mercoledì 22 maggio 2013

La Chiesa l’educazione e il vero welfare





Nei lavori dell’assemblea generale della Cei il dibattito sulle scuole paritarie.

In Italia «si sta producendo una sorta di capovolgimento, per cui lo Stato sociale, il welfare, è assicurato dalla Chiesa, non dallo Stato». È quanto ha osservato ieri, martedì, il segretario della Conferenza episcopale italiana (Cei), il vescovo Mariano Crociata, durante la conferenza stampa organizzata per illustrare i lavori dell’assemblea generale in corso in questi giorni.
Tra i principali servizi dello Stato sociale vi è la pubblica istruzione e monsignor Crociata ha affermato che le difficoltà che oggi attraversa la scuola paritaria sono aggravate da «un intendimento di polemica da parte di alcuni». Le polemiche sui finanziamenti alla scuola paritaria, ha osservato il segretario generale della Cei, «non sono espressione di una società libera, mentre la scuola cattolica è proprio una espressione della creatività dei credenti in una società libera. La scuola pubblica — infatti — ha diverse forme e una è questa e ha bisogno del sostegno anche della società, dello Stato».
A questo proposito, monsignor Crociata ha confermato quanto annunciato dal cardinale presidente della Cei nella sua prolusione, e cioè che «l’anno prossimo, in primavera, ci sarà un momento di convocazione di popolo sui temi della scuola, non ancora definito nelle modalità. Arriverà — ha spiegato — dopo un cammino che ha inteso mobilitare la base non solo della Chiesa ma della società intera». La scuola, ha spiegato, «sta a cuore alla Chiesa; ovviamente non solo la scuola paritaria ma tutta la scuola, anche perché la maggior parte dei cattolici, sia come studenti che come operatori, sono in quella statale. E dunque la preoccupazione maggiore è per quella, per le difficoltà che attraversa e le sue esigenze».
Il segretario generale della Cei ha parlato anche delle difficoltà del welfare, «ridotto al minimo» dalla crisi economica, al quale la Chiesa è chiamata a sopperire: «Le strutture pubbliche, infatti, rimandano alle Caritas per le urgenze che non sono più in grado di assicurare». Dunque «occorre una riflessione da parte di tutti e in particolare delle pubbliche istituzioni. Si ristabilisca un equilibrio tra quello che è dello Stato e quello che è delle realtà di volontariato, che comunque assicurano che continueranno a portare avanti il loro impegno».
Affinché si ponga mano a una tale emergenza occorre che soprattutto la politica si assuma le proprie responsabilità. Anche su questo punto il vescovo Crociata riecheggia l’appello lanciato dal cardinale Bagnasco: basta «scaramucce» tra partiti, ha detto monsignor Crociata, perché la campagna elettorale è finita ed è ora di affrontare con decisione le tante emergenze che affliggono il Paese. Sarebbe preoccupante, di fronte a situazioni così urgenti per il Paese, assistere al prolungarsi di «scontri polemici che richiamano il continuare di una mai finita campagna elettorale o l’anticipo della successiva, mentre i problemi crescono e nessuno sembra farvi fronte».
«Già nella sua prolusione — ha detto il vescovo — il cardinale presidente ha detto come ci sia bisogno dell’impegno di tutti, a cominciare dalle istituzioni, dal Governo, e da tutti quelli che concorrono a sostenerlo, perché si possa rispondere alle esigenze di questo momento della vita del Paese, con interventi legislativi necessari a far fronte alla crisi e ai drammatici disagi sociali». E «sulle formule, sulle modalità, le forze politiche e le istituzioni sanno e hanno gli strumenti per definirle».
Giovedì i vescovi italiani incontreranno Papa Francesco per la professione di fede al termine del loro pellegrinaggio alla tomba di Pietro, culmine di un percorso cominciato con l’avvio dell’Anno della fede e continuato in questi mesi con iniziative in tutta Italia che sono espressione dello stretto legame fra nuova evangelizzazione ed emergenza educativa, tema sul quale i vescovi italiani si stanno confrontando anche in queste giornate di lavoro.
Ieri il vescovo di Piacenza-Bobbio, monsignor Gianni Ambrosio, presidente della commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, ha tenuto un intervento intitolato «Educatori nella comunità: criteri di scelta e percorsi di formazione». Su quest’ultima in particolare si sono soffermate le conclusioni del vescovo, che ha insistito sulla necessità di una formazione ben progettata nella sua articolazione tra formazione di base e specifica, attenta in ogni modo a valorizzare le risorse umane e le strutture già presenti, oltre che ispiratrice «di un vivo senso di appartenenza alla comunità ecclesiale».
L'Osservatore Romano