lunedì 23 dicembre 2013

Il futuro della Chiesa Cattolica





La Chiesa cambierà? Cosa farà papa Francesco? Nel suo nuovo libro The Future of Catholicism (Signal), Michael Coren affronta questi ed altri interrogativi, che sono stati oggetto di molte speculazioni mediatiche.
Nella sua introduzione, Coren, autore di molti libri su argomenti ecclesiali e su tematiche cattoliche, si domanda dov’è che la Chiesa debba cambiare e cosa non può essere cambiato.
Il cambiamento, osserva l’autore, inteso nel senso di seguire le ultime tendenze intellettuali, è semplicemente estraneo al funzionamento della Chiesa, essendo essa basata su qualcosa di piuttosto diverso dalle opinioni espresse a una cena di gala.
La rivelazione che Dio ha posto nelle nostre mani, non può essere cambiata per un capriccio. È vero, la Chiesa ha il potere di sciogliere e legare (cfr. Mt 18,18) ma è un potere esercitato nel contesto della verità divinamente rivelata.
Ciò significa, riconosce Coren, che la Chiesa può entrare in conflitto con l’opinione pubblica e anche con le leggi dello stato.
Ad esempio, sul tema del “matrimonio” tra persone dello stesso sesso, lo studioso ha spiegato: “Il matrimonio è un Sacramento, l’unione sessuale ha un obiettivo specifico e la Chiesa non potrà mai approvare il comportamento omosessuale, senza rinnegare Gesù Cristo”.
Tuttavia, ci troviamo in un tempo in cui “il sostegno al matrimonio omosessuale è diventato la cartina di tornasole per l’accettabilità sociale e l’inclusione nel corpo politico e nella società che conta”, osserva Cohen.
Nonostante le pressioni che riceve su questo tema, la Chiesa non può e non potrà cambiare il suo insegnamento. È importante, aggiunge Coren, capire perché la situazione è di questo tipo.
Non è una questione di intolleranza nei confronti degli omosessuali, spiega l’autore, ma piuttosto di comprendere perché la Chiesa difende il sacramento del matrimonio.
Ciò che è in gioco è l’intera gamma delle verità che la Chiesa sostiene su matrimonio, famiglia, figli, dignità umana e legge naturale. Gli assoluti morali esistono davvero nell’insegnamento cattolico e, per questa ragione, non potranno cambiare, per quanto fuori moda possano essere rispetto agli ultimi trend della cultura contemporanea.
L’aborto, la contraccezione e l’eutanasia sono tra le altre tematiche che Coren approfondisce. Papa Francesco, afferma l’autore, “non cambierà in alcun modo l’insegnamento della Chiesa riguardo alla vita nascente”.
In futuro la Chiesa sarà fraintesa, criticata e sarà oggetto di rabbia “per il suo rifiuto di confermarsi a una cultura sessualizzata che ha collocato l’amore nel luogo sbagliato e ha trasformato il sesso e la sessualità in delle divinità”, dice Coren.
Citando Giovanni Paolo II, lo studioso afferma che la vera libertà non è la possibilità di fare qualunque cosa si vuole ma è qualcosa che ha bisogno di essere esercitato in unione con quelli che sono i valori morali fondamentali.
Coren prosegue esaminando molti altri temi fondamentali, dal sacerdozio femminile, al celibato sacerdotale, fino al futuro del papato.
In un capitolo su rapporto Chiesa-Stato, l’autore accenna alle controversie sulla famiglia Kennedy, su Nancy Pelosi, sull’ex Primo Ministro britannico Tony Blair, e osserva che la Chiesa continuerà a ricordare alla gente del bisogno di integrità e di consistenza morale e religiosa, “in un’epoca che rifiuta l’apprezzamento e la comprensione reciproca”.
La possibilità di cambiare l’insegnamento della Chiesa implica un discorso piuttosto diverso quando si entra nell’ambito delle misure organizzative o disciplinari.
Uno degli argomenti più dibattuti in termini di riforme in Vaticano è quello della finanze. Coren spiega che i papi hanno già iniziato a migliorare la situazione con l’incontro tra Giovanni Paolo II e il cardinale Edmund Szoka per la modernizzazione del sistema contabile.
In seguito Benedetto XVI ha preso ulteriori misure per adottare gli standard finanziari di Moneyval, l’organismo europeo istituito per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Papa Francesco sta proseguendo le riforme e, afferma Coren, se da un lato c’è relativamente poca corruzione nella Curia vaticana, dall’altro c’è l’esigenza di una competenza e di una trasparenza più marcate, quindi è un’area dove il cambiamento è necessario.
La Curia, aggiunge l’autore, “va trascinata varie centinaia di anni in avanti, nell’età moderna e futura”.
Al tempo stesso, ammettendo la necessità di questi cambiamenti ed insistendo su un migliore utilizzo dei media da parte della Chiesa, Coren afferma che è un grave errore pensare che c’è bisogno di rendere la Chiesa più “rilevante” o “alla moda”.
“Le verità possono essere raccontate in modi diversi, possono essere espresse in un nuovo formato o anche comunicate in una maniera che alcuni di noi possono trovare nuovi o stimolanti, ma si tratterebbe comunque delle medesime verità”, scrive Coren nelle sue note conclusive.
Chiunque desideri dei buoni consigli su dove la Chiesa vada indirizzata nel futuro prossimo, nel libro di Coren troverà quel che cerca.
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Rinnovare la Chiesa: una vittoria possibile

Il saggio di Anne Hendershott e Christopher White esprime speranza per il futuro


Nel mezzo delle notizie sugli scandali sessuali e sul declino della pratica religiosa, sono in tanti a predire la fine della Chiesa Cattolica o, quantomeno, ad auspicare notevoli cambiamenti dottrinali.
Come Michael Coren ha spiegato nel suo libro, tali cambiamenti non avverranno con tanta facilità.
Un punto di vista simile è stato espresso nell’introduzione di un altro libro di recente pubblicazione di Anne Hendershott e Christopher White: Renewal: How a New Generation of Faithful Priests and Bishops is Revitalizing the Catholic Church, (Rinnovamento: come una nuova generazione di fedeli, sacerdoti e vescovi sta rivitalizzando la Chiesa Cattolica), edito da Encounter Books.
Il libro difende l’ortodossia e sostiene anche che siamo in un tempo di rivitalizzazione della Chiesa Cattolica. A sostegno di tale tesi, gli autori elencano una serie di incoraggianti segni.
Tra questi ultimi c’è l’impegno mediatico svolto da sacerdoti come padre Robert Barron nel suo Word on Fire Catholic Ministries. Vi sono poi programmi dall’impatto altrettanto significativo come Catholics Come Home e Catholic Voices (fondato in Gran Bretagna e oggi attivo in un gran numero di paesi).
Una parte sostanziale del libro esamina la situazione mondiale delle vocazioni sacerdotali e dei seminari, che, secondo i due studiosi, hanno conosciuto un incremento di oltre 5000 sacerdoti nel 2009, rispetto a un decennio prima.
Negli Stati Uniti molte diocesi devono costruire nuovi seminari o aggiungerli alle loro strutture già esistenti, per fare spazio all’aumento delle vocazioni. Il libro cita un’intervista al cardinale Sean O’Malley in cui il porporato afferma che al suo arrivo alla diocesi di Boston, nel 2003, era stato sollecitato da qualcuno a chiudere il seminario, essendovi soltanto 25 studenti. Attualmente i seminaristi sono 70 e alcuni di loro sono stati trasferiti in altre diocesi per mancanza di spazio.
Ci sono comunque notevoli differenze tra le diocesi per quanto riguarda il numero di seminaristi e di ordinazioni. Il saggio prende in considerazione una serie di fattori, tra cui la percentuale di Cattolici in una data area, fattori etnici e socio-economici.
In definitiva, il fattore più importante non è nessuno di quelli elencati, ma è piuttosto l’attitudine teologica del vescovo e del suo ‘staff vocazionale’.
Più un vescovo difende il magistero della Chiesa, “più grande è il frutto delle vocazioni al sacerdozio nella diocesi guidata da quel vescovo”, affermano gli autori.
Un altro capitolo del libro esamina l’importanza di una solida formazione nei seminari. “Sia l’ortodossia (principi giusti), sia l’ortoprassi (pratica giusta) sono fondamenta imprescindibili per il successo dei seminari”, spiegano gli autori.
Il libro cita vari esempi di seminari in crescita – Washington DC, Boston, Lincoln, Denver – e conclude che un fattore comune, in tutti i casi, è la lealtà del vescovo al Magistero e il suo diretto interesse alle vocazioni e ai seminari.
“Nella misura in cui ogni vescovo continua a creare una cultura di vocazione alla santità – coinvolgendo se stesso personalmente e direttamente nello sforzo di coltivare le vocazioni – i giovani rispondono a quella chiamata”, osservano Hendershott e White.
Nelle conclusioni del libro, i due studiosi sottolineano anche che vi sono aree dove sono necessari ulteriori sforzi per perseverare nell’obiettivo del rinnovamento nella Chiesa. Molte delle grandi università cattoliche, osservano, “sono rimaste intrappolate nel progressismo degli anni ’60 e ’70, che domina le accademie e i sistemi di possesso”.
Inoltre, i numerosi argomenti correlati alle tecnologie riproduttive rappresentano una grande sfida in termini di presentazione effettiva  dell’insegnamento della Chiesa e, al tempo stesso, del non allontanamento dei fedeli dalla Chiesa.
C’è poi un’ulteriore sfida, quella della difesa della libertà religiosa contro l’invasività delle leggi e delle norme governative.
Oggi abbiamo davvero il vantaggio di una nuova generazione di vescovi, sacerdoti e laici che sono più inclini ad accettare l’insegnamento della Chiesa, rispetto alla precedente generazione di cattolici.
In un capitolo sui vescovi, che evidenzia numerosi presuli che hanno avuto un forte impatto, Henderscott e White spiegano che abbiamo bisogno di una leadership trasformazionale in modo che un vescovo si impegni con i suoi sacerdoti e fedeli, a sostenere l’insegnamento della Chiesa e fare una chiamata alla santità.
“Giovanni Paolo II ci ha insegnato che la Chiesa non intende imporre valori o principi ma piuttosto proporre un modo migliore per promuovere la prosperità umana di ogni persona”, affermano gli autori nel loro capitolo conclusivo.
Si tratta certamente di un messaggio che è stato proclamato anche da papa Francesco: “Ogni esperienza autentica di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri” (cfr. Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, 9).
Nessuno può dubitare che sono in atto sfide molto serie nei confronti della Chiesa ma che possono essere affrontate e vinte.

John Flynn, L.C.