sabato 31 agosto 2013

Contro Satana

 Poco prima di morire il noto esorcista padre Matteo La Grua ha realizzato un libro-intervista in cui esorta a non cedere nella battaglia con le potenze delle tenebre


Il francescano padre Matteo La Grua (1914-2012) è stato un esorcista di fama internazionale. La sua lunghissima vita è stata segnata da molte virtù e carismi speciali, a partire dalle capacità taumaturgiche e dal dono di saper scacciare i demoni.
Gli ultimi quarant’anni della sua vita, padre Matteo li ha trascorsi alla guida dei gruppi palermitani del Rinnovamento nello Spirito Santo, dove è diffusa la preghiera di liberazione.
Di lui, padre Gabriele Amorth affermò: “Non è mai esistito esorcista più potente”.
Alcuni mesi prima di morire, assai anziano e malato ma lucidissimo, padre La Grua ha affidato alla giornalista Roberta Ruscica il compito di realizzare un libro-intervista con lui. Una sorta di testamento spirituale, da lui fortemente voluto, in cui l’esorcista racconta la sua attività ed esorta sacerdoti e laici a non mollare mai nella battaglia contro il maligno.
Ne è scaturito il volume Contro Satana. La mia lotta per vincere le potenze delle tenebre(Piemme, 2013). Sui contenuti del libro-intervista, ZENIT ha intervistato Roberta Ruscica.
Padre Matteo La Grua si è spento quasi centenario nel gennaio 2012. Per quale motivo, sentendo vicina la fine, ha sentito l'esigenza di essere intervistato non con un semplice articolo ma con un libro di oltre 200 pagine?
Roberta Ruscica: Questo viaggio incominciò la mattina che bussai alla porta della sua segreteria. O meglio al laboratorio dei miracoli, perché non si contano le guarigioni - non solo spirituali - che avvengono anche oggi. Quel giorno mi presentai come una giornalista che voleva superare l’ennesima “sfida”, perché il frate della Noce “buttava fuori” i cronisti curiosi e fastidiosi… A me aprì prima la porta del suo cenacolo, poi quella del suo cuore. Padre Matteo non ha scelto una giornalista, ma una figlia che si lascia guidare per quella Porta stretta, che è stato il suo ministero.
I frati conventuali e molti sacerdoti hanno dichiarato che il libro-intervista pubblicato dalla Piemme è il suo testamento. Lui mi disse: “A novantasette anni, ho capito che  il tempo del silenzio è finito. Mi resta un filo di voce per parlare della mia povera vita di frate”. Padre Matteo ha lasciato uno  “strumento” capace di arrivare al cuore di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito.
Si fa sempre un gran parlare di esorcismi e di esorcisti in chiave spettacolare e morbosa, dimenticandoci che un esorcista è principalmente un uomo di Dio, con la funzione di ripristinare la Sua Grazia e di sfidare il potere delle tenebre. Padre Matteo era questo tipo di uomo?
Roberta Ruscica: Padre Matteo non voleva apparire come un esorcista noto per le sue liberazioni. Fuggiva di fronte ai riflettori della stampa o dei salotti buoni. Eppure alla porta del Convento bussavano personaggi famosi del mondo dello spettacolo, anche la più importante nobiltà europea o giudici, uomini delle Forze dell’Ordine. Tutti accorrevano in gran segreto.
Come lui mi spiegò: “Prima accoglievo il povero. Poi il ricco che si rivolgeva per chiedere una benedizione, ma non voleva la liberazione. Molti preferivano rimanere al servizio di Satana”.
Indubbiamente il cenacolo della Noce, uno dei quartieri più degradati di Palermo, poteva trasformarsi in un luogo di grande pellegrinaggio. Ma Padre Matteo ha messo sempre al primo posto tre perle preziose: povertà, umiltà e accoglienza. Mi affidò un pezzo di carta, dove aveva scritto: “Sono un umile servo di Dio al servizio della Chiesa”. Era sempre severo nei confronti dei suoi colleghi: “Se si impegnassero a fare dei veri esorcismi, potrebbero bastare quelli che ci sono. Un esorcismo può costare la vita. Oltre Dio, non c’ è altro”. La morbosità e la spettacolarizzazione non possono andare a braccetto con una missione così delicata. Padre Matteo sosteneva: “La liberazione è un dono di Dio. Soltanto Dio può liberare: quando e come vuole. Se Satana è potente, Dio è onnipotente. Il Signore può liberare anche senza l’intervento di intermediari umani”.
Nella prima parte del libro, racconti di come l'incontro con padre Matteo ti abbia in qualche modo cambiato la vita e di come realizzare quest'opera con lui, sia stata per te una sorta di missione e di chiamata. In che modo è avvenuto?
Roberta Ruscica: Non c’erano segreti con Padre Matteo. Lui leggeva la tua anima. Mi esortò: “ Lei è una brava giornalista. Scrive bene. Ma non deve lasciarsi guidare dal cuore, ma dalla mente”. Ecco lui si è servito del mio cuore. Come dico sempre: “Ha utilizzato il Manuale d’Amore”. Quando Padre Matteo si convinse che non cercavo né un vantaggio economico né un successo personale. Quando avevo deciso di abbandonare il campo. Lui si mise all’opera. E mi lasciai trasportare dal fiume lento del Suo Amore. La mia vita è un’altra vita. Se il tuo cuore è colmo di rancore, non si possono affrontare temi spirituali. Ho ricevuto un grande regalo: perdonare quelli che hanno procurato la mia infelicità. Non nascondo che ho dovuto superare i marosi pur di giungere alla pubblicazione di Contro Satana. Dissidi, tranelli, incomprensioni, calunnie, dicerie… Il Nemico mi ha messo contro tutti e tutto. Come Padre Matteo mi disse nella sua ultima telefonata: “Ci siamo solamente io e te… Gli altri non contano”.
Prima di questa esperienza - per te professionale e, al tempo stesso, fortemente spirituale - qual'era il tuo atteggiamento verso gli esorcisti e verso la Chiesa in generale?
Roberta Ruscica: Quando il direttore mi domandò: “Devi intervistare un esorcista”. Le risposi: “Ma scherza. Piuttosto intervisto un capo di Cosa Nostra”. Allora pensavo che un esorcista fosse uno stregone. Oggi molti sacerdoti che combattono le forze del Male, sono i miei migliori amici. La Chiesa è stata sempre la mia Casa. O meglio una dolce Madre che accoglie i suoi figli. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia cattolica, in un gruppo scout che era seguito da un sacerdote severo, ma paterno. Ho incontrato un frate meraviglioso come Padre Giulio Savoldi. A questo proposito vorrei fare un appello: Bisogna valorizzare la grande missione degli esorcisti. Il libro Contro Satana è un buon viatico. Mi è stato riferito che molti preti lo suggeriscono nel segreto della confessione. Il mio grande “sogno” è regalare una copia del libro a Papa Francesco.
Vivendo ed esercitando il suo ministero a Palermo, padre Matteo ha avuto ha che fare con la realtà della mafia. In passato anche tu ti sei occupata di questo tema, come giornalista di inchiesta e di cronaca giudiziaria. Ritieni che questa "coincidenza" rientri in un piano divino?
Roberta Ruscica: Sicuramente è così. Il mio incontro con il frate “santo” rientra in un piano divino. Anche la pubblicazione del suo libro-intervista.  Non l’ho mai denunciato pubblicamente - dopo aver realizzato moltissimi servizi in esclusiva per Sette e Io Donna – ma ho ricevuto una minaccia dalla mafia. Molti colleghi hanno costruito la carriera sulle minacce.  Invece ho affrontato solamente ostacoli, perché non mi hanno permesso di lavorare. La mia unica arma è il Santo Rosario, la Santa Messa, che non ho mai trascurato, neppure nei periodi più oscuri. Ringrazio i monsignori che mi sono stati vicini con la preghiera. E ho un bellissimo ricordo: prima di volare in Cielo, monsignor Alessandro Maggiolini mi chiamò e mi disse: “Pregherò per te”.
Che conclusione si può trarre dopo aver letto il tuo libro-intervista? Come possiamo vincere il potere delle tenebre, noi che, oltre a non essere esorcisti, siamo poveri peccatori?
Roberta Ruscica: Contro Satana è un libro di speranza. Le pagine che raccontano le storie di guarigioni sono intrise dell’Amore della Vergine Maria, la sola Donna che Padre Matteo ha amato. Si può combattere la buona battaglia rimanendo ancorati a Dio. E nell’intervista spieghiamo come questo “miracolo” si realizza. La paura appartiene a chi si lascia soggiogare dai tentacoli del Maligno. Padre Matteo ci insegna che “la vita non è rosa, la vita è poesia”.
L. Marcolivio