mercoledì 26 giugno 2013

Mercoledì della XII settimana del Tempo Ordinario



Il fatto è che in fondo non è buono. 
E in questo sta tutto il senso del dramma. P
er spiegarlo integralmente basta un solo proverbio 
e per di più di un'estrema semplicità: 
«Non è tutto oro ciò che luccica»
Lo splendore di un bene artefatto non ha nessuna forza. 

Vladimir Sergeevic SolovievIl racconto dell'anticristo 

Mt 7, 15-20


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, nè un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere».

Il Commento


La bellezza salverà il mondo scriveva Dostoevski. Nell’originale greco del brano, "kalos", il termine tradotto con "buoni" riferito ai frutti, si può rendere anche, e meglio, con "belli". Gesù parla di "frutti belli". Il più bello tra i frutti è Lui, il Signore, la sua vita offerta sull’albero della Croce. Anche il frutto offerto da satana appariva bello agli occhi di Adamo ed Eva. Ma era avvelenato. Era pura menzogna, luce sfavillante a nascondere la morte. I falsi profeti sono annidati ovunque, parlano di pace e hanno dentro la guerra. La labbra unte di dolcezza, la lingua suadente e adulante, lingua di serpente, velenosa. Ipocriti. Come quando inducono alla morte in nome della vita, campioni della società cosiddetta civile, la più incivile che vi sia, che "scarta" dalla "civitas", dalla città degli uomini coloro che non ritiene degni: "La persona umana oggi è in pericolo! Ecco l’urgenza dell’ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. Così – ha proseguito – uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano" (Papa Francesco, Udienza generale del 5 giugno 2013).

L'ipocrisia dei falsi profeti che hanno mangiato dell'albero della conoscenza del bene e del male e si illudono di essere divenuti come Dio, arbitri infallibili che stabiliscono il giusto e l'ingiusto, il buono e il cattivo: che si arrogano il diritto di stabilire quando e come una vita sia degna d'essere vissuta, condannati a legiferare scambiando il bene e il male, per finire col gustare e far trangugiare a tutti il veleno dei frutti di morte prodotti dai loro pensieri corrotti e dalle loro opere morte. Come noi, in famiglia, al lavoro, ovunque, immersi nell'illusione di essere capaci di stabilire quale e cosa sia il buono per i coniugi, i figli, i colleghi e gli amici. E non ci accorgiamo di essere infettati dall'orgoglio e dalla superbia che ci impediscono di ascoltare nell'intimità la voce del Padre, l'unica vera che annuncia, nelle pieghe della storia, la bellezza e la bontà. Un vero profeta vive stretto a Cristo, ne ascolta e accoglie ogni parola, adegua la propria vita alla volontà del Padre, e diviene, giorno dopo giorno, un segno profetico di verità e salvezza per il prossimo. La vera educazione è sempre una profezia, legge il presente e lo illumina per annunciare il futuro; l'amore sincero è sempre una profezia che incarna il dono di Cristo; una vera amicizia non nasconde mai la verità all'amico. Un vero profeta è capace di dire "no" anche quando un "si" appare più conveniente.

I Profeti ipocriti, invece, adescano le anime con parvenze di verità, discorsi giusti al momento giusto, ci parlano della giustizia che cerchiamo, ci ispirano cammini retti, sembrano dare senso alla nostra vita. "Come agnelli sono vestiti", truccati di umiltà e mitezza, infilati nella logica stringente del bene comune, dei diritti di tutti.  E prestiamo loro ascolto così facilmente, finendo col mangiare avidamente dei loro frutti, per morirne senza accorgercene. Sono frutti amari, i frutti del peccato. Quante volte lo abbiamo sperimentato. 

Il frutto dello Spirito invece è pace, gioia, mitezza, dominio di sè, temperanza. I frutti del buon albero della Croce. I frutti belli, occhi limpidi sgorganti da un cuore puro. Parole serie, vere, misurate, di misericordia. Pensieri di bene, sempre, verso tutti. Parole profetiche che si compiono. Allevati nella menzogna e nell’ipocrisia non possiamo che dare frutti balordi. Allevati alla scuola della Croce daremo frutti belli, i sentimenti stessi di Cristo, Servo di tutti, schiavo per amore. Crocifissi con Lui nella storia d’ogni giorno, Lui vivo in noi, e opere di vita eterna come frutti bellissimi.

La Croce è il segno che Dio ha posto dinanzi ai veri e ai falsi profeti. Il demonio fugge alla sua vista, lo Spirito Santo ce ne sigilla la verità. Essa "taglia" e "getta nel fuoco" della misericordia ogni albero che in noi distende i suoi rami di malizia e menzogna, perché la Croce è la Verità piantata nella storia. Ogni profeta che non ami la Croce, che non parli di lei, che non ce la faccia amare e abbracciare è un falso profeta, un rovo di sole spine. Un profeta che ci annunci la Croce Gloriosa del Signore Risorto è un vero profeta, messaggero del Padre. Cristo è il vero Profeta, e in Lui, tutti coloro che gli appartengono. Che il Signore ci doni discernimento, intelligenza e Spirito Santo per riconoscere dai frutti l'autenticità dei profeti, siano essi amici o consiglieri, siano essi i nostri pensieri, i progetti e i criteri.  Che il Signore ci aiuti a riconoscere la vera pace, quella che viene da Lui e che non evapora neanche tra le fiamme del mondo, e tutto ciò che la insidia e ce la fa perdere: se abbiamo perduto la pace, non importa per quale motivo, significa che un falso profeto ci ha ingannato e avvelenato il discernimento. Che la voce del Signore ci catturi e smascheri, anche oggi come sempre, i falsi profeti, le menzogne appostate per strapparci a Lui. Legati come Isacco al legno della Croce, ecco la vita alla quale siamo chiamati, vera, piena, felice; legati a Cristo, innestati sul suo amore, per dare un frutto che rimanga, la profezia vera che può salvare l'umanità.