venerdì 27 dicembre 2013

A Strasburgo per costruire l’unità



In trentamila per l’incontro europeo della Comunità di Taizé. 

Fa tappa a Strasburgo, cuore dell’Europa e luogo storico della riconciliazione post-bellica, il “pellegrinaggio della fiducia sulla terra”, trentaseiesima edizione di quell’ideale itinerario di fede e testimonianza comune tra cristiani del vecchio continente avviato alla fine degli anni Settanta da fratel Roger, fondatore della Comunità di Taizé. Nel capoluogo dell’Alsazia, città simbolo delle istituzioni europee, tutto è dunque pronto per accogliere — da domani, sabato 28, a mercoledì 1° gennaio — le migliaia di giovani partecipanti al raduno.
Almeno trentamila le presenze attese dagli organizzatori, i quali sottolineano con soddisfazione come tutti i giovani saranno alloggiati in famiglia, cosa che da parecchi anni non succedeva.
Particolare non trascurabile, i giovani saranno accolti da famiglie francesi e tedesche dell’Alsazia e dell’Ortenau, su entrambe le sponde del Reno. Proprio questo aspetto è sottolineato nel messaggio che Papa Francesco ha fatto pervenire agli organizzatori, rilevando come l’incontro di Strasburgo sia un «segno» per la costruzione della famiglia europea. «L’Europa, che ha attraversato e attraversa momenti difficili, ha bisogno del vostro impegno, della vostra fede, del vostro coraggio». E, ribadendo che la divisione tra i cristiani è un grave ostacolo al raggiungimento della missione affidata alla Chiesa, il Papa si rivolge ai giovani della Comunità di Taizé affermando di contare su di loro «perché attraverso la vostra fede e la vostra testimonianza, lo spirito di pace e di riconciliazione del Vangelo si diffonda fra i vostri coetanei». Altri messaggi di incoraggiamento sono stati inviati da importanti guide spirituali cristiane — dal patriarca ortodosso di Mosca, Cirillo, al primate della Comunità anglicana, l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby — come pure da rappresentati delle istituzioni internazionali — il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, e il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.
La lettera di fratel Alois — il priore della comunità, che nel 2005 ha raccolto l’eredità del fondatore fratel Roger — che accompagnerà il cammino spirituale dei giovani nel 2014, affronterà quest’anno il tema della «comunione visibile» tra i cristiani e lancerà quattro proposte per viverla concretamente nei luoghi e nella vita di tutti giorni. L’incontro di Strasburgo alternerà — come è nella tradizione di Taizé — momenti di silenzio e preghiera (ci saranno anche veglie di preghiera per la pace) ad altri di scambio e riflessione, momenti vissuti in famiglia e nelle parrocchie di accoglienza ad altri comunitari previsti al Parc de l’Exposition. Molti i temi che saranno affrontati negli incontri previsti nei pomeriggi del 29 e 30 dicembre: si parlerà di crisi economica, disoccupazione e precarietà, grazie all’aiuto di imprenditori, giornalisti ed economisti. Nella sede del Parlamento europeo si discuterà di giustizia e diritti umani con un giudice della Corte europea, Ann Power-Forde, mentre al rabbino capo di Strasburgo, René Gutman, è stato chiesto di confrontarsi con i giovani sul tema «Cambiare il mondo».
Ci sarà anche spazio per l’impegno: sono previsti incontri sull’ecologia e i cambiamenti climatici, confronti per professionisti e operatori del mondo della sanità, scambi di esperienze dal mondo della “strada”, riflessioni sull’Europa come terra di migrazioni. Non mancheranno poi le possibilità di vivere momenti di approfondimento spirituale, visite guidate alla cattedrale, spazi adibiti anche al colloquio personale con sacerdoti. Ogni mattino i giovani si riuniranno in più di duecento parrocchie di accoglienza sulle due rive del Reno, in Francia e in Germania, per un momento di preghiera e di condivisione. A mezzogiorno e alla sera le preghiere comuni avranno luogo contemporaneamente in tre saloni a Wacken (Fiera di Strasburgo), alla cattedrale cattolica e alla chiesa protestante di San Paolo. «Coloro che amano Cristo, in tutto il mondo — ha scritto fratel Alois spiegando il tema dell’incontro — formano una grande comunità di amicizia. Hanno un contributo da offrire per guarire le ferite dell’umanità: senza volersi imporre, possono favorire una mondializzazione della solidarietà che non escluda nessun popolo, nessuna persona». Anche perché, ha aggiunto fratel Alois all’agenzia Sir, «il Vangelo ci chiede di correre il rischio della fiducia e questo è ancor più importante in un tempo in cui paure e ansie aumentano. C’è la crisi economica, ma ci sono altre ragioni che rendono difficile la fiducia. Nonostante il clima di Taizé sembra sempre felice, quando ascoltiamo giovani provenienti da tutte le parti del mondo, tocchiamo con mano problemi e sofferenze. Oggi molte povertà sono nascoste: abbandoni, solitudini, incomprensioni e tutto ciò spesso è reso ancora più duro dalle difficoltà materiali. Ma tra i giovani che vengono a Taizé, vedo anche grande generosità: non sono indifferenti ai mali del mondo».
L'Osservatore Romano

*

Taizé-Strasbourg: Messages received for the meeting in Strasbourg
Taizé