sabato 22 giugno 2013

E' davvero legittimo ricevere la comunione sulla mano?



Risponde padre Edward McNamara, L.C., professore di Teologia e direttore spirituale

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Una nostra lettrice di lingua italiana ha sottoposto la seguente domanda all’attenzione di padre Edward McNamara:
Perché un sempre più gran numero di fedeli prende la comunione in mano quando non c'è nessun documento della chiesa, né nessun papa che lo abbia sollecitato? Non accresce superficialità e mancanza di rispetto e di fede nella presenza totale in ogni frammento della particola che riceviamo? Inoltre, inevitabilmente tanti frammenti si staccano quando la prendiamo in mano. - MTR, Reggia Emilia (Italia).
Ecco la risposta di padre McNamara:
Dal punto di vista giuridico, un indulto permettendo la comunione sulla mano è stato emanato la prima volta nell’Istruzione Memoriale Domini del 29 maggio 1969. 
Questo documento consente alle conferenze episcopali di chiedere l'indulto da parte della Santa Sede al fine di permetter la ricezione della Comunione sulla mano. 
Non tutte le conferenze episcopali hanno chiesto questo permesso e il viaggiatore cattolico dovrebbe essere disposto ad adattarsi alle usanze locali per quanto riguarda la postura e il modo per ricevere la comunione. 
Anche se la Conferenza episcopale permette la comunione sulla mano, i fedeli hanno sempre il diritto di riceverla sulla lingua, se lo desiderano. 
Nel gennaio 1973, la Congregazione per i Sacramenti ha pubblicato l'Istruzione Immensae Caritatis. Laddove parla della comunione sulla mano questo documento dice: 
“Sin dalla pubblicazione dell’Istruzione Memoriale Domini , avvenuta tre anni fa, alcune Conferenze episcopali chiesero alla Santa Sede di consentire che i ministri della santa Comunione, nell'atto di distribuirla, potessero deporre le Specie eucaristiche nelle mani dei fedeli.
Come la medesima Istruzione ricorda, ‘le norme della chiesa e i documenti patristici hanno abbondanti testimonianze circa il massimo rispetto e la somma prudenza con cui la santa Eucaristia è stata trattata’ e deve essere trattata.
Pertanto, soprattutto in questo modo di comunicarsi sono da tenere ben presenti alcuni punti, consigliati dalla stessa esperienza. Si pongano cura ed attenzione assidue, specialmente ai frammenti che eventualmente si staccano dalle Ostie; ciò riguarda il ministro e il fedele, quando la Sacra Specie venga deposta nelle mani di chi si comunica”.
In seguito, sempre nel 1973, con Eucharistiae Sacramentum venne pubblicato il nuovo “Rito della Comunione fuori della Messa e culto eucaristico”. Le norme introduttive (n° 21) citano l’Istruzione Memoriale Dominiquasi alla lettera, ma omettono la clausola relativa ai fedeli che prendono l’ostia dal ciborio. 
In effetti, il documento afferma molto chiaramente che anche se si riceve l'Eucaristia sulla lingua o nella mano, sempre “deve essere distribuita dal proprio ministro competente, che presenta e porge l'ostia consacrata al comunicando dicendo la formula: 'Il Corpo di Cristo’” [traduzione di padre McNamara]. 
Infine, nel 1985, la Congregazione per il Culto Divino ha inviato una lettera al presidente della Conferenza dei vescovi degli Stati Uniti. 
"Pur mantenendo il modo tradizionale di distribuire la comunione, la Santa Sede, dal 1969, ha concesso a quelle Conferenze Episcopali che ne hanno fatto domanda la facoltà di distribuire la comunione deponendo l’ostia nelle mani dei fedeli...  Pare opportuno tuttavia richiamare l'attenzione sui seguenti punti: 
"1. La Comunione sulla mano dovrebbe manifestare, al pari della comunione sulla lingua, il dovuto rispetto verso la Presenza Reale di Cristo nell'Eucaristia. Per questo motivo, enfasi andrebbe posta - come facevano i Padri della Chiesa - sulla dignità del gesto del comunicando. Così, i neobattezzati della fine del IV secolo ricevevano la consegna di porgerele due mani facendo 'della mano sinistra un trono per la mano destra, che riceve il Re' (Quinta catechesi mistagogica di Cirillo di Gerusalemme, n 21: PG 33, col. 1125, o Sources chretiennes, 126, p. 171; San Giovanni Crisostomo, Omelia 47: PG 63, col 898 ecc)*”. 
"*In pratica l’indicazione opposta va data ai fedeli: la mano sinistra deve essere posizionata sulla mano destra, in modo che l'ostia può essere portata alla bocca con la mano destra”. 
"2. Seguendo nuovamente l'insegnamento dei Padri, si insisterà sull'Amen che il fedele dice in risposta alla formula del ministro:sull’'importanza dell’Amen ha detto in risposta alla formula del ministro 'Corpo di Cristo'; questo Amen è un'affermazione di fede: ‘Perciò, quando ti accosti per farne richiesta, il sacerdote ti dice: “Il Corpo di Cristo”, e tu rispondi: “Amen”, cioè: “È vero”. L’intima persuasione custodisce quello che la lingua confessa’ (Sant'Ambrogio, De Sacramentis 4, 25: SC 25 bis, p. 116).” 
"3. Il comunicando che ha ricevuto l'eucaristia nella mano la deve consumare prima di ritornare al suo posto, facendo un passo di lato pur rimanendo rivolto verso l'altare per permettere alla persona che lo segue di avvicinarsi al ministro.”  
“4. È dalla Chiesa che i fedeli ricevono la Santa Eucaristia, che è la comunione al corpo di Cristo e alla Chiesa. Perciò il comunicando non deve prenderla lui stesso dal piattino o dalla pisside, come farebbe con il pane normale; invece, deve porgere le mani per riceverla dal ministro della comunione”. 
"5. In segno di rispetto per l'Eucaristia, le mani devono essere pulite. Questo va ricordato soprattutto ai bambini”. 
"6. È necessario che i fedeli ricevono una solida catechesi in questa materia, insistendo sui sentimenti d'adorazione e sull'atteggiamento di rispetto che sono richiesti verso questo Santissimo Sacramento. (Cfr. Dominicae Cenae, n° 11). Si deve fare attenzione che frammenti del pane consacrato non vadano persi (cfr Congregazione per la Dottrina della Fede, 2 maggio 1972: Prot: n° 89/71, in Notitiae 1972, p. 227). 
"7. I fedeli non devono essere costretti ad adottare la pratica della comunione nella mano, ma si lascerà ognuno pienamente libero di comunicarsi nell'uno o nell'altro modo”. 
“Queste norme e quelle indicate nei documenti sopra menzionati hanno lo scopo di ricordare il dovere del rispetto verso l'Eucaristia, indipendentemente dal modo con cui si riceve la comunione”. 
“Coloro che hanno la cura delle anime insistano non solo sulle disposizioni necessarie per ricevere fruttuosamente la comunione, che in certi casi richiede il ricorso al sacramento della penitenza, ma anche sull'atteggiamento esteriore che manifesta un senso di rispetto in generale ed esprime in particolare la fede del cristiano nell'Eucaristia”.
“Dalla Congregazione per il Culto Divino, 3 aprile 1985.
+ Augustin Mayer, OSB -- Prefetto” 
Per quanto riguarda la seconda domanda, non credo che sia così grande il pericolo che dei frammenti di ostia cadano. Se la Chiesa avesse ritenuto che ci fosse un serio pericolo di frammenti depositati in vari luoghi a seguito della pratica di ricevere la Comunione sulla mano, allora non avrebbe mai contemplato di permettere la pratica. 
Questo implica, naturalmente, il presupposto che le ostie siano prodotte correttamente e non siano soggette a facile frammentazione. 
In questa risposta, mi sono limitato alla questione della legalità. È del tutto legittimo dibattere se la pratica della comunione nella mano sia vantaggiosa dal punto di vista spirituale e pastorale. Su questa domanda molti buoni cattolici sono in disaccordo, come avviene su tante altre cose.