lunedì 24 febbraio 2014

Partita la sfida di Matteo


Sfidare Renzi sulla questione educativa
di Robi Ronza
Non c’è dubbio che Matteo Renzi costituisca una grossa novità nel panorama della vita pubblica del nostro Paese. A titolo di personale verifica e diretta valutazione consiglio a chi non ha avuto modo di seguire la diretta del suo discorso di ieri in Senato di andarselo a rivedere e sentire (in tutto o in parte) sui vari archivi di programmi televisivi cui oggi qualsiasi utente di Internet può accedere.

Sulla carta il profilo suo e dei suoi non sarebbe molto diverso da quello di Letta e dei suoi. Si tratta in entrambi i casi di eredi, seppur l’uno indiretto e l’altro diretto, della sinistra democristiana che, per uno di quei paradossi di cui la storia non è avara, dopo esser nata e vissuta all’ombra dell’egemonia socio-culturale del Pci, e al traino della sua politica, oggi è alla guida di ciò che ne resta. Ferma restando tale come matrice, l’età, l’esperienza formativa e quella pubblica fanno del Peter Pan Matteo Renzi un personaggio del tutto diverso dal crepuscolare Enrico Letta. E lo stesso vale per quella parte del suo governo che si compone di persone scelte e nominate da lui.

Anche il fatto che Renzi e altri di tale gruppo abbiano alle spalle un’esperienza nello scautismo cattolico fa una certa differenza. E’ un’esperienza abbastanza ben fondata in quanto ai principi di fondo, anche se poi in genere s’intreccia con una cultura umanitaria laica di matrice anglo-sassone che con la visione del mondo cristiana ha legami deboli e talvolta casuali. Ciononostante un presidente del Consiglio incaricato che apre il suo discorso richiamando a un valore civile di primaria radice cristiana come la fiducia reciproca, e che poi per inciso accenna a un incontro da lui fatto all’uscita dalla Messa domenicale, nei tanti decenni di governi dc non s’era mai visto.
Renzi ha fatto un discorso mai allusivo, anzi sempre diretto, tra l’altro impegnandosi in modo chiarissimo a far pagare allo Stato tutti i debiti che ha con le imprese nonché a procedere a una riduzione a due cifre del cosiddetto cuneo fiscale. Se ci riuscirà, come tutti dobbiamo sperare, già questo basterà a farlo passare alla storia.

Riguardo poi alle questioni rispettivamente dei cosiddetti “diritti” (ovvero dei presunti diritti civili specifici degli omosessuali) e del riconoscimento ipso facto della cittadinanza ex jure soli ai figli nati in Italia da genitori stranieri ha detto cose un po’ diverse da quello che alcuni giornali e telegiornali gli stanno facendo dire. Rispettivamente sui “diritti” si è impegnato solo a novità che siano condivise da tutta la sua maggioranza, e riguardo alla cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia ha alluso a criteri che si possono  condividere o meno, ma che non c’entrano affatto con lo jus soli.
Rimandando a future occasioni l’ulteriore approfondimento di queste due questioni, mi soffermo qui sul rilievo centrale che nel suo discorso, e quindi nel suo programma, ha attribuito alla scuola. Affermandola come strumento fondamentale per la rinascita del nostro Paese ha sottolineato valori e indicato obiettivi che sono evidentemente impraticabili e irraggiungibili nel quadro del nostro attuale sistema scolastico, caratterizzato dal monopolio statale della scuola pubblica gratuita. Un monopolio statale che, come sempre accade in questi casi, spreca enormi risorse e ha quale primo e fondamentale scopo non il miglior servizio possibile agli utenti, bensì la difesa corporativa degli interessi di  coloro che su di esso vivono; e ciò anche a prescindere dalla qualità del servizio erogato. Proprio perché dunque in Renzi a mio avviso c’è del buono, su questioni del genere occorre sfidarlo e tallonarlo senza tregua.

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"Renzi, dacci un sottosegretariato alla famiglia"

L'appello del Forum delle Associazioni Familiari al nuovo presidente del Consiglio

Nel corso dell’assemblea dell’Osservatorio per la famiglia di giovedi scorso, il presidente del Comitato scientifico, Stefano Zamagni, ha annunciato che l’attesa Conferenza nazionale sulla famiglia si potrebbe tenere a Roma il prossimo 15 maggio, Giornata internazionale della famiglia
«Ci auguriamo che sia veramente possibile celebrare in questo modo una solenne occasione da sempre negletta in Italia», commenta Francesco Belletti, presidente del Forum. «Ma ci auguriamo soprattutto che la Conferenza si tenga veramente. I troppi ritardi e rinvii, uniti ad un clima anti-familiare che si respira nel nostro Paese, sembravano giustificare paure e sospetti.
«La nomina di un responsabile di governo almeno al livello di sottosegretario con delega esplicita alla famiglia sarebbe il modo migliore per rasserenare gli animi e per mettere mano ad azioni concrete, dopo troppe parole rimaste solo sulla carta.
«La presenza nel governo di un responsabile politico consentirà finalmente all’associazionismo di verificare con la lente delle famiglie, ed in particolare delle famiglie con figli, tutti i temi che l’esecutivo dovrà affrontare, a cominciare da alleggerimento fiscale, welfare, educazione, giovani. E sarà possibile verificare anche - conclude Belletti - la road map migliore per arrivare alla Conferenza che, a fronte di un chiaro impegno politico del governo, potrebbe anche slittare a dopo l’estate».
Zenit