giovedì 26 giugno 2014

Conferenza Stampa di presentazione dell’Instrumentum laboris della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi.

 

Interventi
Sala stampa della Santa Sede
Intervento del Cardinale Lorenzo Baldisseri
Intervento del Cardinale Péter Erdő
Intervento di S.E. Mons. Bruno Forte

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione dell’Instrumentum laboris della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, dal tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, che si svolgerà dal 5 al 19 ottobre 2014. Intervengono alla conferenza l’Em.mo Card. Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; l’Em.mo Card. Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), Relatore Generale della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi; l’Em.mo Card. André Vingt-Trois, Arcivescovo di Paris (Francia), Presidente Delegato; S.E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto (Italia), Segretario Speciale e i coniugi Prof. Francesco Miano e Prof.ssa Pina De Simone, con una loro testimonianza.
Pubblichiamo di seguito gli interventi del Card. Lorenzo Baldisseri, del Card. Péter Erdő e di S.E. Mons. Bruno Forte:

Intervento del Cardinale Lorenzo Baldisseri
In seguito alla convocazione della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, avvenuta l’8 ottobre 2103, sul tema: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione, la Segreteria Generale del Sinodo, nel trascorso di questi otto mesi, ha attivato il processo di preparazione che oggi giunge ad un momento importante. Si tratta della pubblicazione dell’Instrumentum Laboris, che è il risultato dell’inchiesta promossa dal Documento Preparatorio, che includeva un questionario costituito da 39 domande. Com’è noto, il questionario ha ricevuto una positiva accoglienza e un ampio riscontro, sia nel popolo di Dio che nell’opinione pubblica in genere. Nel corso di questo procedimento, da un lato, si è rilevato un grande interesse da parte della gente, dall’altro, agli operatori è stato richiesto un notevole impegno, che ha coinvolto la Segreteria Generale, il Consiglio di Segreteria e numerosi esperti e consultori, attraverso incontri, studi e collaborazioni. Si sono avute tre riunioni del Consiglio di Segreteria; due riunioni Interdicasteriali; la diffusione della Preghiera del Papa per il Sinodo sulla famiglia, avvenuta contemporaneamente nelle tre Basiliche dedicate alla Sacra Famiglia (Nazaret, Loreto e Barcellona); gli interventi del Segretario Generale in numerose occasioni, come celebrazioni, conferenze e simposi. L’Instrumentum Laboris, già distribuito ai Membri di diritto dell’Assemblea sinodale, viene adesso reso pubblico quale risultato delle risposte ed osservazioni agli otto gruppi di domande del questionario, che ha interessato tutte le componenti ecclesiali ed ha avuto ripercussioni stimolanti anche in altri ambienti. Il testo si compone di tre parti, coerenti con le tematiche del Documento Preparatorio. La prima parte, dedicata al Vangelo della famiglia, tratta del disegno di Dio, della conoscenza biblica, magisteriale e della loro ricezione, della legge naturale e della vocazione della persona in Cristo. Il riscontro della scarsa conoscenza dell’insegnamento della Chiesa domanda agli operatori pastorali una maggiore preparazione e l’impegno a favorirne la comprensione da parte dei fedeli, che vivono in contesti culturali e sociali diversi. Le difficoltà che insorgono a proposito della legge naturale possono venir superate mediante un più attento riferimento al mondo biblico, ai suoi linguaggi e forme narrative e alla «proposta di tematizzare e approfondire il concetto, di ispirazione biblica, di “ordine della creazione”, come possibilità di rileggere in modo esistenzialmente più significativo la “legge naturale”» (n. 30). Inoltre, il ruolo della famiglia, «cellula fondamentale della società, il luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri» (EG 66), è spazio privilegiato dei valori come la fratellanza, l’amore, il rispetto e la solidarietà tra le generazioni, ove si promuove la dignità delle persone, superando l’individualismo e contribuendo al bene comune della società. La bellezza della vita familiare, mentre da una parte attinge alla vita trinitaria, come dalla propria sorgente, dall’altra, si specchia nella esistenza umile e laboriosa della Santa Famiglia di Nazaret; nella differenza e nella reciprocità si costruisce uno stile di vita comune, nella relazione di coppia e con i figli. Oggi appare quanto mai urgente l’accompagnamento del nuovo desiderio di famiglia che si accende nelle giovani generazioni. La seconda parte affronta le sfide pastorali inerenti alla famiglia, quali la crisi della fede, le situazioni critiche interne, le pressioni esterne ed altre problematiche. Alla responsabilità dei pastori compete la preparazione al matrimonio, oggi sempre più necessaria, perché i nubendi maturino la loro scelta come personale adesione di fede al Signore, per edificare la loro famiglia su solide basi. Alcune situazioni familiari risentono di difficoltà di relazione all’interno della coppia e altre dalle condizioni esterne provocate da fattori economici, sociali e culturali che influiscono in modo negativo sulla famiglia (guerre, povertà, abusi, violenze, separazioni, migrazioni, poligamia, etc.). Sono poi considerate in maniera particolare le situazioni pastorali difficili, che riguardano le convivenze e le unioni di fatto, i separati, i divorziati, i divorziati risposati e i loro eventuali figli, le ragazze madri, coloro che si trovano in condizione di irregolarità canonica e quelli che richiedono il matrimonio senza essere credenti o praticanti. «Nell’ambito di quelle che possono definirsi situazioni matrimoniali difficili, si celano storie di grande sofferenza, come pure testimonianze di sincero amore» (n. 80). Urge permettere alle persone ferite di guarire e di riconciliarsi, ritrovando nuova fiducia e serenità. Di conseguenza, serve una pastorale capace di offrire la misericordia che Dio concede a tutti senza misura. Si tratta dunque di «proporre, non imporre; accompagnare, non spingere; invitare, non espellere; inquietare, mai disilludere» (n. 109). Il fenomeno delle convivenze e delle unioni di fatto, in crescente diffusione, è motivato da diversificate ragioni, tra cui quelle sociali, economiche e culturali. La Chiesa sente il dovere di accompagnare queste coppie nella fiducia di poter sostenere una responsabilità, come quella del matrimonio, che non è troppo grande per loro. Inoltre, la questione dei divorziati risposati, che vivono con sofferenza la loro condizione di irregolari nella Chiesa, offre una conoscenza reale della loro situazione dalla quale la Chiesa si sente interpellata a trovare soluzioni compatibili con il suo insegnamento, che conducano ad una vita serena e riconciliata. A questo proposito appare rilevante l’esigenza di semplificare e snellire i procedimenti giudiziali di nullità matrimoniale. Altra frequente situazione è quella di coloro che domandano il matrimonio senza una fede esplicita, per diverse ragioni, ai quali la pastorale ecclesiale deve maggiore attenzione, provvedendo a rendere qualitativamente migliori i corsi di formazione al matrimonio e a continuare a seguire i giovani sposi anche dopo le nozze. Circa le unioni tra persone dello stesso sesso si distinguono i contesti in cui la legislazione civile è più o meno favorevole; si evidenzia la cura pastorale delle Chiese particolari verso queste situazioni, comprese le questioni relative ad eventuali figli presenti in esse. La terza parte presenta dapprima le tematiche relative all’apertura alla vita, quali la conoscenza e le difficoltà nella ricezione del Magistero, i suggerimenti pastorali, la prassi sacramentale e la promozione di una mentalità aperta alla vita. Appare comunemente condivisa la percezione poco conosciuta del contenuto dell’enciclica Humanae vitae; in realtà, si fa notare la necessità di presentare il positivo quadro di fondo che la sostiene, che consiste nella paternità e maternità responsabili, alla luce del quale ci si orienti a scegliere il metodo più adeguato per la regolazione delle nascite, in accordo con la tollerabilità fisica e la reale praticabilità. Quanto alla responsabilità educativa dei genitori, emerge la difficoltà nel trasmettere la fede ai figli, che si concretizza nell’iniziazione cristiana; si tratta, infine, dell’educazione cristiana in situazioni familiari difficili, i cui riflessi sui figli si estendono anche alla sfera della fede e alle modalità della celebrazione dei sacramenti. I temi che non sono compresi nel documento - alcuni dei quali sono stati segnalati dalle risposte al n. 9 (varia) del questionario - saranno trattati nell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo del 2015 (4-25 Ottobre), che sarà la terza tappa del cammino di riflessione sulla famiglia, che è iniziato con il Concistoro del 20 febbraio 2014. Il tema dell’Assemblea Generale Ordinaria del 2015: “Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia”. Il documento è consegnato ai Membri di diritto dell’Assemblea sinodale affinché durante il tempo che ci separa dalla celebrazione dell’Assemblea Generale possa essere studiato e valutato dalle rispettive Conferenze Episcopali, per giungere alla presentazione dell’intervento che ciascun Presidente offrirà all’Assemblea, quale apporto specifico ai lavori sinodali. Questo tempo di riflessione è necessario in quanto le Conferenze Episcopali hanno a loro disposizione una panoramica generale delle tematiche che può essere confrontata con le realtà del proprio Paese, così da evidenziare i punti focali su cui avanzare delle proposte pastorali. L’Instrumentum Laboris fornisce una visione della realtà familiare nel contesto attuale, che rappresenta l’inizio di una profonda riflessione il cui sviluppo si realizzerà nelle due tappe previste dalla Assemblea Generale Straordinaria (2014) e da quella Ordinaria (2015), strettamente collegate dal tema della famiglia nella luce del Vangelo di Cristo. I risultati della prima Assemblea Straordinaria saranno utilizzati per la preparazione dell’Instrumentum Laboris della successiva Assemblea Ordinaria, solo dopo la quale verrà pubblicato un Documento finale, sottoposto alle decisioni del Santo Padre. Data l’importanza dell’evento sinodale, in seguito alla Preghiera del Papa per il Sinodo sulla famiglia, lanciata in occasione della Festa della Santa Famiglia, è in programma una Giornata di preghiera per il Sinodo, la domenica 28 settembre, e la adorazione eucaristica quotidiana, durante i lavori sinodali, nella Cappella della Salus Populi Romani della Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. I fedeli sono invitati fin da ora a pregare perché lo Spirito Santo illumini e guidi i Padri sinodali, ed in particolare i monaci e le monache di vita contemplativa. 
Intervento del Cardinale Péter Erdő
1. Seguendo l’indicazione del Santo Padre circa il tema del Sinodo, il presente documento porta il titolo Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione. Sebbene le domande indirizzate agli episcopati del mondo in preparazione al sinodo abbiano cercato di identificare più i problemi legati al lavoro pastorale svolto nei confronti delle famiglie, dalle risposte emergono anche preziosi elementi sulla famiglia come soggetto attivo dell’evangelizzazione. I numeri 139-144 dell’Instrumentum dedicati alla sfida educativa e in modo speciale il numero 161, rispecchiano però l’esperienza e l’apprezzamento delle Chiese locali verso le coppie di sposi che aiutano nell’opera di evangelizzazione o persino nell’accompagnamento di coppie in situazioni d’irregolarità matrimoniale. 2. L’insieme del documento comunque sembra offrire una panoramica della situazione della pastorale delle famiglie a partire da due prospettive. La prima parte si muove a livello della conoscenza e dell’apprezzamento: vale a dire a livello della consapevolezza circa l’insegnamento di Cristo e della Chiesa sul matrimonio, e sulla vera realtà della famiglia secondo il disegno di Dio. Viene fornito un breve riassunto della dottrina cattolica sulla famiglia ai numeri 8-14. Si presenta poi il livello di conoscenza dell’insegnamento della Sacra Scrittura e del Magistero sul matrimonio e sulla famiglia (numeri 15-19). Sembra incoraggiante notare come “l’insegnamento della Bibbia soprattutto dei vangeli e le lettere paoline è oggi più conosciuto” (16). Questo sembra rispecchiare il fatto che le verità più essenziali in questa materia, in fondo sono comunque conosciute e percepite largamente dal popolo di Dio. Meno dettagliata appare invece la conoscenza dei documenti del Magistero. Oltre alla dimensione conoscitiva, il documento preparatorio con le sue domande all’episcopato indagava pure l’accoglienza, l’identificazione con queste verità e l’accettazione “dell’ideale famigliare” da parte dei credenti. Anche se tra i credenti, soprattutto quelli più praticanti e consapevoli delle implicazioni della loro fede, esiste un’accettazione convinta, vi sono tuttavia altri, che rimangono critici o resistenti riguardo a certi aspetti del magistero ecclesiale (22-23). Riguardo alla comprensione della fede, l’Instrumentum laboris tratta del vangelo della famiglia e della legge naturale, dei problemi legati ai loro rispettivi linguaggi e della connessione tra famiglia e vocazione della persona in Cristo. La visione cristiana della famiglia quindi è strettamente collegata con l’antropologia cristiana e con il rapporto personale con Cristo stesso. 3. La seconda parte del documento si muove su un altro livello. Essa si occupa del comportamento reale della gente, e quindi affronta l’aspetto del lavoro pastorale. È in questa parte che sono presentate le cosiddette situazioni critiche. In base alle risposte pervenute, l’elemento marcante a livello sociologico sembra essere il rifiuto più o meno generale delle istituzioni. Da molte regioni del mondo sono giunte risposte secondo le quali la gente si sposa sempre di meno, anche solamente civilmente. Tale fenomeno s’inserisce nel contesto dell’individualismo e del soggettivismo pratico che ormai sembra aver raggiunto larghi ceti delle popolazioni. Le convivenze non istituzionalizzate molto spesso non hanno il carattere di preparazione al matrimonio o prova del matrimonio, ma rappresentano una forma di vita durevole (88-89). La verità della persona umana, il ruolo della comunità nello sviluppo della persona sono però valori apprezzati anche da molti che non sono né cattolici né cristiani. Dopo questa impressione generale, il documento presenta diverse situazioni particolari e difficili, e numerose pressioni esterne a cui devono far fronte le famiglie come il lavoro dipendente dei due genitori (o il lavoro precario), il fenomeno migratorio, la povertà, il consumismo, le guerre e altre circostanze ancora. Mentre in alcuni paesi, si parla di una “sofferenza causata dal non ricevere i sacramenti” da parte di divorziati risposati civilmente (98), in diversi altri paesi alla questione “che cosa chiedono i divorziati risposati alla Chiesa?” la risposta più frequente è che essi non chiedono nulla, perché o non sanno che non possono partecipare ai sacramenti o si sono mostrati indifferenti sia prima che dopo il matrimonio civile invalido dal punto di vista ecclesiale. 4. Esiste un’esperienza speciale che riguarda persone, che pur essendo state cattoliche battezzate, non si erano mai occupate realmente della loro fede e che soltanto dopo un matrimonio canonico, un successivo divorzio e un altro matrimonio civile cominciano ad arrivare alla fede personale, grazie alla testimonianza di amici, di famiglie cattoliche credenti ecc. Ora queste persone scoprono alla luce della loro fede ‘ritrovata’ che la loro attuale condizione matrimoniale presenta dei problemi nella loro vita ecclesiale. Il loro approccio non è rivendicativo, ma somiglia molto a quello di quanti procedono sul cammino della conversione. Tale cammino può essere pieno di gioie e dolori, ma può e deve essere aiutato dalla comunità dei fedeli.
Intervento di S.E. Mons. Bruno Forte
L’Instrumentum Laboris che presentiamo è frutto della recezione attenta e fedele delle risposte al questionario inviato nello scorso Novembre alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo. Ciò che lo caratterizza in maniera rilevante è l’aderenza alla realtà in tutta la sua varietà e complessità e, di conseguenza, il rigore e l’onestà nel non chiudere gli occhi di fronte ad alcun problema, per quanto inquietante o scomodo esso possa sembrare. I tre grandi ambiti su cui esso propone di sviluppare il dibattito sono quelli richiamati nelle tre parti di cui si compone: il Vangelo della famiglia da proporre nelle circostanze attuali; la pastorale familiare da approfondire di fronte alle nuove sfide; la relazione generativa ed educativa dei genitori nei confronti dei figli. Il primo ambito di temi teologico-pastorali riguarda “il Vangelo della famiglia da proporre nelle circostanze attuali”: esso esprime l’intenzione prioritaria che ha spinto il Santo Padre Francesco a scegliere come oggetto d’indagine e di riflessione per la prossima Assemblea Sinodale la famiglia e l’azione pastorale riguardo ad essa. Se da una parte risulta con piena evidenza una situazione di crisi dell’istituto familiare, dall’altra un desiderio di famiglia è altrettanto chiaramente rilevabile, proprio nelle nuove generazioni. Aspetti della crisi sono quelli connessi alle profonde trasformazioni culturali avvenute un po’ dovunque negli ultimi decenni, con l’abbandono di convinzioni ampiamente condivise in passato come quelle di una “legge naturale”, fondamento dell’ordinata convivenza umana e delle sue forme, in particolare della famiglia, con una “relativizzazione del concetto di natura, che si riflette anche sul concetto di durata stabile in rapporto all’unione sponsale” (n. 24), con la crescita rilevante del numero “di casi di famiglie allargate, soprattutto per la presenza di figli avuti da diversi partners” (n. 28), con la sempre più diffusa “autoreferenzialità della gestione dei propri desideri ed aspirazioni” (n. 29) e la conseguente “privatizzazione” della realtà familiare (cf. n. 33). Non di meno, è innegabile il dato importante che emerge dalle risposte, e cioè che “anche di fronte a situazioni assai difficili, molte persone, soprattutto giovani, percepiscono il valore del legame stabile e duraturo, un vero e proprio desiderio di matrimonio e famiglia, in cui realizzare un amore fedele e indissolubile, che offra serenità per la crescita umana e spirituale” (n. 45). Il desiderio di famiglia è “un vero segno dei tempi, che domanda di essere colto come occasione pastorale” (ib.). Di fronte a questa situazione si avverte in maniera unanime e universale nella Chiesa l’urgenza di “proporre una visione aperta della famiglia, sorgente di capitale sociale, vale a dire, di virtù essenziali per la vita comune” (n. 33), che ne sottolinei “l’importanza per uno sviluppo integrale”, mostrando come essa risulti “fondamentale per la maturazione di quei processi affettivi e cognitivi che sono decisivi per la strutturazione della persona”, e al tempo stesso “sorgente da cui attingere la consapevolezza di essere figli di Dio, chiamati per vocazione all’amore” (n. 43). Il valore umanizzante e socializzante della famiglia si unisce al ruolo decisivo che essa ha per la crescita della persona nella vita di fede e nell’appartenenza attiva alla comunione ecclesiale (cf. quanto il testo afferma in continuità col Magistero della Chiesa, in particolare con gli interventi pontifici degli ultimi decenni: nn. 11ss). Il secondo ambito di temi teologico-pastorali si riferisce alla “pastorale familiare da approfondire di fronte alle nuove sfide”: è il campo sul quale i Padri Sinodali dovranno portare in modo particolare la ricchezza del loro apporto, alla luce del vissuto delle Chiese locali. Il carattere eminentemente pastorale che Papa Francesco intende dare alla prossima Assemblea Sinodale si profila qui in tutta la sua evidenza: non è in discussione la dottrina della Chiesa, più volte ribadita anche negli ultimi anni dai vari interventi magisteriali. La riflessione richiesta è sulle applicazioni pastorali, sul modo di proporre la dottrina (ad esempio a livello di linguaggio: cf. n. 30), di accompagnarne la recezione e la pratica, di mostrarne in maniera chiara le potenzialità umanizzanti a fronte di una diffusa non conoscenza o incomprensione (cf. n. 17-19). Si sottolinea, inoltre, come l’agire pastorale della Chiesa nei confronti delle persone in situazioni familiari difficili o irregolari debba riflettere lo sguardo di misericordia con cui il Padre celeste guarda e ama ciascuno dei suoi figli: “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre. […] la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa” (Evangelii Gaudium 47). Di conseguenza, verso chi vive realtà che comportano grande sofferenza “la vera urgenza pastorale è quella di permettere a queste persone di curare le ferite, di guarire e di riprendere a camminare insieme a tutta la comunità ecclesiale” (n. 80). Tutto questo non ha nulla a che vedere con lo slogan banalizzante di “divorzio cattolico”, di cui alcuni hanno parlato in rapporto a quanto il Sinodo potrà proporre: la medicina della misericordia non è mai finalizzata a favorire i naufragi, ma sempre e solo a salvare la barca sul mare in tempesta e a dare ai naufraghi l’accoglienza, la cura e il sostegno necessari. Se non si comprende questa fondamentale intenzione, si equivocherà irrimediabilmente quanto il Sinodo potrà dire sulla situazione dei separati, dei divorziati, dei divorziati risposati, delle convivenze, delle unioni di fatto, o delle unioni fra persone dello stesso sesso. Tutti temi su cui si chiede la riflessione e il contributo dei Padri Sinodali e - specialmente nella fase intermedia fra l’Assemblea Straordinaria dell’Ottobre 2014 e quella Ordinaria dell’Ottobre 2015 - di tutte le componenti del popolo di Dio in ogni Chiesa locale. Il terzo ambito di temi teologico-pastorali riguarda “la relazione generativa ed educativa dei genitori nei confronti dei figli”: esso comprende la problematica della denatalità, il valore della vita e la cosiddetta “sfida educativa”. “In alcune zone del mondo, la mentalità contraccettiva e la diffusione di un modello antropologico individualistico determinano un forte calo demografico, le cui conseguenze sociali e umane non vengono tenute adeguatamente in considerazione. Le politiche di denatalità cambiano la qualità del rapporto tra i coniugi e la relazione tra le generazioni. “Pertanto, nell’ambito della responsabilità pastorale della Chiesa s’impone una riflessione su come poter sostenere una mentalità maggiormente aperta alla vita” (n. 130). Su questa sfida si gioca il futuro stesso dell’umanità, e l’impegno della comunità cristiana in questo campo assume più che mai la rilevanza di un servizio fondamentale alla causa dell’uomo e del suo destino. L’Instrumentum Laboris invita in proposito a riscoprire il messaggio della Humanae Vitae, l’Enciclica di Paolo VI tanto contestata, quanto incompresa o poco conosciuta: essa, afferma il testo, “ha avuto un significato profetico nel ribadire l’unione inscindibile tra l’amore coniugale e la trasmissione della vita” (n. 122). La Chiesa è chiamata ad annunciare la fecondità dell’amore, la profondità e la ricchezza della generazione dei figli, che rende l’uomo collaboratore dell’amore creatore di Dio. Il valore della vita viene affermato dalla comunità cristiana tanto a sostegno del valore sacro della sua trasmissione, quanto nell’impegno educativo, che porta la persona ad apprezzarne fino in fondo il senso e la bellezza: “L’educazione consiste in una introduzione ampia e profonda nella realtà globale e in particolare nella vita sociale, ed è responsabilità primaria dei genitori, che lo Stato deve rispettare, custodire e promuovere” (n. 132). L’impegno a favore della vita è inscindibile da quello educativo, quasi due aspetti dell’unico dovere radicale di accogliere e comunicare il dono d’esistere che il Creatore fa alla creatura. Nel rispondere alla sfida educativa l’Instrumentum recepisce in particolare una istanza decisiva, registrabile dovunque la Chiesa opera al servizio del Vangelo: quella dell’accoglienza. “Il rispetto, l’apertura benevola e l’ascolto dei bisogni umani e spirituali si dimostrano attitudini fondamentali per creare un ambiente favorevole e adatto alla comunicazione del messaggio evangelico” (n. 146). In conclusione, si può osservare come l’immagine di Chiesa che risulta dall’Instrumentum e che il Sinodo sulla famiglia è chiamato a mostrare nel vivo delle scelte pastorali da compiere, sia quella della Madre impegnata a generare, accompagnare e sostenere tutti i figli di Dio, nessuno escluso, facendosi volto per ciascuno di essi dell’infinita misericordia del cuore divino. Una Chiesa non auto-referenziale, ma “in uscita”, al servizio di tutto l’uomo in ogni uomo, per la salvezza di ogni creatura e proprio così protesa a celebrare la gloria di Dio: “Nell’impegno pastorale per la famiglia si vede all’opera una interessante reciprocità tra la responsabilità dei pastori e i diversi carismi e ministeri nella comunità ecclesiale. Le esperienze più positive si hanno proprio quando avviene questa sinergia. Contemplando l’impegno di tanti fratelli e sorelle per la pastorale della famiglia, si possono immaginare forme nuove di presenza effettiva della Chiesa, che ha il coraggio di ‘uscire’ da sé perché animata dallo Spirito” (n. 50). È questa Chiesa “in uscita” che il Sinodo vorrebbe mostrare in azione e sostenere nel suo impegno di amore al servizio della famiglia e di quanti vivono ferite connesse alla prova o al fallimento dell’unione familiare.