Sala stampa vaticana: Conclusione Concistoro straordinario
Nel pomeriggio di oggi, dalle 16.30 alle 18.45, ha avuto luogo l’ultima parte del Concistoro straordinario, con la continuazione degli interventi dei cardinali.
In tutto il concistoro sono intervenuti 69 cardinali, trattando un’ampia gamma di temi a proposito della famiglia. L’assemblea si è svolta e conclusa in un clima di grande serenità e soddisfazione da parte di tutti i presenti per l’ampiezza e la profondità degli interventi.
Il Santo Padre ha fatto un breve intervento conclusivo ringraziando tutti i partecipanti ed esprimendo la convinzione che il Signore ha condotto la Chiesa ad affrontare il tema del Vangelo della famiglia e che la accompagnerà nel cammino che, avviato con questo passo importante del Concistoro, continuerà con il Sinodo nel corso di quasi due anni. Ha invitato tutti a pregare il Signore per questa intenzione e per lui.
In tutto il concistoro sono intervenuti 69 cardinali, trattando un’ampia gamma di temi a proposito della famiglia. L’assemblea si è svolta e conclusa in un clima di grande serenità e soddisfazione da parte di tutti i presenti per l’ampiezza e la profondità degli interventi.
Il Santo Padre ha fatto un breve intervento conclusivo ringraziando tutti i partecipanti ed esprimendo la convinzione che il Signore ha condotto la Chiesa ad affrontare il tema del Vangelo della famiglia e che la accompagnerà nel cammino che, avviato con questo passo importante del Concistoro, continuerà con il Sinodo nel corso di quasi due anni. Ha invitato tutti a pregare il Signore per questa intenzione e per lui.
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(Salvatore Izzo) "Adelante, Pedro, con juicio". Grande estimatore dei "Promessi sposi", Papa Francesco conosce bene queste parole che Manzoni fa dire al cancelliere Ferrer in un momento critico (l'attraversamento di una folla in rivolta). Un suggerimento che in realta' sintetizza bene lo stato dell'arte dei due dossier aperti per volonta' del Pontefice alla vigilia del suo primo Concistoro ordinario, nel quale conferira' la porpora a 19 nuovi cardinali, 16 dei quali possibili elettori. Il primo riguarda la riorganizzazione della Curia Romana e dell'Istituto Opere di Religione, nella direzione della massima sobrieta' e trasparenza (con la proposta formulata dal Consiglio degli 8 cardinali di fusioni tra organismi simili, che nel caso dello Ior rappresenterebbe di fatto un accorpamento nell'Apsa, cioe' una cancellazione dell'autonomia della Banca Vaticana coinvolta da piu' di trent'anni in scandali ricorrenti).
Ma il cambiamento davvero epocale che sta maturando nella Chiesa di Papa Francesco e' la possibile riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti, al termine del "cammino sinodale" iniziato con il Concistoro straordinario che si e' concluso stasera, e che si protrarra' per due anni circa. Quale sia la direzione verso la quale si stanno incamminando il Papa lo testimonia la scelta di Bergoglio di affidare al cardinale tedesco Walter Kasper la relazione di base dell'incontro: il possibile ripristino della via penitenziale attraverso la quale nella chiesa primitiva i cristiani che, pur essendo ancora in vita il loro primo partner vivevano un secondo legame, erano ammessi all'Eucaristia dopo un tempo di penitenza.
Ma il cambiamento davvero epocale che sta maturando nella Chiesa di Papa Francesco e' la possibile riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti, al termine del "cammino sinodale" iniziato con il Concistoro straordinario che si e' concluso stasera, e che si protrarra' per due anni circa. Quale sia la direzione verso la quale si stanno incamminando il Papa lo testimonia la scelta di Bergoglio di affidare al cardinale tedesco Walter Kasper la relazione di base dell'incontro: il possibile ripristino della via penitenziale attraverso la quale nella chiesa primitiva i cristiani che, pur essendo ancora in vita il loro primo partner vivevano un secondo legame, erano ammessi all'Eucaristia dopo un tempo di penitenza.
Questa idea - contenuta nella relazione Kasper - puo' rappresentare la via d'uscita dall'attuale divieto che di fatto esclude dalla vita sacramentale non solo i divorziati risposati ma anche i loro figli, cioe' intere generazioni. "Ieri prima di dormire, ma non per addormentarmi, ho letto e riletto il lavoro del cardinale Kasper: vi ho trovato una profonda teologia e anche serena. E' un piacere leggere una teologia serena, nella quale c'e' quello che Sant'Ignazio chiama 'sensus ecclesiae', cioe' l'amore alla Chiesa. Questo mi ha fatto bene, ma non voglio farla vergognare eminenza: la mia idea e' che questo si chiama fare teologia in ginocchio", ha detto Papa Francesco in apertura della terza sessione del Concistoro straordinario. Tuttavia non sono mancate anche prese di posizione conservatrici: alle aperture di Kasper ha replicato ad esempio il cardinale Giovanni Battista Re in un'intervista. "Non ritengo - ha detto il prefetto emerito della Congregazione per i vescovi - che sia possibile rivedere l'esclusione dai sacramenti dei divorziati risposati. Non si puo' cambiare una situazione oggettiva". Su circa 60 cardinali intervenuti, pero', posizioni cosi' radicali sono state poche. Ma di peso, tanto che sulla questione, secondo il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, "non c'e' da aspettarsi un orientamento unitario ma un incoraggiante introduzione al cammino del Sinodo". "Il Concistoro non intende minimamente condizionare o prefigurare quanto decidera' il Sinodo nelle sue due assemblee previste nel 2014 e nel 2015", ha precisato ancora padre Lombardi auspicando che anche il Sinodo riesca "a lavorare con questa larghezza di orizzonti tenendo insieme la fede al mandato di Cristo e l'attenzione pastorale alle persone". "In questo senso - ha aggiunto - debbo dare atto ad un'esperienza che mi sembra positiva". Lombardi ha anche aggiunto che accanto alla questione della riammissione alla comunione eucaristica dei divorziati, "sono stati trattati piu' marginalmente altri temi come le problematiche pastorali dell'immigrazione e la situazione delle famiglie dove i cristiani sono minoranza religiosa". (AGI)
Il contesto "attuale" al quale fanno riferimento sia il Concistoro straordinario che il Sinodo e quello di una comunita' ecclesiale dove "c'e' molta sofferenza espressa soprattutto da coloro che si sentono esclusi o abbandonati dalla Chiesa, per trovarsi in uno stato di vita che non corrisponde alla sua dottrina e alla sua disciplina", ha spiegato da parte sua il segretario del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, commentando sull'Osservatore Romano le risposte al questionario sulla famiglia voluto da Papa Francesco.
Dalle risposte, ha rilevato il neo cardinale Baldisseri, "risalta l'urgenza di prendere coscienza delle realta' vissute dalla gente, di riprendere il dialogo pastorale con le persone che si sono allontanate per diverse ragioni interne alla Chiesa e esterne della societa'". "La panoramica - rileva il segretario del Sinodo - e' mondiale; pertanto, giocano fattori culturali messi a confronto con la fede cristiana e si rilevano elementi che convergono, provenienti spesso da orizzonti culturali e tradizionali lontani o addirittura opposti. Con l'iniziativa sinodale - pero'- si e' aperto un cammino di fiducia per molti che l'avevano persa. La figura di papa Francesco comprova giorno dopo giorno un nuovo approccio umano e cristiano, che dispone le persone all'ascolto e all'accoglimento di cio' che e' bene per loro".
Papa Francesco intanto e' tornato oggi a parlare in senso critico della "casistica" cioe' di quella parte della teologia morale che tende a staccarsi dai principi per risolvere le situazioni concrete. L'intento era chiarire bene quanto aveva detto ieri aprendo il Concistoro straordinario e dunque la riflessione sinodale che portera' probabilmente alla riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati.
Bergoglio chiede cioe' di non staccare il Vangelo dalla vita e dunque di rispondere all'attesa dei divorziati valutando effettivamente se si applichi anche a loro - e in che modo cio' sia concretamente possibile - il messaggio di misericordia di Gesu'.
"Nel Vangelo - ha spiegato Papa Francesco nell'importante omelia di questa mattina - si trovano due segni rivelatori di chi sa quello che si deve credere ma non ha fede. Il primo segno e' la 'casistica', rappresentato da coloro che domandavano a Gesu' se fosse lecito pagare le tasse o quale dei sette fratelli del marito avrebbe dovuto sposare la donna rimasta vedova. Il secondo segno e' l'ideologia". Papa Francesco ieri aveva pronunciato parole molto importanti: "Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali". "Facciamolo - ha raccomandato infine - con profondita' e senza cadere nella 'casistica', perche' farebbe inevitabilmente abbassare il livello del nostro lavoro". "A quel tempo - infatti - c'erano gli gnostici, e nel tempo ci saranno tanti. E cosi', questi che cadono nella casistica o questi che cadono nell'ideologia sono cristiani che conoscono la dottrina ma senza fede, come i demoni. Con la differenza che quelli tremano, questi no: vivono tranquilli".
Il contesto "attuale" al quale fanno riferimento sia il Concistoro straordinario che il Sinodo e quello di una comunita' ecclesiale dove "c'e' molta sofferenza espressa soprattutto da coloro che si sentono esclusi o abbandonati dalla Chiesa, per trovarsi in uno stato di vita che non corrisponde alla sua dottrina e alla sua disciplina", ha spiegato da parte sua il segretario del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, commentando sull'Osservatore Romano le risposte al questionario sulla famiglia voluto da Papa Francesco.
Dalle risposte, ha rilevato il neo cardinale Baldisseri, "risalta l'urgenza di prendere coscienza delle realta' vissute dalla gente, di riprendere il dialogo pastorale con le persone che si sono allontanate per diverse ragioni interne alla Chiesa e esterne della societa'". "La panoramica - rileva il segretario del Sinodo - e' mondiale; pertanto, giocano fattori culturali messi a confronto con la fede cristiana e si rilevano elementi che convergono, provenienti spesso da orizzonti culturali e tradizionali lontani o addirittura opposti. Con l'iniziativa sinodale - pero'- si e' aperto un cammino di fiducia per molti che l'avevano persa. La figura di papa Francesco comprova giorno dopo giorno un nuovo approccio umano e cristiano, che dispone le persone all'ascolto e all'accoglimento di cio' che e' bene per loro".
Papa Francesco intanto e' tornato oggi a parlare in senso critico della "casistica" cioe' di quella parte della teologia morale che tende a staccarsi dai principi per risolvere le situazioni concrete. L'intento era chiarire bene quanto aveva detto ieri aprendo il Concistoro straordinario e dunque la riflessione sinodale che portera' probabilmente alla riammissione ai sacramenti dei divorziati risposati.
Bergoglio chiede cioe' di non staccare il Vangelo dalla vita e dunque di rispondere all'attesa dei divorziati valutando effettivamente se si applichi anche a loro - e in che modo cio' sia concretamente possibile - il messaggio di misericordia di Gesu'.
"Nel Vangelo - ha spiegato Papa Francesco nell'importante omelia di questa mattina - si trovano due segni rivelatori di chi sa quello che si deve credere ma non ha fede. Il primo segno e' la 'casistica', rappresentato da coloro che domandavano a Gesu' se fosse lecito pagare le tasse o quale dei sette fratelli del marito avrebbe dovuto sposare la donna rimasta vedova. Il secondo segno e' l'ideologia". Papa Francesco ieri aveva pronunciato parole molto importanti: "Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali". "Facciamolo - ha raccomandato infine - con profondita' e senza cadere nella 'casistica', perche' farebbe inevitabilmente abbassare il livello del nostro lavoro". "A quel tempo - infatti - c'erano gli gnostici, e nel tempo ci saranno tanti. E cosi', questi che cadono nella casistica o questi che cadono nell'ideologia sono cristiani che conoscono la dottrina ma senza fede, come i demoni. Con la differenza che quelli tremano, questi no: vivono tranquilli".
Agi
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SARAIVA MARTINS: CONCISTORO, FAMIGLIA, DOTTRINA E PRASSI – di GIUSEPPE RUSCONI
Intervista al cardinale José Saraiva Martins sul Concistoro dedicato al tema della famiglia. Riflessione ampia a più voci, ma nessuno ha chiesto di modificare la dottrina sociale della Chiesa. La famiglia è iscritta prima di tutto nel cuore dell'uomo, poi è anche uno dei valori fondamentali del cattolicesimo. Divorziati risposati: la dottrina non permette che siano ammessi alla Comunione. Divorziati che hanno subito il divorzio, non per loro colpa: il Sinodo cercherà di trovare una soluzione che salvaguardi i principi della dottrina coniugandoli con una prassi che non escluda.
Dalla finestra dell’appartamento si osserva il viavai di piazza San Pietro. Siamo a colloquio con il cardinale portoghese José Saraiva Martins - già rettore dell’Urbaniana, segretario dell’Educazione cattolica e prefetto delle Cause dei Santi - sui contenuti dell’incontro cardinalizio di giovedì e venerdì sul tema della famiglia.
Eminenza, perché un Concistoro sulla famiglia?
Il Papa ha colto l’occasione della creazione di 19 nuovi porporati per farla precedere da un incontro del collegio cardinalizio su un argomento decisivo: la famiglia. Il motivo è semplice: quest’anno e il prossimo la Chiesa è stata chiamata da papa Francesco a riflettere proprio su tale tema. Sono appena rientrati i ‘questionari’ in materia inviati in autunno a tutte le diocesi, così da possibilmente coinvolgere consacrati e laici di tutto il mondo: i risultati saranno noti a breve. A ottobre, per discutere dello stesso tema, converranno a Roma vescovi da ogni continente e così accadrà anche nell’ottobre del 2015. Dunque il Concistoro è stato pensato come una prima possibilità di riflessione cardinalizia in vista del Sinodo.
Una riflessione feconda?
Per quanto ho ascoltato, sicuramente sì. Si sono tenuti ben presenti sia l’importanza che la problematicità odierna del tema.
Sulla concezione di famiglia Chiesa cattolica e società sembrano divergere in misura rilevante…
Purtroppo sono in contrasto. La famiglia, come ha detto papa Francesco, “oggi è disprezzata, maltrattata”. E’ un grave errore anche dal punto di vista della società, che proprio sulla tenuta della famiglia fonda il suo futuro. La famiglia è però fondamentalmente un’istituzione umana, senza un colore originario particolare, come si è visto anche recentemente…
.. per esempio in Francia, dove, accanto a centinaia di migliaia di cattolici, hanno sfilato contro la legge sul ‘matrimonio gay’ molti protestanti, ebrei, musulmani, non credenti.
Tale mobilitazione è stata una nuova dimostrazione di quanto si diceva.
Nel saluto il Papa ha ribadito che non si tratta di cambiare la dottrina della Chiesa, ma di cercare le vie di un accompagnamento pastorale “da attuare nelle condizioni odierne”. Che non sono certo facili…
La dottrina sociale resta fondamentale. Cristo del resto non è venuto a insegnarci nuove verità, ma a evidenziare quelle verità che sono iscritte da sempre nel cuore dell’uomo. La famiglia è una di queste. Dio ha creato l’uomo e la donna, maschio e femmina, tesi in quanto coppia alla procreazione. E su questo non si può cambiare. Nessuna voce nel Concistoro si è levata per sollecitare modifiche a tale legge autenticamente umana e dunque cristiana. E nessuna ha evidenziato il tema delle unioni tra persone dello stesso sesso.
Da una parte la dottrina che resta invariata; dall’altra la sua applicazione che alcuni (specie nel mondo germanico) vorrebbero flessibile nel mondo di oggi. Ne ha parlato nella relazione introduttiva il cardinale Kasper, riflettendo in particolare sulla possibilità che i divorziati risposati possano ricevere la Comunione…
Il tema è stato citato anche in alcuni interventi in aula. Sarà però il Sinodo a trattare l’argomento in profondità. Compito del Concistoro era solo di preparare la via. Certo i principi sono chiarissimi. Non si può, secondo la dottrina sociale della Chiesa, riammettere i divorziati risposati alla Comunione. Ci sono però dei casi particolari in cui le domande premono.
Ci faccia un esempio…
Un coniuge ha dovuto subire un divorzio che non voleva. Vorrebbe di cuore poter ricevere la Comunione, ma oggi non può. Di per sé è vittima, non è colpevole del divorzio. E’ spontaneo allora pensare: perché negargli la Comunione? Penso che il Sinodo possa trovare qui una soluzione che riesca a conciliare la norma con il giusto accompagnamento pastorale di un caso come questo.
Nella relazione introduttiva si è affacciata come ipotesi di studio anche quella della via del sacramento della Penitenza per una eventuale riammissione del divorziato risposato alla Comunione…
Il caso qui è molto complesso. Che significa ‘pentimento’? In che cosa deve consistere? Come si può verificare? Il divorziato deve rinunciare alla nuova sposa, ipotesi che appare irrealistica? Qui sembra veramente difficile riuscire a conciliare dottrina e prassi.
www.rossoporpora.org