domenica 22 settembre 2013

Papa Francesco e i giovani: "Aprirci a Dio ci apre agli altri!"

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Papa Francesco e i giovani. “Prendere il largo, uscire da noi stessi, dal nostro piccolo mondo e aprirci a Dio, per aprirci sempre più anche ai fratelli. Aprirci a Dio ci apre agli altri! Fare qualche passo oltre noi stessi, oltre ciò che è sicuro e solido, e rischiare per la causa del Vangelo. Questo si chiama fidarsi di Gesù

Il segno (...) indica frasi aggiunte dal Santo Padre e pronunciate a braccio.
Dopo il saluto di due giovani, una breve liturgia e le domande di alcuni ragazzi presenti, il Papa ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito:
Cari giovani di Sardegna! (...)
Grazie di essere venuti in tanti a questo incontro! E grazie ai vostri “portavoce”. Vedervi mi fa pensare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro: forse alcuni di voi erano là, ma molti sicuramente hanno seguito con la televisione e internet. E’ stata un’esperienza molto bella, una festa della fede e della fraternità, che riempie di gioia. La stessa gioia che proviamo oggi. Ringraziamo il Signore e la Vergine Maria, Nostra Signora di Bonaria: è lei che ci ha fatti incontrare qui. Pregatela spesso, è una buona mamma! (...)
1. Abbiamo ascoltato il Vangelo: un fatto straordinario ma inserito in un contesto di vita normale, tipico di un villaggio di pescatori. La scena si svolge sulla riva del lago di Galilea, dove vivevano e lavoravano Simone – che poi Gesù chiamerà Pietro - e suo fratello Andrea, insieme con Giacomo e Giovanni, anch’essi fratelli, tutti pescatori. Gesù è circondato dalla folla che vuole ascoltare la sua parola; vede quei pescatori accanto alle barche mentre ripuliscono le reti. Sale sulla barca di Simone e gli chiede di allontanarsi un po’ dalla riva, e così, stando seduto sulla barca, parla alla gente. (...) Quando ha terminato, dice a Simone di prendere il largo e gettare le reti. Questa richiesta è una prova per Simone, (...) perché lui e gli altri erano appena rientrati da una notte di pesca andata male. Simone è un uomo pratico e sincero, e dice subito a Gesù: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla».
Questo è il primo punto: l’esperienza del fallimento, (...) qualcosa che va storto, una delusione… Nella giovinezza si è proiettati in avanti ma a volte capita di vivere un fallimento, una frustrazione: è una prova, ed è importante! (...)
Anche nella Chiesa facciamo questa esperienza: i sacerdoti, i catechisti, gli animatori si affaticano molto, spendono tante energie, ce la mettono tutta, e alla fine non vedono risultati sempre corrispondenti ai loro sforzi. Lo hanno detto anche i vostri “portavoce”, nelle prime due domande che mi hanno rivolto. Facevano riferimento alle comunità dove la fede appare un po’ sbiadita, non molti fedeli partecipano attivamente alla vita della Chiesa, si vedono dei cristiani a volte stanchi e tristi, e molti ragazzi, dopo aver ricevuto la Cresima, non frequentano più la parrocchia. (...)
2. Di fronte a questa realtà, giustamente voi vi chiedete: che cosa possiamo fare? Certamente una cosa da non fare è quella di lasciarsi vincere dal pessimismo e dalla sfiducia. (...) Voi giovani non potete e non dovete essere senza speranza, la speranza fa parte del vostro essere. (...) Un giovane senza gioia e speranza è preoccupante! Non è un giovane! (...)
Ritorniamo alla scena del Vangelo: Pietro, in quel momento critico, gioca se stesso. Che cosa avrebbe potuto fare? Avrebbe potuto cedere alla stanchezza e alla sfiducia, pensando che è inutile e che è meglio ritirarsi e andare a casa. Invece che cosa fa? Con coraggio, esce da se stesso e sceglie di fidarsi di Gesù. Dice: «Sulla tua parola getterò le reti». Attenzione! Non dice: sulle mie forze, sui miei calcoli, sulla mia esperienza di esperto pescatore, ma “Sulla tua parola”, sulla parola di Gesù! E il risultato è una pesca incredibile, le reti si riempiono, tanto che quasi si rompevano.
Questo è il secondo punto: fidarsi di Gesù. (...) Il Signore è sempre con noi. Viene sulla riva del mare della nostra vita, si fa vicino ai nostri fallimenti, alla nostra fragilità, ai nostri peccati, per trasformarli. Non smettete mai di rimettervi in gioco, come dei buoni sportivi - alcuni di voi lo sanno bene per esperienza - che sanno affrontare la fatica dell’allenamento per raggiungere dei risultati! Le difficoltà non devono spaventarvi, ma spingervi ad andare oltre. Sentite rivolte a voi le parole di Gesù: Prendete il largo e calate le reti, giovani di Sardegna! Siate sempre più docili alla Parola del Signore: è Lui, è la sua Parola, è il seguirlo che rende fruttuoso il vostro impegno di testimonianza. Quando gli sforzi per risvegliare la fede tra i vostri amici sembrano inutili, come la fatica notturna dei pescatori, ricordatevi che con Gesù tutto cambia. La Parola del Signore ha riempito le reti, e la Parola del Signore rende efficace il lavoro missionario dei discepoli. Seguire Gesù è impegnativo, vuol dire non accontentarsi di piccole mete, del piccolo cabotaggio, ma puntare in alto con coraggio!
Non è buono fermarsi al “non abbiamo preso nulla”, ma andare oltre, andare al «prendi il largo e getta le reti» di nuovo, senza stancarci! Gesù lo ripete a ciascuno di voi. Ed è Lui che darà la forza! C’è la minaccia del lamento, della rassegnazione. (...) Questi li lasciamo a quelli che seguono la “dea lamentela”! (...) Quando tutto sembra fermo e stagnante, quando i problemi personali ci inquietano, i disagi sociali non trovano le dovute risposte, non è buono darci per vinti. La strada è Gesù: farlo salire sulla nostra “barca” e prendere il largo con Lui! Lui è il Signore! Lui cambia la prospettiva della vita. La fede in Gesù conduce a una speranza che va oltre, a una certezza fondata non soltanto sulle nostre qualità e abilità, ma sulla Parola di Dio, sull’invito che viene da Lui. Senza fare troppi calcoli umani e non preoccuparsi di verificare se la realtà che vi circonda coincide con le vostre sicurezze. Prendere il largo, uscire da noi stessi, dal nostro piccolo mondo e aprirci a Dio, per aprirci sempre più anche ai fratelli. Aprirci a Dio ci apre agli altri! (...) Fare qualche passo oltre noi stessi, (...) oltre ciò che è sicuro e solido, e rischiare per la causa del Vangelo. Questo si chiama fidarsi di Gesù.
3. «Gettate le vostre reti per la pesca» (v. 4). Cari giovani sardi, la terza cosa che voglio dirvi, e così rispondo alle altre due domande, è che anche voi siete chiamati a diventare “pescatori di uomini”. Non esitate a spendere la vostra vita per testimoniare con gioia il Vangelo, specialmente ai vostri coetanei. (...) Il vostro contributo è indispensabile per la missione della Chiesa, che è l’evangelizzazione: i giovani apostoli dei giovani! Dite a tutti con la vostra vita, con la vostra gioia, che Gesù e il suo messaggio sono sempre attuali. E per questo abbiate anche il coraggio di andare controcorrente, non fatevi trascinare dalle correnti. Incontrare Gesù Cristo, fare esperienza del suo amore e della sua misericordia è l’avventura più grande e più bella che possa capitare ad una persona!
I Santi sono così: non nascono già perfetti, già santi! Lo diventano perché, come Simon Pietro, si fidano della parola del Signore e “prendono il largo”. La vostra terra ha dato tante testimonianze, anche recenti: le Beate Antonia Mesina, Gabriella Sagheddu, Giuseppina Nicoli; i Servi di Dio Edvige Carboni, Simonetta Tronci e Don Antonio Loi. Sono persone comune che invece di lamentarsi hanno “gettato le reti per la pesca”. Imitate il loro esempio, affidatevi alla loro intercessione, e siate sempre uomini e donne di speranza! (...)

Cari amici, dobbiamo lasciarci, ma restiamo uniti nella preghiera! Mi raccomando: pregate anche per me! Vi benedico tutti. La Madonna vi accompagni. A si biri!

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Al termine dell'incontro con i giovani sardi Papa Francesco ha condannato l'attentato contro una Chiesa oggi in Pakistan e poi ha pregato, insieme con migliaia di giovani, per le numerose vittime, che sarebbero almeno 70. Ecco le parole del Santo Padre:
“Oggi in Pakistan, per una scelta sbagliata, di odio, di guerra, è stato fatto un attentato e sono morte 70 persone. Questa strada non va, non serve. Soltanto la strada della pace, che costruisce un mondo migliore. Ma se non lo fate voi, se non lo fate voi, non lo farà un altro, eh? Questo è il problema, e questa è la domanda che io vi lascio: ‘Sono disposto, sono disposta a prendere una strada per costruire un mondo migliore?’. Soltanto quello. E preghiamo un Padre nostro per tutte queste persone che sono morte in questo attentato in Pakistan ...” “Che la Madonna ci aiuti sempre a lavorare per un mondo migliore, a prendere la strada della costruzione, la strada della pace e mai la strada della distruzione e la strada della guerra”.