cordiale augurio che, “sotto la Sua rinnovata Presidenza, il Paese possa crescere nell’autentico progresso, in una stagione di effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo quello di servire il bene comune”.
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Di seguito il testo del messaggio
Signor
Presidente,
Le
esprimiamo di cuore le nostre felicitazioni nel momento in cui Lei,
avendo dato la Sua esemplare disponibilità da molti richiesta, è
stato confermato Capo dello Stato.
Nel farLe
sentire la nostra vicinanza e partecipazione avvertiamo il peso della
responsabilità che l’incarico conferitoLe porta con sé,
specialmente in quest’ora della storia. Sono, infatti, molteplici
gli elementi che sembrano oggi indebolire il riconoscimento del senso
della comune appartenenza.
La gente e
le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una
crisi più profonda e generale; essa tocca le radici stesse
dell’uomo. È crisi sociale ed è crisi politica, che emerge in
contrapposizioni radicali, nella scarsa partecipazione e nella fatica
a raggiungere consenso.
Tutto ciò
fa di questo un tempo di scelte impegnative, che richiedono la
consapevolezza e la capacità di cogliere le risorse e le reali
opportunità per sviluppare una rapida e incisiva ripresa. Del resto,
la misura dell’autentica politica si riconosce nella sua capacità
di interpretare la società e di ragionare in termini di sviluppo
storico e non all’insegna della contingenza, restituendo priorità
alla riflessione pacata, al confronto, alla mediazione alta;
nell’affrontare seriamente quanto ha a che fare con la vita
quotidiana della nostra gente.
La risposta
migliore alla stanchezza e alla disillusione passa dal rispetto della
democrazia e, quindi, dalla fedeltà ai principi della Costituzione,
che ha il suo cardine nella centralità della persona e impegna a
garantire a tutti lavoro, speranza e dignità.
L’esperienza
cristiana ha sempre avuto una dimensione e una valenza pubblica: i
valori del Vangelo, incarnati nella partecipazione attiva di tanti
fedeli laici alla vita pubblica, hanno contribuito a costruire una
società più umana, oltre che ad arricchire il tessuto della
Comunità nazionale, portando frutti di cultura, di carità, di
sostegno dei diritti fondamentali della persona.
All’uomo,
infatti, è diretto il servizio della Chiesa come quello dello Stato,
nella piena distinzione e autonomia, nonché nella reciproca e leale
collaborazione per il bene dell’intero Paese. Come abbiamo ribadito
in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia, la
coesione politica e istituzionale include un’unità interiore e
spirituale che merita di essere perseguita come contributo vitale
offerto a tutta la Nazione.
Il
nostro cordiale augurio è che, sotto la Sua rinnovata Presidenza, il
Paese possa crescere nell’autentico progresso, in una stagione di
effettiva e corale disponibilità, avendo come supremo obiettivo
quello di servire il bene comune.
Signor
Presidente, Le siamo vicini con la nostra preghiera, confermando il
leale e generoso contributo della Chiesa che vive nell’amata
Italia.
La Presidenza
della Conferenza Episcopale Italiana
Roma, 20 aprile 2013