I vescovi italiani e la volontà di camminare con la gente.
«Il nostro cuore desidera pulsare con il cuore di Papa Francesco»: è con questo sentimento, a conferma di quanto già affermato nella prolusione del cardinale presidente Angelo Bagnasco, che i vescovi italiani hanno concluso oggi l’assemblea generale in Vaticano. «Tale sintonia i vescovi — si legge nel documento pubblicato al termine dei lavori — l’hanno ricondotta a conseguenze precise: l’impegno a uscire dai “piccoli porti” dell’autoreferenzialità; il rinnovamento dell’impostazione pastorale nella linea di una maggiore essenzialità, di un linguaggio più semplice e di una piena dedizione educativa; l’assunzione coraggiosa della funzione profetica; la disponibilità ad andare verso le periferie». I presuli «in questo cammino di radicalità evangelica si sono riconosciuti come i primi destinatari degli appelli del Papa a quella santificazione personale che rimane la condizione per quella di sacerdoti e comunità».
Prendendo spunto dalla prolusione del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), nel documento si sottolinea che i vescovi «si sono fatti voce delle situazioni di grave sofferenza in cui versa il Paese», citando fra l’altro l’alta percentuale di disoccupazione, le conseguenze economiche e il disorientamento delle famiglie. Pertanto dall’episcopato «pienamente condiviso è stato anche l’appello ai responsabili della cosa pubblica, perché pensino al Paese e alla gente senza ulteriori distrazioni né populismi inconcludenti e dannosi, ma ponendo ciascuno sul tavolo le migliori risorse di intelletto, di competenza e di cuore». Inoltre, «nella luce della Dottrina sociale della Chiesa è stata avvertita l’esigenza di farsi coscienza critica della città degli uomini, attenti a educare a nuovi stili di vita, sapendo che crescente è la fascia delle povertà».
I presuli concludono ribadendo «la volontà di camminare con la gente, animati da quella fede operosa, che distingue la Chiesa dalle diverse agenzie e che parla nei tanti segni di prossimità posti dai parroci e dalle comunità cristiane».
I lavori assembleari, viene sintetizzato, si sono svolti anche «nella prospettiva di una comunità ecclesiale che educa conducendo ogni uomo alla sequela dell’unico e vero Maestro». In riferimento agli Orientamenti pastorali del decennio, «i lavori hanno focalizzato la figura degli educatori nella comunità cristiana, soffermandosi in particolare sui criteri per la loro scelta e sulla formazione permanente». Quanto poi alla definizione di nuove figure educative, sono state individuate fra le altre quella degli «evangelizzatori degli adulti» e quella dei «mediatori per l’integrazione degli immigrati nella comunità cristiana».
Durante l’assemblea è stato scelto il titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Firenze nel 2015: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo». Il titolo, si puntualizza, «già nella sua definizione mira a non ridurre la fede cristiana a uno dei tanti fattori umani che innestano processi culturali e sociali, ma a riconoscerla come la sorgente della vita nuova per ogni persona e per l’intera società».
Nell’ambito delle comunicazioni e informazioni ai vescovi è stato presentato il motu proprio Intima Ecclesiae natura, con la quale, si ricorda, Benedetto XVI «ha inteso formalizzare la riflessione teologica-pastorale sulle “diverse forme ecclesiali organizzate del servizio della carità” e collocarle all’interno di un più preciso quadro normativo». Un’altra comunicazione ha posto l’accento sulla prossima Giornata mondiale della gioventù, in Brasile, dove sono attesi circa 7.000 giovani italiani. Spazio è stato dedicato alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani (a Torino dal 12 al 15 settembre 2013), di cui è stato distribuito il programma generale. E ancora, si legge, «nella consapevolezza della centralità della scuola e della formazione professionale come ambiente educativo, è stata presentata ai vescovi l’iniziativa di una grande mobilitazione nella primavera 2014 in piazza San Pietro, alla presenza del Papa». Tra le iniziative è previsto un seminario di studi per i vescovi nel novembre 2013.
Fra le nomine della presidenza si segnala quella del segretario generale della Cei, Mariano Crociata, riconfermato presidente della Commissione presbiterale italiana.
L'Osservatore RomanoPrendendo spunto dalla prolusione del presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), nel documento si sottolinea che i vescovi «si sono fatti voce delle situazioni di grave sofferenza in cui versa il Paese», citando fra l’altro l’alta percentuale di disoccupazione, le conseguenze economiche e il disorientamento delle famiglie. Pertanto dall’episcopato «pienamente condiviso è stato anche l’appello ai responsabili della cosa pubblica, perché pensino al Paese e alla gente senza ulteriori distrazioni né populismi inconcludenti e dannosi, ma ponendo ciascuno sul tavolo le migliori risorse di intelletto, di competenza e di cuore». Inoltre, «nella luce della Dottrina sociale della Chiesa è stata avvertita l’esigenza di farsi coscienza critica della città degli uomini, attenti a educare a nuovi stili di vita, sapendo che crescente è la fascia delle povertà».
I presuli concludono ribadendo «la volontà di camminare con la gente, animati da quella fede operosa, che distingue la Chiesa dalle diverse agenzie e che parla nei tanti segni di prossimità posti dai parroci e dalle comunità cristiane».
I lavori assembleari, viene sintetizzato, si sono svolti anche «nella prospettiva di una comunità ecclesiale che educa conducendo ogni uomo alla sequela dell’unico e vero Maestro». In riferimento agli Orientamenti pastorali del decennio, «i lavori hanno focalizzato la figura degli educatori nella comunità cristiana, soffermandosi in particolare sui criteri per la loro scelta e sulla formazione permanente». Quanto poi alla definizione di nuove figure educative, sono state individuate fra le altre quella degli «evangelizzatori degli adulti» e quella dei «mediatori per l’integrazione degli immigrati nella comunità cristiana».
Durante l’assemblea è stato scelto il titolo del prossimo Convegno ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Firenze nel 2015: «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo». Il titolo, si puntualizza, «già nella sua definizione mira a non ridurre la fede cristiana a uno dei tanti fattori umani che innestano processi culturali e sociali, ma a riconoscerla come la sorgente della vita nuova per ogni persona e per l’intera società».
Nell’ambito delle comunicazioni e informazioni ai vescovi è stato presentato il motu proprio Intima Ecclesiae natura, con la quale, si ricorda, Benedetto XVI «ha inteso formalizzare la riflessione teologica-pastorale sulle “diverse forme ecclesiali organizzate del servizio della carità” e collocarle all’interno di un più preciso quadro normativo». Un’altra comunicazione ha posto l’accento sulla prossima Giornata mondiale della gioventù, in Brasile, dove sono attesi circa 7.000 giovani italiani. Spazio è stato dedicato alla prossima Settimana sociale dei cattolici italiani (a Torino dal 12 al 15 settembre 2013), di cui è stato distribuito il programma generale. E ancora, si legge, «nella consapevolezza della centralità della scuola e della formazione professionale come ambiente educativo, è stata presentata ai vescovi l’iniziativa di una grande mobilitazione nella primavera 2014 in piazza San Pietro, alla presenza del Papa». Tra le iniziative è previsto un seminario di studi per i vescovi nel novembre 2013.
Fra le nomine della presidenza si segnala quella del segretario generale della Cei, Mariano Crociata, riconfermato presidente della Commissione presbiterale italiana.
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- La politica “è cosa vostra”. Il papa dà la vittoria alla CEI (Sandro Magister, Settimo Cielo - L'Espresso)
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