giovedì 26 settembre 2013

Arretra? No, al contrario...



... chiede di osare di più
di Fabio Colagrande  

Francesco non si adegua al mondo - come qualcuno erroneamente pensa - ma incarna l'amore di Dio nel mondo.

Dopo l'intervista di Papa Francesco alla Civiltà Cattolica, in questi giorni i timori di un cedimento mondano del Pastore universale della Chiesa cattolica sembrano moltiplicarsi. Per questo, secondo me, è importante ribadire che il Papa non sta arretrando per nulla. Ci chiede - anzi - di osare di più. E lo fa ristabilendo delle priorità missionarie.
Ci ricorda che il nostro compito di cristiani - prima di impegnarci giustamente per la tutela dei "principi non negoziabili" - è testimoniare l'amore di Dio. L'annuncio del Vangelo non inizia con una campagna in parlamento contro il matrimonio gay. Prima di tutto lo si annuncia accogliendo, ascoltando, incoraggiando, aiutando, amando il nostro prossimo, incarnando il Vangelo. Se crediamo davvero nello Spirito Santo e nella continuità del Magistero del Successore di Pietro non possiamo pensare che Francesco stia contraddicendo i suoi predecessori; pensiamo invece che, ascoltando lo Spirito, stia leggendo i segni dei tempi e inviti il Popolo di Dio - di fronte a una forte secolarizzazione - a rinnovarsi e a rilanciare la nuova evangelizzazione.
Francesco non si adegua al mondo - come qualcuno erroneamente pensa - ma incarna l'amore di Dio nel mondo. Non diventa 'del mondo', ma si apre 'al mondo'. Una differenza che Benedetto XVI spiegò mirabilmente, il 25 settembre 2011, in un celebre discorso a Friburgo, in Germania. Solo, infatti, aprendosi 'al mondo', cogliendone le sofferenze, inquietudini, insoddisfazioni, il cristiano può offrire l'incontro con Cristo come percorso (e non ultima parola) di verità. E solo così è poi possibile rilanciare adeguatamente i 'principi non negoziabili' come diretta conseguenza dell'antropologia cristiana. Senza illudersi di riuscire a imporre per legge i valori cattolici come la sacralità della vita, l'indissolubilità del matrimonio, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Non è con l'ingerenza spirituale nelle vite altrui che seguiamo Cristo, ma portando la sua parola di speranza e salvezza per tutti, senza risparmiare critiche al mondo, come fa Papa Francesco.
Non c'è un cedimento al relativismo, ma la rinnovata consapevolezza che la Chiesa è una madre misericordiosa che vuole abbracciare l'umanità, non un club esclusivo, a numero chiuso, di santi e intellettuali, amanti del bello e del giusto, che aborre i cedimenti alla modernità e l'ingresso di nuovi soci. Le stesse reazioni perplesse di molti alle parole del Papa, ci fanno capire che molti la Chiesa la concepiscono ancora così. E allora si correggono le parole di Francesco per togliergli mordente. Invece di concentrarsi sulla profondità teologica e pastorale dei suoi efficaci ammonimenti, e fare un conseguente esame di coscienza, si inveisce contro le strumentalizzazioni che subiscono le sue affermazioni. Come se non fossero più di duemila anni che Gesù è tirato per la giacchetta da ogni dove. E come se il rinnovato interesse per il Papa e la Chiesa fossero una iattura. Reazioni che ricordano quelle del fratello del figliol prodigo, infastidito che il padre festeggi il ritorno a casa di quest'ultimo, invece di cacciarlo via a pedate e mettere sul piedistallo lui, il figliolo saggio.
Non sarebbe giusto, ora, come operatori della comunicazione, chiederci piuttosto come i giornalisti cattolici possono accogliere l'invito di Papa Francesco - contenuto nella conversazione con La Civiltà Cattolica - a non insistere "solo" su aborto, nozze gay e no ai preservativi? Con "intelligenza e misura", mi suggerisce un collega con più esperienza. Giusto! Ma in qualche modo va accolto. Oppure continueremo a pensare che il nostro compito primario sia solo ribadire che l'embrione è una persona, la famiglia naturale è quella fondata su matrimonio tra un uomo e una donna, l'aborto è un omicidio. E che se un papa ci invita ad aprire lo sguardo verso un'umanità sofferente fatta di rifugiati, disoccupati, non credenti, senza assumere toni da crociata nei confronti del mondo, sta semplicemente facendo del populismo e non è più l'uomo scelto in Conclave con l'aiuto dallo Spirito Santo.
Vino Nuovo
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- Quelli del pronto soccorso di Assunta Steccanella 
- L'odore di pecora e quello di pesce di Francesco Fabrini