giovedì 27 giugno 2013

Francia: prete arrestato perché contro il matrimonio gay


di Leone Grotti
Per la prima volta un prete cattolico è stato portato e trattenuto al commissariato dalla polizia francese per una protesta legata al matrimonio gay.
CONTROLLI DELLA POLIZIA. Didier Pirrodon, curato di Saint-Cyr-au-Mont-d’Or, piccolo comune di 5 mila abitanti, è stato invitato come ogni anno alla cerimonia di promozione degli allievi commissari della Scuola nazionale superiore della polizia. Alla cerimonia, in qualità di rappresentante del governo francese, era presente anche il premier Jean-Marc Ayrault. Per questo, alcune decine di persone appartenenti alla Manif pour tous si sono riunite davanti agli uffici postali del Comune a manifestare contro l’arresto di Nicolas, il giovane di 23 anni condannato a due mesi di carcere perché protestava contro il matrimonio gay. Molti dei manifestanti, come succede da mesi in Francia davanti a queste proteste, sono stati interpellati dalla polizia e portati al commissariato.
SACERDOTE TRATTENUTO. Informato via sms dai suoi parrocchiani che anche le persone in uscita dalla chiesa avevano subito un controllo di identità da parte della polizia, il curato Didier Pirrodon, «trovandolo inaccettabile», alla fine della cerimonia si è avvicinato al prefetto e al sindaco presenti per protestare. «A questo punto – racconta il sacerdote al Le Progrès – sono stato portato anch’io al commissariato. Quello che mi aveva fatto arrabbiare e che io trovo inammissibile è che anche le persone in uscita dalla chiesa siano state controllate dalla polizia. E anche molte famiglie che si trovavano vicine agli uffici postali sono state trattenute per diverse ore».
SINDACO DENUNCIATO. A conferma che la legge sul matrimonio gay sta dividendo sempre di più i francesi, facendo gridare molti a un vero e proprio «stato di polizia» contro chi dissente, ieri il sindaco di Arcangues Jean-Michel Colo è stato denunciato per discriminazione perché si rifiuta di celebrare insieme ai suoi aggiunti un matrimonio gay. L’avvocato della coppia gay che porterà il primo cittadino in tribunale ha dichiarato che la legge deve essere rispettata senza eccezioni. Colo ha però affermato, come promesso da Hollande nel 2012, di avere diritto all’obiezione di coscienza. Hollande però si è poi rimangiato tutto e il sindaco denunciato ora rischia una multa di 75 mila euro e cinque anni di carcere. Colo ha anche ricevuto pressioni dal sottoprefetto di Bayonne, Patrick Dallenes, che ieri lo ha convocato dandogli quattro giorni di tempo per cambiare idea.
Fonte: Tempi.it

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Un dossier racconta la repressione della polizia francese
di Daniele Ciacci
Risale a pochi giorni fa il dossier Testimonianze delle vittime della repressione della polizia in Francia presentato alla sezione "Diritti Umani" del Parlamento Europeo da cinque avvocati francesi, che raccoglie sessantaquattro testimonianze di partecipanti alla manifestazione parigina di Manif pour tous contro la legge Taubira, che apre alla possibilità di unioni omosessuali parificate ai matrimonio eterosessuali. La manifestazione, che ha visto scendere in piazza quasi un milione di persone, ha dato adito a una risposta «violenta e brutale della polizia, a fronte di una atmosfera pacifica e amichevole, che non ha causato la distruzione di nessuna proprietà pubblica o privata. Il governo ha comunque risposto in una maniera inaccettabile in una democrazia, reprimendo la manifestazione con un uso inappropriato di gas lacrimogeno e con la detenzione arbitraria di centinai di dimostranti».
Tra questi, la storia di Nicolas è quella che più colpisce. Nella pacifica manifestazione di Manif pour tous, Nicolas, ventitreenne fondatore dei Veulleurs, gruppo giovanile affiliato a Manif le cui azioni si limitavano a canti e lettura di opere letterarie nelle piazze della capitale francese, è stato portato in carcere e lì sconta una pena di quattro mesi. La cosa ha colpito anche buona parte della stampa francese pro-legge Taubira per il forte condizionamento della polizia – e di fatto dell'intero governo di Francois Hollande – alla libertà di parola e di opinione. Tuttavia, la vicenda di Nicolas non è l'unica del panorama attuale. La protesta anti-matrimonio-gay del 24 marzo ha infatti visto, nel mezzo di una pacifica "processione" verso gli Champs Elysees, alcuni nuclei di extraparlamentari di estrema destra in atteggiamenti ben più nocivi allo svolgimento tranquillo e piacevole della manifestazione.
Le cinquantanove testimonianze raccontano, con linguaggi e punti di vista talora molto diversi, quello che è successo ai manifestanti della Manif pour tous lo scorso 24 marzo. Il copione, tuttavia, risulta molto simile: la polizia, con brutale violenza, ha creato barriere contenitive che non lesinavano in manganellate e colpi verso i manifestanti, oltre che a stringerli in uno spazio ridicolmente piccolo. C'è anche, tra i volontari, chi fa notare come la polizia si sia disposta lungo un percorso diverso rispetto a quello della manifestazione, creando notevoli disordini e lasciando che il traffico automobilistico incrociasse la processione. L'uso smodato del gas lacrimogeno ha colpito anche tanti bambini, tanti anziani e persone diversamente abili. La qual cosa non ha potuto che incentivare la pesante reprimenda del dossier presentato in Europa. Si stima che le persone arrestate raggiungano quota 293: una cifra enorme per una manifestazione non violenta che si sarebbe potuta svolgere senza alcun problema di sorta. 
Tra le storie presentate, quella che più è la testimonianza di Constance de Magneral, che riporta le domande dei propri bambini, colpiti dai lacrimogeni della polizia: «Papà, stiamo per morire?», «Papà, perché la polizia ci lancia il gas? Non dovrebbero proteggerci?», o quella di Charles-Edouard, che dichiara di aver visto un non vedente essere "gassato" non una, ma ben tre volte. Le cariche della polizia in assetto anti-sommossa non hanno risparmiato neppure i bambini più piccoli, come dichiara la ventitreesima testimone Michelle Schleiffer. La folla, in risposta a questi attacchi, cantava La Marsigliese. In un paese dove l'idea illuministico della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità è, in questo periodo storico, fortemente disatteso.