mercoledì 22 maggio 2013

30 anni fa la Carta dei diritti della Famiglia




 Mons. Paglia: documento che ci provoca


Compirà quest’anno 30 anni la Carta dei Diritti della Famiglia, pubblicata dalla Santa Sede il 22 ottobre del 1983. A segnare questo anniversario, il documento è stato rieditato dalla Libreria Editrice Vaticana, a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia, accompagnato da una Nota di presentazione e un Commento dell’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del dicastero vaticano. Il volume è in vendita in quattro lingue (italiano, francese, inglese e spagnolo), in attesa delle versioni in polacco ed arabo. Il servizio di Roberta Gisotti:RealAudioMP3 

Trenta 30 anni non “hanno affievolito l’attualità”, scrive mons. Paglia, di uno dei “più bei documenti di respiro internazionale degli ultimi decen:i”, non certo un “documento rassicurante” da archiviare e affidare agli stor,ici ma “inquietante” nel senso che riletto oggi “ci provoca". Viviamo infatti, aggiunge il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, “un’accelerazione della storia senza eguali”, testimoni di “una duplice frenesia” che vede al suo centro proprio la famiglia, comunemente ritenuta l’istituzione “più solida e “più stabile”, scossa dalle fondamenta: da una parte riconfermata nel suo “valore”, dall’altra parte alterata nella sua “identità”. Su questo dobbiamo riflettere maggiormente, sollecita mons. Paglia.

La Carta – emanazione della Dichiarazione universale dei diritti umani, varata dall’Onu nel 1948, dove si riconosce la famiglia come “nucleo naturale e fondamentale della società” – ci offre oggi una base adeguata per un’elaborazione concettuale sul piano “psicologico, morale, culturale e religioso”. Passato il tempo in cui la famiglia veniva imputata, ipotizzando una rivoluzione del vivere privato, oggi – spiega mons. Paglia – non si nega né si confuta la famiglia, ma si accetta che accanto ad essa coesistano altre forme di vita ed esperienze relazionali, “apparentemente compatibili con essa, ma che nella realtà delle cose la scardinano”. Non solo tollerare ma legittimare ogni stile di vita, sta portando – ammonisce il presule – “a modellare il vivere sociale secondo paradigmi caraterizzati da un individualismo che non ha solo natura psicologica (...) ma ha inedite cadute socio-relazionali” Non è un problema dottrinale o accademico. “Ciò che è in gioco – conclude il presidente del dicastero vaticano – non il pensato e nemmeno il pensabile in tema di famiglia: è piuttosto il vissuto o, per meglio dire, il vivibile. E' la stessa esperienza che rende umana la nostra vita quotidiana”.
 Radio Vaticana 

Carta dei diritti della famiglia