martedì 26 novembre 2013

All'ombra della Vergine di Vladimir

Lo zar bacia l’icona ed è intesa con il Papa

Al centro del colloquio di 35 minuti in Vaticano tra Putin e il Papa i rapporti fra le Chiese e la pace in Medio Oriente

ANDREA TORNIELLI


Il capo del Cremlino si fa il segno della croce e bacia l'immagine della Vergine di Vladimir, sua protettrice, che ha appena donata al Papa. E gli chiede: «Santità, le piace?». Basterebbe quest'immagine per descrivere quanta acqua sia passata sotto i ponti e in così poco tempo: l'ex ufficiale del KGB sovietico Vladimir Putin ricevuto ieri in Vaticano si presenta non solo come un importante interlocutore, in sintonia con le posizioni della Santa Sede sul Medio Oriente e in particolare sulla tragica crisi siriana, ma anche con la difesa della famiglia e della vita umana: poco prima di imbarcarsi sull'aereo che lo ha portato Roma, il presidente russo aveva firmato una legge che vieta la promozione di servizi medici o pratiche per abortire.


Putin è arrivato un'ora dopo il previsto all'udienza, a causa di un ritardo nel volo. Il corteo di auto del capo del Cremlino ha attraversato Roma senza sirene spiegate e a velocità contenuta. Il presidente ha trovato ad accoglierlo nel cortile di San Damaso il Prefetto della Casa Pontificia, Georg Gänswein, ed è salito nella biblioteca. Il colloquio faccia a faccia con Francesco è durato 35 minuti, in presenza di due interpreti, e il clima disteso all'uscita attesta che tra i due leader è nata un'intesa anche dal punto di vista umano.


«Durante i cordiali colloqui - recita il comunicato della Sala Stampa vaticana - si è espresso compiacimento per i buoni rapporti bilaterali e ci si è soffermati su alcune questioni di interesse comune, in modo particolare sulla vita della comunità cattolica in Russia, rilevando il contributo fondamentale del cristianesimo nella società». Un riferimento all'atteso accordo riguardante il riconoscimento legale del cattolicesimo in Russia.


In questo contesto, continua la nota della Santa Sede, «si è fatto cenno alla situazione critica dei cristiani in alcune regioni del mondo, nonché alla difesa e alla promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, e la tutela della vita umana e della famiglia». Il Vaticano fa poi notare che «è stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria, in riferimento alla quale il Presidente Putin ha espresso ringraziamento» per la lettera indirizzatagli dal Papa in occasione del G20 di San Pietroburgo. «È stata sottolineata l’urgenza di far cessare le violenze e di recare l’assistenza umanitaria necessaria alla popolazione, come pure di favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto, che privilegi la via negoziale e coinvolga le varie componenti etniche e religiose, riconoscendone l’imprescindibile ruolo nella società».

Putin ha portato a Francesco il saluto del patriarca Kirill, ma non c'è stato alcun invito per una visita papale a Mosca: il capo della Chiesa ortodossa russa è geloso delle sue prerogative e non intende delegare al potere politico i rapporti con la Chiesa di Roma.

Dopo il colloquio privato, Putin ha presentato a Francesco la delegazione russa e c'è stato lo scambio dei doni. Il Papa ha offerto un mosaico raffigurante giardini vaticani, il presidente ha donato un'icona della Madonna di Vladimir, detta anche «Madonna della tenerezza», un tema molto caro a Bergoglio. Quest'ultimo stava per allontanarsi, quando il presidente lo ha trattenuto e gli ha chiesto se gradiva l'icona, facendosi anche il segno della croce alla maniera ortodossa. Anche il Pontefice si è fatto il segno della croce. Al faccia a faccia con il Papa, è seguito quello con il Segretario di Stato Parolin e il «ministro degli Esteri» vaticano Mamberti.

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Per nulla formale
il bacio sull'icona
di Putin e del Papa
L'arcivescovo di Mosca, monsignor Luigi Pezzi: "Siamo una Chiesa di minoranza e il cristianesimo in Russia è essenzialmente espresso nella sua forma ortodossa, ma questo non significa che non abbiamo un diritto all'esistenza". Sull'ipotesi di un incontro in un paese neutro tra il Papa e il Patriarca Kirill: "Mi sembra più possibile oggi rispetto a qualche tempo fa"
Maria Chiara Biagioni

Gli incontri si misurano anche nei gesti e quello che si è visto ieri nella biblioteca papale tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin segna una tappa inedita nella storia tra i due Stati: la scena si svolge allo scambio finale dei doni quando per primo Vladimir Putin si esibisce in un lungo segno della croce ortodosso (cioè con la mano sulla spalla destra prima che su quella sinistra) e poi dà un bacio all’icona della Madonna di Vladimiro, una delle più amate e venerate dal popolo russo. Poi anche Papa Francesco segue il presidente e dà un bacio all’icona. Partiamo da qui con monsignor Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca, al quale abbiamo chiesto di commentare l’incontro avvenuto ieri in Vaticano.
 
Eccellenza, Putin e il Papa che baciano l’icona della Madonna, il segno della croce, l’inchino... Una sua prima impressione?
“Positiva innanzitutto per gli elementi citati. È positivo poi il fatto che ci sia stato effettivamente un incontro, cosa che non era affatto scontata. Direi che il Papa e il presidente non si sono semplicemente visti ma profondamente incontrati. E il gesto dello scambio dei doni e il bacio sulle icone, non lo considererei formale”.
 
Nel comunicato della Santa Sede si dice che nei colloqui si è parlato della comunità cattolica in Russia. Cosa vi sta più a cuore?
“Non possiamo fantasticare sui reali argomenti trattati nei colloqui. A noi quello che sta più a cuore è quello di poter testimoniare Cristo: questa è la preoccupazione principale che abbiamo. Perché quando Cristo è posto al centro, è anche più facile affrontare ed eventualmente risolvere i problemi”.
 
Sta facendo riferimento a un riconoscimento legale della Chiesa cattolica in Russia?
“La Chiesa è già legalmente e giuridicamente riconosciuta. Noi questo problema non lo abbiamo. Siamo una Chiesa di minoranza e il cristianesimo in Russia è essenzialmente espresso nella sua forma ortodossa ma questo non significa che non abbiamo un diritto all’esistenza. Mi sembra - almeno da quanto si legge nel comunicato della Santa Sede - che sia stato menzionato il contributo fondamentale del cristianesimo nella società e mi sembra una segnalazione positiva: la Chiesa cattolica anche laddove è una minoranza, è portatrice di una testimonianza che è volta al bene della società in cui si trova”.
 
Si è sorpreso del mancato invito al Papa di visitare Mosca e il patriarca Kirill?
“No, le premesse non c’erano. Il patriarca Kirill ha, comunque sia, mandato attraverso il presidente Putin il proprio saluto e augurio a Papa Francesco, ma era stato detto molto chiaramente che il possibile incontro tra il Papa e il Patriarca non era tra gli scopi dell’udienza di ieri. Nelle settimane passate, in altre circostanze, è stato detto e ribadito molto esplicitamente che questo incontro non ha bisogno di una mediazione politica o culturale o di altro genere. C’è un rapporto tra Mosca e Roma per quello che riguarda le relazioni intra-ecclesiali che non richiede la necessità di altri mediatori. Mi sembra che chi si aspettava questo, aveva forse riposto erroneamente le proprie speranze. Ciò non significa che questo incontro di ieri non lo possa favorire, ma certamente non mi aspettavo un invito né una mossa esplicita”.
 
Eppure qualche giorno fa, il metropolita Hilarion, a Roma, ha paventato la possibilità di questo incontro tra il Papa e il Patriarca parlando di un paese neutro. Lei lo crede davvero possibile?
“Penso che questo incontro sia auspicabile. Mi sembra che stia crescendo il desiderio di poterlo fare. Mi sembra, perciò, più possibile oggi rispetto a qualche tempo fa e mi sembra - anche da quello che ha detto il metropolita Hilarion - che questo incontro ora trova una disponibilità in generale a prepararlo. E questo è un fatto nuovo emerso dall’incontro tra Hilarion e il Papa”.
 
Quale pensa sia il ruolo della Russia, in particolare per la pace in Medio Oriente?
“Non sono un analista politico però mi sembra che sia sotto agli occhi di tutti il fatto che la Russia forse proprio a partire dalla crisi siriana, abbia nuovamente cominciato a giocare un ruolo importante a livello mondiale. Ci auguriamo che questo ruolo sia per la pace e il bene dei popoli”.
Sir

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Il patto di Putin e Bergoglio “Insieme per difendere i cristiani vertice a Mosca sul Medio Oriente”
La Repubblica - Rassegna "Fine settimana"
 
(Marco Ansaldo) «L’icona le piace?», chiede un po’ incerto Vladimir Putin a Papa Francesco. «Sì. Grazie», risponde Jorge Mario Bergoglio che, in cambio della “Madonna di Vladimir”, ha appena donato al presidente russo una ceramica mosaicata sui Giardini vaticani. Allora (...) 
Rassegna stampa del sito Incontri di "Fine Settimana"
- Putin dal papa, Siria in primo piano (Roberto Monteforte in l'Unità