lunedì 23 settembre 2013

Come valorizzare la presenza degli anziani nella società



Intervento della Santa Sede a Ginevra (Consiglio dei diritti dell’uomo).

Pubblichiamo una nostra traduzione dell’intervento sui diritti delle persone anziane pronunciato il 13 settembre dall’arcivescovo Silvano M. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite ed istituzioni specializzate a Ginevra, durante la ventiquattresima sessione ordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo. 
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Signor Presidente,
La mia Delegazione è grata all’Alto Commissario e al Segretario Generale per l’iniziativa di svolgere una consultazione, presso gli Stati membri e osservatori, nonché presso le istituzioni della società civile, riguardo alla situazione dei diritti umani e dei bisogni delle persone anziane nella società attuale. Le principali sfide riassunte dall’Alto Commissario, tra le quali vi sono l’impatto della crisi finanziaria su questa parte della popolazione, l’alta prevalenza della povertà, l’insicurezza alimentare e la mancanza di alloggio, lo scarso accesso alla protezione sociale e ai servizi necessari e all’assistenza sanitaria, il crescente isolamento, l’istituzionalizzazione e la discriminazione nei confronti dei membri più anziani della comunità, sono motivo di grande preoccupazione per la mia Delegazione. Certamente sono problemi ben noti alla Chiesa cattolica, che sostiene 17.223 istituti per anziani, malati cronici e disabili, sparsi in tutte le regioni del mondo (“Statistiche della Chiesa cattolica – 2012, Agenzia Fides, 21 ottobre 2012), e una serie di servizi psicosociali e pastorali comunitari, volti a far sì che queste persone restino nelle proprie case e siano attivamente impegnate nella vita familiare e sociale.
La popolazione degli anziani sta crescendo; il numero di persone più giovani da assistere con gli aiuti destinati alle famiglie sta diminuendo. Le tendenze demografiche ricordate dall’Alto Commissario hanno illustrato questa realtà. Come risposta, sembra esserci la tendenza a “depositare” le persone anziane, togliendo in tal modo il posto che spetta loro nella vita della comunità. La popolazione in generale viene così privata dei benefici che possono dare l’esperienza vissuta e la saggezza di questi membri più anziani della comunità umana. Il Rapporto 2013 fa riferimento alla consultazione pubblica sull’argomento e richiama il fatto che «una decisione andava presa sul periodo di tempo entro il quale questa longevità andrebbe valorizzata» e che «la sfida era di aggiungere vita agli anni e non soltanto anni alla vita». La mia Delegazione certamente ritiene che occorre assicurare alle persone che stanno invecchiando una qualità di vita più alta possibile. Sosteniamo anche con forza il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, e quindi ci opponiamo incondizionatamente a qualsiasi tentativo di porre fine alla vita delle persone anziane per il solo fatto che non possono più svolgere un ruolo di “membri contribuenti della società” o perché le cure sanitarie per questo settore della popolazione comportano costi crescenti. La dignità delle persone rimane sempre intatta.
«Eppure spesso la società, dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto, non [...] accoglie [il dono della longevità] come tale; anzi, spesso lo respinge, considerando gli anziani come non produttivi, inutili [...]. La sapienza di vita di cui siamo portatori è una grande ricchezza. La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune» (Benedetto XVI in occasione della sua visita alla casa-famiglia per anziani a Roma, 12 novembre 2012.
Basandosi sui dati e sulle testimonianze degli esperti, raccolti nel corso della consultazione su questa urgente questione, la mia Delegazione desidera proporre le seguenti strategie al fine di promuovere e tutelare in modo efficace i diritti umani delle persone anziane:
1. Affermare e preservare il ruolo sociale delle persone anziane. Ciò richiederà una riflessione e la conseguente elaborazione di politiche più giuste e più eque, volte a ridefinire il concetto di utilità sociale per quanti si sono ritirati dal sistema dell’impiego retribuito, ma che sono ancora capaci e necessari per rafforzare il tessuto della società attraverso il servizio volontario e la presenza sociale come membri rispettati e saggi delle famiglie e delle comunità.
2. Far sì che le persone anziane siano coinvolte nei processi decisionali che riguardano la loro vita e la loro integrazione sociale. Spesso tali decisioni sono delegate ad altri, anche quando le persone anziane sono capaci di discernere ciò che è meglio per loro. Il rispetto per la loro dignità umana e i loro diritti esige che siano coinvolte in queste decisioni e che gli altri si assumano la responsabilità di decidere delle loro cure solo quando ci sono prove certe che sono incapaci di farlo da sole.
3. Promuovere la solidarietà sociale riguardo alle sfide che gli anziani devono affrontare. Spesso le limitazioni dei finanziamenti vengono usate come scusa per privare le persone più anziane di una qualità di vita più alta. Occorre che i governi e l’intera famiglia umana diano priorità ai provvedimenti di solidarietà sociale.
4. Garantire l’accesso all’assistenza sanitaria e all’assistenza comunitaria. I costi elevati dell’assistenza negli ospedali e nelle case di riposo possono spesso essere evitati, rafforzando le cure primarie e il sostegno comunitario, e fornendo un aiuto finanziario alle famiglie per tenere gli anziani nelle proprie case.
Signor Presidente,
Dedicando la dovuta attenzione ai diritti umani delle persone anziane e ad altri diritti umani correlati, si valorizza la presenza positiva e costruttiva degli anziani nella società. Uno strumento vincolante sulla promozione e la tutela di tutti questi diritti li rafforzerebbe e renderebbe la comunità internazionale responsabile della loro attuazione. Contrariamente agli stereotipi comuni, grazie alla loro esperienza e maturità, le persone anziane sono un arricchimento per la società e ci aiutano a guardare alle questioni umane con maggiore saggezza.
L'Osservatore Romano