venerdì 25 aprile 2014

Due santi amici degli ebrei

Wojtyla in Israele (2000)


I media israeliani: si canonizzano due Papi che possono essere annoverati fra quelli che hanno fatto di più per migliorare i rapporti fra cristiani e il popolo dell’Alleanza

MARCO TOSATTIROMA

I giornali israeliani di questi giorni contengono commenti positivi sulla celebrazione che avrà luogo domenica mattina in San Pietro, sottolineando che verranno elevati agli onori della canonizzazione due pontefici che certamente possono essere annoverati fra quelli che hanno fatto di più per migliorare i rapporti fra cristiani - cattolici in particolare, ovviamente, e il popolo dell’Alleanza.

“Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, che saranno fatti santi domenica - scrive Ynews - hanno fatto così tanto per mettere fine a duemila anni di antisemitismo cattolico che un’organizzazione dei diritti umani ebraica li chiama ‘eroi del popolo ebraico’”.

Giovanni XXIII è ricordato con affetto dalla comunità ebraica della Capitale, la più antica della “Diaspora”, così antica da godere di una proprio particolare tradizione liturgica ben anteriore alla distruzione del “Tempio” nel 70 d.C. a causa di un episodio particolare: quando passando in automobile davanti alla sinagoga, sul lungotevere, si fermò, e salutò e parlò con le persone che stavano uscendo dal tempio.

Di Roncalli si ricorda il ruolo, quando era nunzio a Istanbul, per ottenere visti, e falsi certificati di battesimo per gli ebrei che provenivano dai Balcani e fare in modo che potessero raggiungere la Turchia prima e poi la Palestina, allora sotto controllo britannico. Da Papa fece cancellare la frase “perfidi giudei” dalle preghiere del Venerdì Santo. “Durante la guerra l’arcivescovo Angelo Roncalli è stato importantissimo nel salvare la vita di un grande numero di ebrei bulgari, ungheresi e di altre nazionalità” ha dichiarato Menachem Rosensaft professore alla Columbia e Cornell University, e figlio di due sopravvissuti all’Olocausto.

E soprattutto nel mondo ebraico gli si attribuisce il merito di aver lanciato il Concilio Vaticano II che produsse la “Nostra aetate”, quello che la stampa israeliana definisce oggi “una pietra miliare” per aver ripudiato “il concetto antico di duemila anni della responsabilità collettiva per la morte di Gesù”. “Nostra Aetate ha introdotto cambiamenti sorprendenti nelle relazione ebraico-cattoliche nel mondo - la citazione è del rabbino David Rosen, direttore internazionale del Comitato ebraico americano per gli affari inter-religiosi - anche se il grado di approfondimento dipendeva dal fatto se i cattolici e gli ebrei vivevano o no fianco a fianco”.

Giovanni Paolo II - ricorda la stampa di Israele - è stato il primo papa, dall’evo antico, a mettere piede in un sinagoga, il Tempio maggiore di Roma. Accadde nel 1986, e in quell’occasione definì gli ebrei “i nostri amati fratelli maggiori”. Wojtyla, cresciuto in Polonia con amici ebrei, fu il Papa che stabilì rapporti diplomatici fra la Santa Sede e lo Stato di Israele. E nella sua visita a Gerusalemme si recò al “Muro Occidentale”, il cosiddetto “Muro del Pianto”, e infilò fra le pietre - un gesto comune per i fedeli ebrei - un foglietto di carta, in cui si diceva “profondamente rattristato dal comportamento di quanti nel corso della storia hanno provocato sofferenze ai vostri figli”. “È un gesto che non sarà mai dimenticato” ha detto il rabbino Abarham Cooper, del Centro Simon Wiesenthal. Fra l’altro Wojtyla nel suo testamento ha ricordato l’ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff.

Anche papa Francesco ha rapporti di amicizia consolidati con il popolo ebraico. Fra l’altro è coautore di un libro con il rabbino argentino di Buenos Aires Abraham Skorka. “Sta solidificando il lascito spirituale e umano dei suoi due predecessori - ha detto Rosensaft - canonizzando non solo Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, ma, e questo è forse più importante, i valori che incarnavano”.

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Personalità ebree presenti alle canonizzazioni dei due Papi

(Luis Badilla) Alle canonizzazioni dei due Papi, domani, domenica 27 aprile, sarà presente una delegazione di personalità ebree, circa 20, provenienti dagli Stati Uniti, da Israele, dall'Argentina, dalla Polonia e dalla comunità ebraica di Roma. Tra queste personalità ci sono Michael Schudrich, Rabbino capo di Polonia, il Rabbino David Rosen, Direttore degli affari interreligiosi dell'American Jewish Committee, Oded Wiener, Direttore generale del Gran Rabbinato d'Israele e due amici personali di Papa Francesco: il Rabbino Abraham Skorka del Seminario Rabbinico di Buenos Aires e Claudio Epelman, Direttore esecutivo del Congresso ebreo latinoamericano. La delegazione degli ebrei romani sarà guidata dal Rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni.

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Il Regno
(P. Stefani) Annunciando il breve viaggio in Terra Santa che si terrà il 24-25 maggio prossimi, papa Francesco ha insistito sul suo carattere ecumenico intracristiano: «Al Santo Sepolcro celebreremo un incontro con tutti i rappresentanti delle Chiese cristiane di Gerusalemme (...)

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Les Arabes chrétiens appelés à la conscription par Israël    
AFP - Fait Religieux
 
La radio militaire israélienne a annoncé, mardi 22 avril, une mesure très controversée : l'appel à la conscription pour les arabes israéliens de confession chrétienne. Les Arabes israéliens chrétiens pouvaient jusqu'alors effectuer leur service militaire en se portant volontaire.  (...)