mercoledì 23 luglio 2014

Con il cuore che ascolta



Meditazione di fratel Alois. 


«Quando soffriamo, attendiamo la guarigione o l’aiuto materiale ma abbiamo anche bisogno di incontrare un cuore che ascolta e che comprende. Possiamo trovarvi speranza e a volte sollievo per la nostra sofferenza». Lo scrive fratel Alois, priore di Taizé, in una meditazione pubblicata sul sito in rete della comunità e intitolata Des visites pour entretenir une flamme d’espérance. Le visite a cui si riferisce Alois sono agli stranieri, ai malati, ai bambini abbandonati. Incoraggia i giovani a farne, durante l’anno, guardandosi intorno, per nutrire quella solidarietà che comincia con l’«umanizzazione dei cuori», con il «portare calore nel freddo che tenta di invadere le nostre società». Cristo, del resto, «si è identificato con i più poveri, là ci aspetta, a quello ci chiama. State certi che è un cammino di gioia profonda».
Il priore racconta di un toccante incontro avuto nel mese di maggio in Messico, durante uno dei tanti raduni organizzati dalla comunità. Con Consuelo, una donna che ha vissuto per un anno a Taizé, «siamo andati a trovare dei giovani che vivono in strada. In un quartiere piuttosto benestante abitano in quaranta sotto una tenda di fortuna, rinforzata da cartoni e materiali diversi. Consuelo li visita regolarmente ed erano felici di vederla arrivare. Abbiamo fatto conoscenza in strada. Un giovane vive lì da dodici anni, un ragazzo di dieci vi è nato, una giovane donna aspetta un bambino. Fanno quello che possono per trovare qualche soldo per sopravvivere. La maggior parte di essi respira una droga quasi costantemente. Ci hanno fatto entrare nella loro tenda. In un angolo — ricorda fratel Alois — ho visto una croce. Abbiamo proposto di cantare insieme Nada te turbe», poi Consuelo li ha invitati alla preghiera della sera all’incontro dei giovani. «Non riuscivo a crederci, sono venuti tutti. Quella sera abbiamo pregato attorno alla croce come qui il venerdì. Ci siamo riuniti attorno a Cristo con questi giovani, assieme ai responsabili delle diverse Chiese. È stato un grande momento di speranza».
Qual è il senso di tutto questo, si chiede il priore di Taizé: «Ci si può domandare cosa cambia alla povertà di coloro che visitiamo. Non è un modo semplice per tranquillizzare la nostra coscienza di fronte ai problemi enormi delle nostre società? La nostra visita non ha certamente cambiato la situazione di quei giovani. Ma forse abbiamo potuto alimentare una piccola fiamma di speranza. Chi lo sa? Nei loro cuori resta forse il ricordo dell’incontro, della preghiera. E in ogni caso io stesso ne sono stato profondamente toccato».
La solidarietà fra gli esseri umani — sottolinea Alois — è il tema scelto per l’anno prossimo. «Cristo ci invita a superare le frontiere. Lontano e vicino. Diventare più sensibili verso gli altri: che bello questo invito del Vangelo. Dà senso alla nostra vita, ci fa conoscere di più l’amore di Dio».
Il 2015 sarà un anno importante per Taizé. Si celebreranno infatti il settantacinquesimo anniversario della fondazione della comunità, i cento anni della nascita di fratel Roger e i dieci anni dalla sua morte. 
Momento centrale sarà la settimana dal 9 al 16 agosto che culminerà con una preghiera per fratel Roger alla quale parteciperanno rappresentanti di tutte le religioni. In vista dell’evento Alois ha proposto un cammino di tre anni per rinnovare, alla luce del Vangelo, l’impegno per una nuova solidarietà.
L'Osservatore Romano